Rassegna estiva:
Le Regine del B-Movie
Tipicamente ottantiano, invecchiato non benissimo (la colonna sonora di David Jackson e praticamente inascoltabile), tramina esile esile, caratterizzazioni dei personaggi fatti con la carta velina (e nemmeno Brad Davis brilla di grandi espressività attoriali), impianto e svolgimento da classico e banale poliziesco "straight to video" come ne facevano a vagonate negli anni '80
Eppure, tutto sommato, il filmaccio funziona e nell'insieme non risulta, alla fine, malaccio
Merito della figlia di Mario Puzo (quì al suo primo e unico film) che infarcisce la sua opera di idee bizzarre e di chiaroscuri "noireschi" alla Walter Hill
Iceman (un luciferino Jonathan Banks) sottospecie di mostro umano sfregiato in volto, che si fà di metadrina, gira con un buco in gola, parla come il "paperino" fulciano (il magnetofono incastonato in gola) e sembra uscito da un thrilling italico settantiano
Pesci vivi ficcati in bocca, flashback per nulla banali (poliziotti sbronzi e arrapati, che nella notte brava cercano ragazze e trovano guai), colpi in arrivo ben assestati, finali violenti con pire umane e tracce "macesche" femminee (la Stone che imbraccia un lanciagranate), particolari "gory" (il magnetofono strappato dalla gola). Omaggi pakuliani e kubrickiani (la stanza coi manichini) e Davis legato come Mel Gibson in
Arma Letale
Poi, vabbè, gli inseguimenti in auto sembrano usciti dal peggior De Angelis e le parentesi umoristiche (il poliziotto alle prese con i distributori di bevande) sono a dir poco imbarazzanti e la Puzo si autocita nominalmente (la polizotta centralinista che parla con Davis via radio si chiama proprio Dorothy, guarda caso)
Fulgida e al massimo dello splendore la Stone e per la figlia dell'autore del
Padrino un talento tutto da verificare