Gli sceneggiatori tentano nuove strade per mandare avanti la saga del diabolico folletto. Questo capitolo infatti è ambientato nello spazio (!!!), su una navicella spaziale. Inutile dire che il folletto non ha perso la voglia di avere moglie e di massacrare chiunque gli capiti a tiro.
Un equipaggio spaziale si reca sul Pianeta Demonia alla ricerca del terribile alieno Leprechaun per catturarlo e ucciderlo. Stracultissimo quarto segmento che richiede all'affezionato spettatore lo spegnimento del cervello per novanta minuti, ma ne vale la pena! Il nanetto uccide, scherza, canta, balla assurgendo a vera icona al pari dei Jason, Freddy e compagnia bella. La storia è irraccontabile ma basti dire che il capo della navicella spaziale è un dittatore con solo testa e braccio per capire di che film si tratti!
MEMORABILE: Il dittatore grida: "Fammi mangiare" aggirandosi per la navetta.
Il nostro amico Leprecano si trova nella spazio e sta finalmente per sposarsi con una principessa, ma viene interrotto dai marines... Quando una saga arriva al quarto capitolo i difetti aumentano, ma in questo caso il film è superiore al precedente. Warwick Davis è fantastico come sempre e finalmente non parla più in rima (ma dice sempre sciocchezze). Sono tante le similitudini con Alien e Aliens, ma la regia monotona fa dimenticare presto tutti i riferimenti alla serie. Il finale delude, ma è cio che ci si aspetta da una serie del genere.
Dopo il passabile sequel e un terzo capitolo da dimenticare ecco un originale e simpatico film dell'orrore da parte dello stesso regista del precedente. Diverse citazioni e omaggi (La mosca, Alien). Cast non eccezionale ma che non sfigura; divertente il finale. Consigliato.
Per qualche motivo a metà anni '90 diventò di moda spostare alcuni classici villain horror nello spazio; oltre alla saga di Hellraiser e Venerdì 13 si segnala anche questo quarto installamento del leprechaun che finisce su un'astronave insieme ad altri strani personaggi. È evidente la volontà del regista di dare un taglio citazionistico e gli elementi sci-fi sembrano spesso usciti dai classici degli anni '50; l'umorismo è anche a questo giro di grana grossa e c'è una certa propensione in più per nudi e attrici sexy. Niente di che ma vedibile.
Quel birbone di un leprecano se fosse un bambolotto sarebbe un Tipobello, invece è solo un cattivello in carne, ossa e una buona dose di cattiveria. Tutte le filastrocche che quantomeno facevano ridere vanno in frantumi con l'approdo nello spazio e si cerca qualche gag con scombinati marines, scienziati a pezzi e pazzi e regine che uccidono con le poppe manco fossero Meyer-girls. Che salviamo? Giusto il dito medio che fluttua, la dottoressa karateka e nuovi occhi per vedere e rivalutare, forse, il nostro Andrea Ricca e i suoi casalinghi fx.
Il più anarchico e strampalato film della saga: già l'idea di spostare il leprecano nello spazio è bizzarra (non ci vengono dati né i come né i perché), se in più si aggiungono principesse spaziali vanitose, un dottore-macchina che si trasforma in un uomo-ragno-scorpione, un sergente cyborg travestito e un finale con leprecano gigante, lo show è completo. C'è così tanta roba che il focus si perde; inoltre la parte propriamente sci-fi è piuttosto banale e finisce per annoiare. Scarso se preso come sequel ma curioso come film fanta-demenziale.
MEMORABILE: Le palesi e frequenti citazioni (da Alien a Star wars, passando per La mosca); La mutazione del dottore in mostro aracnide; Davis formato extra-large.
Il nostro amico irlandese sempre in cerca di moglie lascia il pianeta Terra per lo spazio profondo, luogo in cui è sicuramente più facile trovare l'amore, amore che alla fine arriverà e sarà rivolto verso una principessa aliena. In mezzo a tutto questo romanticismo ci sono un gruppo di militari terrestri destinati a morire malissimo. Con questo quarto capitolo si raggiunge l'apoteosi del trash, tra effetti speciali fatti malissimo, personaggi imbarazzanti e una trama allucinante. Talmente brutto da restare impresso nel cervello. Da vedere.
Lo spazio è il cimitero delle saghe horror (a meno che la stessa non nasca lì): numerosi gli esempi non riusciti, da Jason X a Hellraiser 4. E pure in questo caso la pellicola è ben lontana dalla perfezione; però quanto divertimento, tra scenografie di cartapesta, scienziati quasi interamente robot e il nostro Leprechaun alla spasmodisca ricerca della regina da sposare pur di avere un titolo nobiliare e il potere. Tremendi invece gli effetti CGI. Baraonda spaccona da frittatona di cipolle e rutto libero!
MEMORABILE: La presenza di Miguel A. Nunez Jr. Garantisce quel quid da B movie imperdibile per gli amanti del genere.
Una abbuffata di complicata digestione: divelti gli ormeggi alla propria tradizione, deambula alla deriva tra il Leprecano che rinasce dal pene di un militare (vedere per credere) e quello gigante espulso alla Aliens, principesse in topless e starlette sgambate, Sylvester Stallone e demenziali personaggi con placche metalliche fissate qua e là. Palese si voglia giocare con l’eccesso, altrettanto ci si riesca solo in parte: la CGI imbarazzante contribuisce, Bartalos se la cava con qualche artificio prostetico. Il punto più basso e, contemporaneamente, il più alto della saga.
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