Note: Titoli degli episodi: "La telefonata" (Lisi, Manfredi), "Il trattato di eugenetica" (Sommer, Arena), "La minestra" (Vitti, Orlando), "Monsignor Cupido" (Lollobrigida, Sorel).
Ottimo film ad episodi su furbizie e vizi delle donne (appunto le bambole). Si comincia con una stupenda Virna Lisi che per evitare il tradimento del marito dovrebbe fare meno telefonate alle amiche, poi un episodio da vedere solo per la bellezza della Sommer (il famoso La Minestra), con la Vitti che vuole trovare un killer per far fuori il marito (il migliore, molto divertente) e si chiude con la Lollobrigida furba albergatrice. Passò guai censori all'epoca.
Quattro registi e, soprattutto, quattro primedonne: un poker di "bambole", ciascuna con le sue ingenuità e con le sue furbizie. "La telefonata" è un piccolo cult, indimenticabile nella sua folgorante semplicità. "La minestra" è un noir all'amatriciana, (stornellate romane di contorno!), con la Vitti dark lady sprovveduta, divertenti e macabre le continue riapparizioni dell'odiato marito, che si ostina a non morire! Banalotto l'episodio diretto da Comencini, garbatamente piccante quello di Bolognini, dove persino Sorel convince. Discreto.
MEMORABILE: Orazio Orlando ne "La minestra", goffo amante diabolico di Monica Vitti. Lo zio prelato veneto di "Monsignor Cupido".
Buon film ad episodi, dominato dall'umorismo nero dell'episodio della Vitti (***!), sicuramente il migliore del lotto per scrittura, ritmo e florilegio di caratteristi. Ottimi anche l'episodio La telefonata (***!), tutto giocato sul contrasto tra la logorrea della Lisi e la recitazione muta di Manfredi e l'episodio della Sommer e Arena (**!), spassoso nonostante le premesse ingenue. Decisamente brutto l'episodio della Lollo (*!), troppo lungo e sciocco e sicuramente poco nelle corde di Bolognini.
MEMORABILE: Il doppiaggio di Arena; il coro greco in forma di stornelli nell'episodio della Vitti.
Deludentissimo, malgrado il notevole cast muliebre. Si parte benino (Risi) con la provocantissima ma distratta Virna Lisi che legge Gadda e chiacchiera con la mamma mentre l'allupato Manfredi si consola con la vicina, poi si affonda pian piano nella noia (Comencini, Franco Rossi) malgrado qualche caratterista amato (c'è anche Spoletini). Una Lollo ancora bellissima non basta a salvare il finale (Bolognini). Dimenticabile.
Quattro episodi con altrettante fascinose interpreti femminili alle prese con situazioni piccanti. Manfredi, Lisi e Brandet regalano un episodio sorprendente e piacevole. La Sommer con Arena e Focaccia partono lentamente per poi regalare qualche situazione accattivante. La Vitti regala un'interpretazione intensa da popolana vessata dal rude marito. L'episodio della Lollo, seducente dark lady, appare quello più stanco, anche se mostra situazioni da prurito sessuale. Simpatico, nel complesso.
Si tratta di uno dei primi film italiani a episodi ad affrontare l'argomento "sessualità" agli albori del Sessantotto. Simpatico il primo episodio con Manfredi, affiancato dalla stupenda Virna Lisi; un po' vacuo il secondo, di Comencini; nel terzo la Vitti dimostra già prima de La ragazza con la pistola di possedere una verve brillante; l'ultimo, di Bolognini, ci mostra una Lollobrigida inusulamente procace. Tirando le somme, un film discreto.
Leggerezza, garbo narrativo e buonumore per quattro episodi con cast in ottima forma e regie che fanno il loro dovere. Non manca un'audacia erotica non da poco per l'epoca (con la Democrazia Cristiana al potere). Il primo e l'ultimo episodio sono da proto-commedia sexy all'italiana anni '70. Il secondo e il terzo strizzano elegantemente l'occhio al grottesco. Fanno centro la Lisi e la Lollo nei loro négligé, la Vitti è di una naturalezza interpretativa unica.
Al centro di un celebre processo per oscenità, che vedeva sul banco degli imputati anche gli attori, è la solita commedia a episodi, tutti diretti da autori di buon nome ma con palese malavoglia. Sopportabile, grazie anche alla provvidenziale brevità, quello di Risi con una smagliante Virna Lisi e un arrapatissimo Manfredi. Noiosetti, anche perché troppo tirati per le lunghe, quelli di Comencini, Rossi e Bolognini, nonostante le grazie della Sommer, la bravura della Vitti e una Lollobrigida alle soglie della quarantina ma ancora sensualissima.
