Leonardo Manera: Corto circuito - Spettacolo teatrale (2025)

Leonardo Manera: Corto circuito
Locandina Leonardo Manera: Corto circuito - Spettacolo teatrale (2025)
MMJ Davinotti jr
Anno: 2025
Genere: teatro (colore)

Cast completo di Leonardo Manera: Corto circuito

Note: Spettacolo all'Auditorium Città di Mortara (Pavia) del 18 gennaio 2025.

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La nostra recensione di Leonardo Manera: Corto circuito

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Leonardo Manera, un passato da cabarettista di un certo rilievo a "Zelig" e un presente a teatro e in radio, dove si è scoperto spalla ideale da contrappuntare al bravo Alessandro Milan su Radio24 ottenendo ottimi responsi dal pubblico, propone un one man show dedicato alle ossessioni del mondo moderno. Due ore nelle quali alterna personaggi del suo repertorio a riflessioni suggerite dalle parole che campeggiano nella parte alta di pannelli montati sul palco.

La prima tirata mira al più facile dei bersagli: la tanto contestata cultura del politicamente corretto è da sempre, per i comici, fucina di battute attraverso le quali è facile scherzare sui tanti paletti...Leggi tutto imposti dal nuovo linguaggio "inclusivo" che, attento a non urtare la sensibilità delle minoranze oppresse, si fa spesso ridicolo coagulo di sciocchezze. Come esempio Manera sceglie di leggere una versione "alternativa" di Cappuccetto Rosso, modificata per l'occasione secondo i più rigidi dettami “woke”. Ne esce fuori una favola divertente, in cui anche la frase "che occhi grandi che hai" non può essere detta senza sottolineare nel contempo i vantaggi dati dalla dimensione maggiore. Nulla di nuovo ma già la dimostrazione, da parte di Manera, di saper tenere il palco con grande padronanza: non vuole mai strafare, non esagera con le volgarità come tanti colleghi, utilizza gli strumenti del cabarettista di qualità che sa come divertire il proprio pubblico. E infatti le risate non mancano, accresciute col recupero del bresciano Peter (da associare alla relativa parrucca), forse il suo personaggio più celebre.

Indossato il camice, Manera diventa un medico che parla di sanità pubblica e privata con inflessione meccanica, quasi robotica, ponendo l'accento sui soldi che lo Stato non fa arrivare al settore con conseguente crisi del personale. Davvero divertente! Rientro poi senza trucco per nuovi pensieri sulla vita di coppia, sui figli, sulle difficoltà dei padri e poi ancora un nuovo look per travestirsi da chef stellato attraverso il quale prendere di mira i vezzi dei cuochi televisivi e i loro modi creativi di descrivere con enfasi piatti semplicissimi. Niente di particolarmente nuovo, come si può intuire, ma mettendo in scena con gusto gag simpatiche ed enfatizzando le espressioni esaltate, quasi mistiche, di certe figure, le risate non mancano. Così come anche più efficace è il ragazzetto con giubbotto dell'Italia che parla infilando strafalcioni da coatto di prim'ordine, raccontando il suo difficile rapporto con un mondo che sembra proprio non capirlo.

Seguiranno un agente immobiliare dolce e romantico (che interagisce col pubblico in prima fila) e personaggi che riescono sempre ad azzeccare qualche gag buona che ne giustifichi la presenza. Poi resoconti paradossali sui matrimoni, con gli uomini che alzano il gomito e un Manera che si produce in una voce cavernosa e biascicamenti tipici di ottimo effetto comico. Il materiale, interamente ricavato dalle contraddizioni offerte da un quotidiano che sta profondamente cambiando il nostro modo di vivere, offre spunti in quantità, che Manera sfrutta applicandovi una rilettura non dissimile da quella che si può incontrare – ovviamente – in ambiti simili, ma utilizzando a fondo le innegabili doti di chi sa intrattenere lasciando fluire i monologhi senza pause, con naturalezza, grandi capacità e ottimo senso dell'umorismo (senza il quale, in casi simili, non si va da nessuna parte).

La chiusura è più seriosa: si prende una quindicina di minuti per affrontare gli stessi temi con occhio critico e maturo e per concludere, intervallando comunque il tutto con osservazioni ancora capaci di muovere al sorriso. L'ottimo Manera regge il palco completamente da solo per quasi due ore, aiutato solo da una voce esterna femminile che di tanto in tanto, all'illuminarsi di un pannello, riassume la tematica che si andrà ad affrontare; concede un bis e chiude bene.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/01/25 DAL DAVINOTTI
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