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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Film per la sua gran parte impostato sui virtuosismi di dialoghi scritti indubbiamente bene, LIONS FOR LAMBS non si fa invece per niente apprezzare sotto il profilo di soggetto e regia, entrambi troppo deboli e incapaci di sostenere la pur brevissima durata (non si arriva nemmeno all'ora e mezza) della pellicola. Affidare a tre ottimi attori (Tom Cruise, Meryl Streep e lo stesso Redford) il compito di sostenere tutto il peso di un’opera che sotto il profilo dell'azione offre solo un anonimo episodio di guerra vissuto sul campo, è almeno la scelta minima per non sprofondare nel ridicolo. Così Redford nel ruolo del professore al colloquio con un suo allievo particolarmente...Leggi tutto dotato ma svogliato e deluso dal mondo in cui si è accorto di vivere, è una bella prova recitativa, e pure i serrati botta e risposta tra il senatore Tom Cruise (deputato a difendere le discutibili azioni belliche degli Stati Uniti contro Iraq e Afghanistan) e la giornalista progressista Meryl Streep non lasciano indifferenti. E’ l'operazione nel suo complesso a non convince affatto, penalizzata da una prolungata inconcludenza che la può far apparire sfibrante ai più. E il terzo episodio (il montaggio alternato dà almeno un po' di movimento) pare messo lì giusto per controbilanciare i troppi dialoghi, ma in realtà lascia il tempo che trova e nulla aggiunge (o molto poco) al discorso portato avanti dal film, velato da un ovvio antibellicismo di fondo che però, nel finale, perde un po' di smalto.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/12/07 DAL BENEMERITO GALBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/07/08
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Cotola 4/01/08 22:58 - 8998 commenti

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La professionalità del film è indubbia. È ben girato, confezionato e soprattutto ben scritto e gli attori forniscono delle prove più che dignitose. Tuttavia, a parte una certa verbosità di fondo, forse a tratti un po' eccessiva ma comunque funzionale allo sviluppo della trama, quel che colpisce negativamente è la posizione, a mio avviso, poco coraggiosa presa dal regista che sembra dare un colpo al cerchio ed uno alla botte senza condannare chiaramente una guerra sostanzialmente inutile. In più il finale un po' irrisolto lascia perplessi.

Galbo 27/12/07 17:44 - 12372 commenti

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Leoni per agnelli è quasi un film di impianto teatrale che predilige la parola all'azione che pure viene mostrata (una sfortunata spedizione militare nel nord dell'Afghanistan). Attraverso il dialogo (tra un senatore che propende per l'azione militare e una giornalista progressista e contemporaneamente tra un maturo professore universitario e un dotato studente) il film prende una chiara posizione anti-bellica che si potrà criticare ma ha comunque il coraggio della coerenza. Un film importante con una bella sceneggiatura e bravi interpreti.

Magnetti 4/01/08 10:57 - 1103 commenti

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Film in cui alle buone prove recitative degli attori (su tutti Tom Cruise) si affianca una noia mortale. Tre storie parallele che dovrebbero far riflettere sull'intervento in Afghanistan e sull'attuale situazione culturale americana che annoia fino allo sfinimento. La parte più riuscita è quella sul campo di battaglia ma non basta ciò a salvare un film insulso, che sembra un manifesto della ala culturale americana che si fa portavoce dell'antimilitarismo e della cultura antirepubblicana.

Puppigallo 6/01/08 12:16 - 5250 commenti

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Diviso in tre (anche se le parti sono collegate tra loro). Abbiamo un politico che parla il politichese (vende fumo, favole e ammette qualche errore per apparire umano), incalzato da una giornalista con rigurgiti di coscienza (difficile a credersi). Poi, ci sono i poveracci che dovrebbero far avverare le favole del politico (i militari). E infine abbiamo un professore già scottato dal Vietnam, che tenta di far maturare uno studente svogliato. Risultato: dialoghi piacevoli, anche se un po’ fini a se stessi e una sensazione di incompiuto.
MEMORABILE: Il politico definisce i giornalisti “Maniche al vento”, perchè, a suo dire, si gonfiano e cambiano direzione a seconda di dove questo soffia.

G.Godardi 14/03/08 19:03 - 950 commenti

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Il conflitto post 11 settembre rischia di diventare un nuovo Vietnam. È questo che ci dice il film, con continue analogie e paragoni con tale guerra. Film corraggioso, per forma e sostanza, di chiara impostazione teatrale, quindi tutto fondato sul dialogo, con un minimo d'azione garantita dalla parentesi bellica che fa da contraltare alle due lunghe "interviste" filmate. Montaggio parallelo serrato e il conseguente buon ritmo garantiscono un prodotto scorrovele (cosa rara per questo genere di film). Il che non è poco. Tante domande ma poche risposte.

