Tedioso e apocrifo seguito della saga del dr. Orloff (dopo Gritos En La Noche di Franco), diretto con la mano sinistra da Chevalier. Il cast è indegno (eccezion fatta per Vernon che cerca inutilmente di salvare il film dal disastro) e le attrici possono solo mostrarsi nude e ansimanti. In questo capitolo Orloff crea un mostro invisibile che come nutrimento ha bisogno di sangue umano. Un dottore arrivato sul posto indaga. C'è pure Sancho.
Immonda porcheria che sfida il ridicolo sin dal titolo. Piena di luoghi comuni e di scene goffe, non riesce a creare il benché minimo briciolo di tensione e l’unica cosa che riesce a fare l’inetto regista è quella di far dimenare nude le ignobili attrici (gli attori non sono certo meglio). La creatura (quando è visibile) è una delle più risibili che si siano mai viste.
Filmetto abbastanza squallido, bellissima l'ambientazione (castello medievale nel sud della Francia), pessimo tutto il resto, a iniziare dalla recitazione degli attori passando per la scemeggiatura e terminando col ridicolo trucco della creatura. La storia poi non è delle più originali...
MEMORABILE: Quando viene mostrato l'aspetto della creatura; L'amplesso dell'uomo invisibile.
Medico diretto al castello del dottor Orloff (Howard Vernon) lungo il tragitto ha conferma di quanto quest'ultimo sia poco stimato dalla popolazione locale. Lo strano inventore, infatti, sostiene di aver dato vita ad una creatura invisibile, lìgia agli ordini ed intelligente. Il motivo per cui il medico è stato chiamato è da ricercare nella presunta follia di Cecile, figlia di Orloff. Scopriremo, poi, che l'uomo invisibile è in realtà un pericoloso "gorilla" stupratore! Effetti speciali penosi, per questo apocrifo sul personaggio creato da Franco, vanno di pari passo con una storia delirante.
Lento, sullo stile di Jess Franco e seguito di uno dei suoi personaggi (il dottor Orloff, che in questa circostanza crea un essere invisibile). Ottime ambientazioni gotiche e costumi; peccato invece per la fotografia: piatta, troppo luminosa negli interni, anche se in alcune sequenze sotterranee azzarda un colore rosso. Un film fiabesco ed erotico che a me piace abbastanza, compresa la rivelazione finale. Attori non al massimo ma ci sono Howard Vernon che riempie la scena, Fernando Sancho e i nudi nel castello.
Tutto un vagolare, nel bosco, nei corridoi del castello, nelle sue segrete, senza costrutto. Il medico (impersonato da una specie di Pagliai spagnolo) è un deficiente, Orloff un rintronato; attori alla deriva, anche i cari Vernon e Sancho, musiche non accreditate e bruttissime, effettini incommentabili. Catastrofe.
Inutile precisare che in questo rozzissimo horror, confezionato con mezzi eufemisticamente amatoriali da un epigono di Jess Franco, delle notti erotiche millantate dal titolo farlocco italiano non c'è alcuna traccia. Il pazzo di turno, invece di limitarsi a riportare in vita i cadaveri come la maggior parte dei suoi colleghi, inventa un uomo invisibile che ne fa di cotte e di crude, soprattutto con le discinte donzelle che popolano il maniero. Sceneggiatura, effetti speciali e recitazione al di sotto di ogni standard possibile e immaginabile.
Nella storia del cinema c'è chi ha avuto a disposizione una location di pregio senza saperla neppure sfruttare appieno o chi (mi viene in mente il caso di Somewhere) non l'ha fatta neppure vedere. Qui, al contrario, siamo al cospetto di un regista che si comporta come un agente immobiliare, portando la macchina da presa quasi in ogni anfratto del castello. Con queste premesse, come può un film essere funzionale? Si conderi anche l'orribile titolo italiano e les jeux sont fait. A buon intenditore, poche parole.
Folle, ridicolo, zeppo di errori di regia e buchi di sceneggiatura... ma assolutamente adorabile! Questa variante gotico-erotico poveristica dell'uomo invisibile scorre assolutamente divertente per tutta la sua breve durata, risultando una visione piacevole per l'amante dell'horror bizzarro anni '70. Howard Vernon e Fernando Sancho unici attori validi, gli altri arrancano cercando (invano) di tenere il passo. Ad ogni modo, un esempio di come (nel bene e nel male) era follemente bello il cinema di quegli anni, anche negli episodi più marginali.
