Le tonnerre de Jupiter - Corto (1903)

Zeus – un magnifico, esagitatissimo Méliès - è furioso perché Efesto gli ha forgiato delle saette difettose che provocano solo guai… Uno sketch di tre minuti le cui situazioni in continuo mutamento - rese possibili attraverso il sempre abile utilizzo del trucco teatrale (soprattutto esplosioni e fumo) e cinematografico (apparizioni e scomparse) – fanno venire in mente certe avventure de La Linea. Di suggestivo impatto la coreografia d’apertura con le nuvole dell’Olimpo.

Non male. Grandioso dal punto di vista tecnico (Mèliès è garanzia di qualità) ha come unico difetto, a mio avviso, una certa ripetitività nelle scene. Poi non so perché ma Zeus non mi convince per niente. Un prodotto minore, ma non dal punto di vista tecnico.

Bislacca parodia dell'Olimpo greco: Zeus, tra Ermes e Efesto, è alle prese con i suoi fulmini che non funzionano, poi evoca le Muse le cui musiche lo fanno andar fuori di testa, e infine se la prende con le sue saette che reagiscono male. Davvero buffo, con momenti che suscitano ancor oggi il sorriso. L'idea di uno Zeus cialtrone e imbranato è simpatica, e tutto il contorno funziona di conseguenza. Delizioso.

A metà strada tra il serio e il faceto, si colloca questo corto di Méliès, che risulta essere sicuramente divertente e innovativo. Uno Zeus un po' pasticcione si dimena tra fulmini e saette alla ricerca di ciò che desidera. La voce fuori campo disturba un po' e allontana dall'atmosfera illusionistica. Le peripizie di Zeus e il finale sono le cose più belle. Merita.

Uno Zeus non in gran forma quello qui rappresentato da Méliès (corto di oltre tre minuti). Le sue saette non funzionano a lungo e lui si inalbera. L'opera è interessante per la ricchezza dei personaggi (ci sono pure le Muse, con tanto di nomi iscritti sulle lapidi, come nei rebus de "La Settimana Enigmistica"...). La narrazione, però, è piuttosto confusa. Carino.

Rappresentazione parodistica delle divinità olimpiche, diretta da un Georges Méliès piuttosto ispirato. Il protagonista è uno Zeus un pò cialtrone che pasticcia con i fulmini con l'ausilio di aiutanti altrettanto imbranati. Buona la resa tecnica, così come la caratterizzazione comica dei personaggi. Divertente.

Più ancora che Zeus, capriccioso e sfortunato tiranno, colpisce Mercurio, che non ha le ali ai piedi, bensì... l'argento vivo addosso: è lui la vera saetta! E il buon mostro Vulcano, fabbro poco abile e sottomesso alle ire del re dell'Olimpo... La vera trovata comica è però la pessima esibizione canora delle Muse, che scatena un temporale, dal quale Zeus si ripara con un prosaico ombrello. Gli strali dell'umorismo (qui vagamente goliardico) di Méliès inceneriscono gli dei e deliziano i comuni mortali: risate assicurate!