Sunchaser 1/09/08 14:25 - 127 commenti

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Diviso in tre blocchi distinti (la giornalista ed il politico; i soldati al fronte; il colloquio tra l'insegnante idealista ed il suo allievo), molto ben scritto e diretto con il solito taglio classico da Robert Redford, è un film dall'impostazione quasi teatrale che fotografa un momento molto complesso della storia Americana, carico di dubbi e di mezze verità. Ti pone molte domande, ti costringe a pensare e a schierarti, senza ricorrere alla demagogia superficiale d'un Michael Moore. Da vedere.

Caesars 13/11/08 09:08 - 3773 commenti

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Robert Redford riesce a regalarci nel 2007 un film che nell'impostazione ricorda molto le pellicole girate negli anni '60/'70. Pochissima azione (la parte dedicata all'azione di guerra in Afghanistan) e molte parole. Il tutto può apparire lento e noioso per chi è abituato al cinema odierno, ma ha lo scopo di porci (o farci sorgere) molte domande, alle quali il regista non dà risposte. La regia è semplice ed efficace, la sceneggiatura ben scritta e gli attori (Cruise compreso!) forniscono una buona prova. 3 pallini ci stanno tutti.

Rickblaine 6/03/09 10:25 - 635 commenti

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Buon film capace di confondere le idee oltre che ai protagonisti anche agli spettatori. Le falsità delle belle parole e delle facce dolci che ingannano la collettività con la stretta complicità della stampa oscurano quella che è la drammaticità delle situazioni di guerra. I dialoghi fra l'insegnante (Redford) e il giovane studente sono molto interessanti. Polemica pungente, ma quasi trasparente Ottimo il cast. Soddisfacente.

Enzus79 6/03/09 17:28 - 2864 commenti

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Come può un senatore degli Stati Uniti coinvolgere, nel suo piano per invadere l'Iran, la stampa che ha avuto sempre contro. Robert Redford alla regia è stato sempre un fiasco, ma con "Leoni per agnelli" ha sorpreso un po' (anche se forse la sceneggiatura cede nelle scene con lui e l'alunno, che sono un po' troppo perbeniste). I due ragazzi che partono per la guerra sono talmente ipocriti da risultare patetici. Ottimi Cruise e la Streep.

Homesick 11/03/09 18:38 - 5737 commenti

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Verboso e insipido. Malumori, affanni e incertezze della politica statunitense degli ultimi anni: la guerra in Afghanistan e il terrorismo sono gli argomenti principali, ma si ritrova pure - nel dialogo tra professore e allievo - una contrapposizione tra impegno e qualunquismo che guarda agli anni Sessanta/Settanta. La razionale Streep e il paterno Redford effigiano due buoni caratteri, mentre l'inespressività cronica di Cruise questa volta è resa quasi sopportabile in quanto adatta al suo senatore sofista e guerrafondaio.

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Tarabas 21/07/09 00:00 - 1878 commenti

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Non è più tempo di Watergate. Se la stampa va a braccetto col potere, se gli insegnanti non riescono a insegnare ai giovani (che del resto non hanno voglia di imparare né di fare, né forse di vivere), il futuro rimane affidato a chi prende decisioni di cui è pronto a pagare il prezzo, anche quello della vita. Programmatico e didascalico, il regista Redford mette al centro del mirino gli USA contemporanei, cantando l'elogio (funebre) di un nero e un latino che lasciano il college per andare volontari in Afghanistan, mentre tutti gli altri chiacchierano.

Saintgifts 8/09/09 10:50 - 4098 commenti

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Gli studenti-soldati che muoiono per l'ideale, o quello che credono un ideale, per una Nazione migliore, sono un nero e un latino. Lo studente che li sfotte durante una loro relazione in aula è bianco e con i capelli rossi ed è già grassotello e pronto a diventare un manager o un politico. Poi c'è il Prof vissuto e talent scout e lo studente sveglio ma già disilluso. Un Senatore verboso e convincente e la giornalista, anche lei vissuta ma ancora con dubbi. Messi insieme, ma separati in tre episodi. Un sacco di luoghi comuni ben confezionati.
MEMORABILE: Con il satellite si vedono distintamente i due poveri soldati circondati dai Talebani. Il caccia con ben tre passaggi non fa fuori nemmeno un Talebano.

MAOraNza 11/10/09 01:34 - 243 commenti

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Film di puro stampo anni '70, attualizzato socialmente e politicamente alla nostra epoca. Redford usa tre canovacci narrativi sovrapposti (ma che avvengono temporalmente quasi nello stesso istante): tre sfaccettature della stessa medaglia, tenute insieme da buoni dialoghi e una recitazione all'altezza, senza esasperazioni, del monumentale trio. Inoltre, ha il pregio di non tirarla troppo per le lunghe e di condensare la narrazione in un'ora e venti scarsa. Non male.

