Le chapeau à surprises - Corto (1901)

Con l'aiuto di un cilindro magico, il mago può apparecchiare un tavolo, ma anche far comparire i quattro commensali e la domestica... Grazioso corto sulla falsariga della serie di filmati di esplicito illusionismo, il cui protagonista è lo stesso Méliès, che dimostra di saper padroneggiare teatralmente il palco molto bene, ma anche con un grande senso della presenza cinematografica. Pur non eccezionale, il corto ha un simpatico finale che vede pure il coinvolgimento di un ritratto.

Ennesimo cortometraggio che vede Méliès cimentarsi in fantastici trucchi da illusionista. Questa volta ricrea, partendo dal suo cilindro magico, una cena con tanto di commensali. Non è molto divertente e sa di già visto. Rimane comunque una buona opera.

Il cappello del titolo è ovviamente il cilindro magico dei prestigiatori e da lì Méliès estrae tutto quanto gli serve (dalle stoviglie ai commensali) per un pranzo con sorpresina finale... Illusionismo da camera (meglio, da soggiorno) in cui la tecnica cinematografica tende a riprodurre i giochi da palcoscenico, proposti da un cineasta dotato dell’abilità comunicativa tipica degli attori del muto: è soprattutto quest’ultimo aspetto a destare l’interesse del corto, più che il risaputo carosello di oggetti che compaiono e scompaiono.

Curioso corto di Méliès (quasi tre minuti), che pende dalla parte 'illusionismo", sposato però ad una narrazione domestica. Non ne è l'esempio meglio riuscito, perché il film si rifugia nella ripetitività, pur migliorando nel finale. Non indimenticabile.

Con l'aiuto di un grande cilindro, un illusionista (lo stesso Georges Méliès) apparecchia la tavola (la scenografia ripropone l'interno di una casa borghese) e fa apparire i commensali e una cameriera. Il protagonista "tiene la scena" con eleganza e ritmo, e chiude all'insegna del vivace sberleffo, facendosi gioco dei personaggi. Simpatico e movimentato.