Molto ingenuo e altrettanto primitivo, con vistosi errori di montaggio e una fotografia che risente di imperdonabili errori di illuminotecnica, ha un suo "fascino" che deriva dall'improvvisazione sfociante in comicità involontaria provocata da attori per nulla convincenti. Si rimpiange Sancho in costumi messicani. Naturalmente non c'è nulla di erotico e si tratta di un film che poteva intrattenere il pubblico di quegli anni quando, in estate, si frequentavano le sale anche perché dotate di aria condizionata.
Ecco un quasi capolavoro del Cavalier Piero, già assistente, tra gli altri, di Renè Clement, da cui pare aver assorbito il peggio (e non è un difetto). Notevole in tutto, a partire dalla fotografia (pellicola scaduta?) proseguendo con la recitazione (Howard Vernon non tradisce mai) e gli effetti speciali (di Juan Fortuny, responsabile del favoloso Crimson). Giunto sui nostri schermi in una versione tagliata.
Inutilissimo film che non suscita né brividi né risate, realizzato male e molto noioso. I personaggi sono ridicoli e privi di carattere. I dialoghi, già inverosimili di per sé, risultano troppo diluiti e quasi per niente funzionali alla trama. Gli effetti "speciali" trascendono in una dozzinalità che addirittura intenerisce. Per assurdo la parte migliore l'ha proprio il presunto uomo invisibile, che appunto non deve metterci la faccia, al di là di un momento profondamente trash. D'erotico non c'è assolutamente nulla, semmai di parecchio narcotico.
Nonostante il risultato sia men che mediocre, il filmino sa almeno farsi valere con alcune suggestioni macabre (la profanazione della salma) e sadiche (la caccia alla donna coi cani) di stampo classico. Il resto vale poco: oltre a vaghe deambulazioni gotiche (le interiora del castello) la faccenda dell'uomo invisibile ghiotto di sangue vira verso il ridicolo. Vernon vanta il fisico del ruolo, Valladares indulge al baccalà.
Più che un uomo, la vittima degli esperimenti del franchiano Orloff è una specie di bigfoot redivivo, fedele al padrone finché conviene allo script e letteralmente assetato di sangue (ma ancor più di donnine). L'exploitatività del titolo non viene tradita (anche se in realtà le scene di nudo e gli amplessi "a vuoto" si contano sulle dita di una mano), ma la fattura pauperistica, la lentezza del narrato e l'inespressività degli interpreti (con l'eccezione dei caratteristi più noti, specie Vernon e un viscido Fernando Sancho) estinguono buona parte del divertimento. SFX imbarazzanti.
MEMORABILE: Il funerale della figlia di Orloff (uniche scene discretamente confezionate); Le orme sulla polvere in stop-motion; La creatura resa semi-visibile.
Attori, regia, fotografia e montaggio dozzinali e una storia che lascia in memoria poche sequenze perlopiù improntate al ridicolo involontario. Già la scena iniziale del dottore lasciato a piedi dalla carrozza è significativa. Al castello, poi, si mescolano la scarsa recitazione e i dialoghi insipidi. Bisogna allora consolarsi con la coppia di ladri improvvisati (e duramente puniti) e con le performance amorose a cui allude il titolo: prima una violenza arlecchinesca e poi quella che qualcuno ha definito la peluria femminile più impressionante nella storia del cinema.
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DiscussioneZender • 26/06/08 09:21 Capo scrivano - 47804 interventi
Bravo Ciavazzaro strenuo difensore dei nostri doppiaggi d'epoca! Così si fa!
Caro Undiyng il l'ho preso, su tuo consiglio, l'altro giorno sul mulo. Ho controllato ed è in italiano...Ovviamente col doppiaggio che cerchi tu...Appena lo visionerò lo "impallinerò" pure io ;-))...
Se avessi problemi a trovarlo io sono qui...
Il protagonista Howard Vernon disse di essere nato nel 1914 mentre in realta' era nato nel 1909.
Questo mentire sulla sua eta' fu motivato dalla sua paura di non venire piu' scritturato a causa
della sua eta',fortunatamente questo non successe,e il buon Vernon continuo' a lavorare alacremente fino alla morte avvenuta nel 1996
Il film uscì nelle sale italiane con il titolo di Le notti erotiche dell'uomo invisibile, mentre l'edizione Home Video (VHS Antoniana) ha preferito stare su un titolo più contenuto, quale Morte invisibile.
Sotto: cover della VHS Antoniana
Già che ci siamo: facciamo notare l'impressionante similitudine della copertina con il manifesto dei più interessanti Quella villa accanto al cimitero e Paura nella città dei morti-viventi.
Si può dire che, per questa occasione, si sono prese le due locandine dei film di Fulci e fuse in una unica cover.