Giùan 31/10/11 15:24 - 4528 commenti

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Scorre rapido e indolore Lions for lambs, il che per un film di tal fatta non è esattamente un complimento. L'icona liberal Redford prova a dar conto (riuscendoci anche bene) della complessità di torti e ragioni che si celano dietro la contemporanea politica "coloniale" USA, mostrando al contempo una lucidità non peregrina nell'indicare il nemico "interno" della assenza (o difetto) di democrazia. I tre piani di racconto son raccontati con un montaggio serrato ma classico e gli attori han chiaro il messaggio. Resta però un fastidioso senso d'affettazione.
MEMORABILE: Il duetto Cruise-Streep con entrambi che sembran far il verso ai loro personaggi di viscidone patentato e frigida pronta però a smontarsi per un nonnulla.

Piero68 4/10/12 16:07 - 2955 commenti

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Tre storie apparantemente slegate tra loro, con un unico sfondo comune: la guerra moderna. Iraq o Afghanistan che sia. Non mi ha mai convinto Redford regista e, anche questa volta, dimostra la sua "bravura" solo nel saper addormentare lo spettatore. Basato quasi esclusivamente sui dialoghi il film latita quanto a sceneggiatura e, immancabilmente, si trascina tra retorica e patriottismo, nonostante siano visti sotto luci differenti. Soliti luoghi comuni (anche se il duetto Cruise-Streep merita) e un titolo inspiegabile, visto il contenuto
MEMORABILE: Il titolo. Epiteto dato dai tedeschi al coraggio degli inglesi IGM. I leoni erano i soldati gli agnelli gli ufficiali (incompetenti) che li guidavano.

Jandileida 30/10/13 21:37 - 1558 commenti

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Che Redford non sia il regista più frizzante della storia del cinema è cosa ormai nota; stavolta poi la storia non riesce nemmeno ad appassionare, afflitta da un didascalismo a tratti veramente insopportabile a cui non giovano nemmeno le prove comunque molto professionali degli attori. Non convince del tutto nemmeno l'impostazione tripartita, utile a mostrare i diversi angoli con cui gli Usa guardano alla guerra ma che non è messa in scena con il giusto piglio. L'antibellicismo si risolve, purtroppo, in sterile verbosità. Finale posticcio. Noia.

Rigoletto 22/09/14 10:32 - 1785 commenti

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La primissima sensazione è quella che Redford abbia messo troppa carne sul fuoco; un impianto così tripartito, con situazioni scisse fra loro eppure legate nel contesto generale, lo avevamo avuto in Deep impact ma lì, rischiando su un eccesso di durata, si era riusciti a mettere su una storia di più ampio respiro. Qui invece i tempi sono ristretti e il tutto sembra ridursi a un puro esercizio filosofico-anti-militarista. Chiave di lettura legittima, ma tagliata con l'accetta e condotta in modo disturbante senza una vera prospettiva. Ambiguo.

Nando 1/01/16 17:39 - 3806 commenti

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Redford confeziona una pellicola verbosa in cui cerca di condannare le guerre statunitensi in Oriente ma non mostra totale convinzione. I dialoghi sono edificanti e le scene di guerra emozionanti, ma tutto il prodotto appare alla fine lievemente incompiuto come il finale. Non si possono negare le indubbie qualità attoriali degli interpreti ma, nonostante tutto, mi aspettavo qualcosa di più roboante.

Rambo90 25/01/19 01:47 - 7661 commenti

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Bellissimo apologo antimilitarista condotto da Redford con la forza prima di tutto della parola e poi anche delle immagini, con la coinvolgente vicenda dei suoi due studenti partiti volontari. Molto semplice nell'impianto, eppure di rara forza, sia grazie a dialoghi scritti molto bene e sia grazie al fantastico parterre di interpreti dove nessuno sfigura e ognuno è al posto giusto. Molto coraggioso per le posizioni prese, soprattutto all'epoca in cui uscì e cioè in piena guerra.

Paulaster 3/06/19 10:02 - 4375 commenti

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Un senatore dichiara un nuovo piano d’attacco in Afghanistan. Raffigurazione della guerra da tre prospettive diverse: politica, civile (a scuola) e bellica. Redford fa discretamente cinema di condanna alla guerra ma senza affondare il colpo o dando più gravi responsabilità. La giornalista che non se la beve e il martirio dei due soldati offrono solo un parallelo col Vietnam mentre il pubblico è stanco di sentire la solita retorica dei governanti. Conclusione sulla disillusione lasciata a metà. Doppiaggio della Streep non eccelso.
MEMORABILE: Le immagini di notte dal satellite dei due soldati a terra; Il senatore che nega la scalata alla Casa Bianca.

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