Leone l'ultimo - Film (1970)

Leone, Re in esilio con la passione dell'ornitologia, spia dalla finestra i soprusi che devon subire i suoi vicini di colore, scoprendosi una coscienza rivoluzionaria. Folgorante idea di partenza alla Ferreri (Marcello voyeur pasionario di birdwatching) per un'allegoria sulla responsabilizzazione politico-sociale che procede poi un po' a corrente alternata con rischio avvitamento. La visionarietà di Boorman e l'incredibile fotografia sgranata di Suschitzky, che acquista progressivamente "colore", meritano applausi. Inadeguate le musiche e cast a supporto.

In esilio a Londra, un re spodestato con la passione per l'ornitologia scopre che l'aristocratica villa in cui vive nel lusso si trova all'interno di un guartiere degradato in cui abitanti sono soggetti a suprusi e sfruttamento... Cromologicamente incastonato tra due capolavori di classe cristallina, questo apologo di un monarca che diventa leader di una piccola rivoluzione sembrò allora un epigono confuso e velleitario. Rivisto oggi, se ne apprezza in misura maggiore l'originalità, l'ironia sospesa tra il grottesco e il surreale, l'interpretazione stranita di Mastroianni.