MEMORABILE: I trucchi della Lollobrigida per sedurre il nipotino del monsignore.
Nonostante i grandi nomi coinvolti la sensazione è quella dello scherzo di lusso, con la sola eccezione dell'episodio con la Vitti. Se tutti gli altri segmenti testimoniano d'una commedia facile e un po' imborghesita (l'italiano e le nordiche, nientemeno), Rossi ha il merito di congegnare una ballata borgatara popolata di personaggi bislacchi (Orlando à la Brando) e implausibilmente divertenti (il marito indistruttibile) insaporita da un bel pezzo folk cantato da Boncompagni. Notevoli tutte le bambole del titolo (menzione speciale per la Lisi).
Film a episodi dai risultati poco rilevanti, soprattutto visti i nomi coinvolti sia come registi che come attori. Il migliore (**!) è forse proprio quello d'apertura con una splendida Virna Lisi. Noioso il secondo (*!) ; banale (*!) il quarto ma la Lollobrigida è bellissima. Con un suo perché (**) quello con la Vitti che fornisce una buona prova attoriale. Oggi appaiono francamente ridicole le accuse di oscenità che all'epoca furono rivolte alla pellicola.
Quattro episodi che vedono come protagoniste quattro bellissime donne che hanno esigenze completamente diverse. Tutte le storie sono bizzarre e interessanti e variano dal grottesco al boccaccesco. Nella prima Manfredi è fantastico nei panni del marito frustrato dalla telefonata della suocera alla moglie. La seconda è quella più noiosa anche se la Sommer è una bellezza tutta da gustare. La terza è divertentissima ed è quella riuscita meglio (grazie a Monica Vitti). Dall'ultimo episodio di Bolognini era invece lecito aspettarsi di più.
Quattro episodi che si mantengono sul filo del discreto, senza mai elevarsi ma senza nemmeno risultare inguardabili. In tutti c'è un umorismo che spinge più volte al sorriso, ma senza impennate. Il più divertente forse è il primo, con un grande Manfredi che recita quasi solo con sguardi e gesti. Anche la Sommer in cerca dell'italiano perfetto strappa qualche sorriso, così come la Vitti in cerca di killer. Più debole forse la Lollobrigida che vuole concupire Sorel nipote di monsignore. Regie modeste nonostante i nomi, ma non male.
Fra i film a episodi del periodo c'è di meglio, ma gli attori coinvolti spesso alzano il voto. Irresistibile è per esempio Manfredi nel primo ("La telefonata"), che pur muto strappa più di una risata. Eccezionale come sempre la Vitti, che tenta infruttuosamente di far accoppare il marito: il suo è il volto femminile più espressivo della commedia all'italiana. Da infarto la compianta Lollo nel finale, che in una scena interamente girata dal buco della serratura mette in campo una bellezza straordinaria. Script davvero modesti, peccato.
Quadruplo episodio con bellezze femminili come protagoniste. Il primo con la Lisi vede Manfredi che recita in sottrazione e supplisce brillantemente ai suoi mancati dialoghi. Nel secondo la Sommer ha il soggetto più debole. Il terzo con la Vitti è il più divertente del quartetto. L'ultimo con la Lollobrigida evidenzia la sua bellezza e toglie l'attenzione al clima clericale. Nel complesso i soggetti non sono molto elaborati e giustificano la breve durata di ognuno.
MEMORABILE: La misura della coscia; Il camioncino nel fosso; Il classico buco della serratura con biancheria intima.
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Durante la messa in onda notturna di alcuni anni fa (circa 3-4) fu scandalosamente e misteriosamente tagliata la parte iniziale dell'episodio con Monica Vitti (nella versione comincia con la Vitti che chiede all'uomo perche' sta ridendo di fronte alla sua richiesta).
Tagli tagli e sempre tagli...
Mediaset si è "divertita" a tagliare nella replica notturna di alcuni anni fa,tutto l'inizio dell'episodio con la Vitti,e non per censura ma semplicemente per ragioni di palinsesto no comment...
CuriositàManfrin • 8/08/10 11:33 Servizio caffè - 476 interventi
Nell'episodio con la Sommer che va alla ricerca dell'uomo perfetto, tra i bellimbusti in costume da bagno che incontra in piscina compare anche Giorgio Cagnotto, futuro grande campione di tuffi.