Le allucinazioni del barone di Münchausen - Corto (1911)

Una cena ben annaffiata di vino trasforma la pennichella del barone in un caleidoscopio di allucinazioni. Veramente gustoso questo cortometraggio, fin dalla bella sequenza in cui Munchausen si corica, che vediamo con un grande specchio di sfondo: specchio finto, con attori che si muovono specularmente di qua e di là dalla superficie. Poi, è un'esplosione di visioni oniriche, spesso scollegate, e sempre di grande impatto, tra le quali l'impressionante donna-ragno. Molto spettacolare.

Terribile digestione per il povero protagonista del cortometraggio di Georges Méliès. Il barone di Munchausen affronta infatti incubi terribili post-prandiali e questo dà modo all'auotore francese di scaternarsi letteralmente con le invenzioni visive e con la propria fervida fantasia, in quella che è una vera e propria sarabanda realizzata con grandissimo senso del ritmo e che culmina con un affascinante ragno dalle fattezze umane.

Il titolo è esattissimo, perché gli incubi del povero Barone di Munchausen lo portano ad avere allucinazioni, a vedere animali, mostri e via dicendo. Soffriamo insieme al protagonista che, nel sonno dopo un'abbondantissima cena, si vede vittima anche di assalti, di spari e cose analoghe. Corto ben movimentato, con notevoli creazioni visive: quella che più si ricorda è probabilmente la donna ragno.

Al povero barone, come il titolo ci spiattella: a causa di una mangiata abbondante gliene succedono di tutti i colori, nei suoi tormentati sogni... Méliès con le sua innata dote tecnica concliliata a una fantasia senza precedenti riesce a creare un'interessante successione di "quadri" teatrali (bella la fontana, a esempio) dal discreto impatto. La parte migliore è sicuramente quella finale, in un'accelerazione del ritmo che culmina in un delirio che pone fine a un corto visivamente rimarchevole.