Le ultime 36 ore - Film (1965)

Un bel film ambientanto pochi giorni prima dello sbarco in Normandia. I nazisti, dopo aver catturato un maggiore americano, intendono estorcere le informazioni inerenti l'imminente attacco facendogli credere che la guerra è finita da sei anni e che non si ricorda nulla a causa di un'amnesia. La storia è sufficientemente interessante e avvincente per rendere il film un prodotto più che sufficiente. Peccato per alcuni momenti un po' "morti" e per non aver maggiormente lavorato sulla caratterizzazione dei due protagonisti.

Curiosa ma rigorosa miscela tra un film di guerra e una spy-story nella quale i topoi di un genere ispirano e rafforzano quelli dell’altro e viceversa. Geniale idea di partenza, intransigente denuncia dei tremendi effetti della manipolazione mentale realizzata da scienziati senza scrupoli, complessa e avvincente messa in scena dello stratagemma dell’amnesia come fosse un film nel film. Peccato che la pellicola verso la fine perda slancio, si adagi nella convezione e termini in modo prevedibile. Avvincente la musica di Dimitri Tiomkin. Comunque buono.

A pochi giorni dallo sbarco alleato, i tedeschi rapiscono un ufficiale americano per estorcergli informazioni attraverso una ingegnosa messinscena... Originale film bellico che mixa spunti spionistici ai toni del thriller drammatico di ambiente ospedaliero: ottima la prima parte, più forzata ed inverosimile la seconda, ma mantenendo un buon ritmo ed una discreta tensione. Efficaci Garner e Saint, di spicco Taylor costretto in questa occasione a giocare in campo avverso ma come nemico onorevole e degno di stima, a differenza dell'odioso nazista interpretato dal bravo caratterista Peters.

Dopo lo splendido Il falso traditore, Seaton dirige ancora un film ambientato durante la II Guerra Mondiale, ma stavolta il risultato è "soltanto" buono. La prima parte è geniale e caratterizzata da una tensione degna di un thriller psicologico, poi subentrano una certa convenzionalità e alcune forzature, preludio a un finale quasi ineluttabile. Discreto Garner, brava la Saint, ottimo Taylor nei panni di uno dei nazisti più ammirevoli apparsi sullo schermo, cui si contrappone uno spregevole e servile Peters. Discrete musiche di Dimitri Tiomkin.