Dopo Amer i due registi portano all'estremo il loro linguaggio fatto di virtuosismi, fotografia che richiama l'Argento più visionario (nonostante un supporto piuttosto povero), primissimi piani ed ermetismo, realizzando un film più dalle parti dello sperimentale che dei thriller canonici. Il tutto è pesante e ridondante, ma il fascino affiora, l'ambientazione (a la Inferno) funziona e certe scene hanno una buona forza visiva. Molti aspetti della trama rimangono oscuri, ma vale la pena di fare un tentativo.
Passo indietro dei due registi rispetto al lavoro precedente. La tecnica è ancora scintillante, anche se i troppi e insistiti virtuosismi possono stancare: tuttavia la fotografia e l'uso dei cromatismi vanno a segno e possono deliziare. Funziona meno la trama che risulta difficile da comprendere e resta ermetica anche dopo i titoli di coda: chi cerca un plot lineare ne resterà parecchio deluso. Tuttavia potrà piacere a chi si concentrerà soprattutto sul lato visivo e a chi ama il cinema bis, ancora una volta ampiamente omaggiato soprattutto musicalmente. Sperimentale e incompiuto.
MEMORABILE: Il palazzo in cui è ambientato, specie alcuni particolari; I cromatismi; Gli omaggi musicali al nostro cinema.
Per gli appassionati del genere un tuffo verticale negli anni 70 capace di mixare cromatismi, musiche, ambientazioni e visioni tipiche del periodo. Con sonorità e gusto del macabro adeguate se non fosse che l'operazione nostalgia si tramuta ben presto in una assoluta cripticità di racconto e in un profluvio di sguardi e caleidoscopi onirici esagerati, tra di loro interscambiabili. Più divertente da realizzare che da vedere.
La seconda prova nel lungo di Cattet & Forzani è un’estremizzazione del discorso iniziato con Amer, ma allo stesso tempo è anche un vistoso passo indietro. Se nel film precedente si raggiungeva un equilibrio mirabile tra stile baroccamente arty ed esigenze di racconto pur minimamente rispettate, questa volta si spinge il pedale di una cripticità labirintica che rende davvero arduo non solo capire, ma anche appassionarsi a ciò che si vede. Certo, a livello di caleidoscopica visionarietà il film non si discute.
Lontano da Amer, almeno sul piano narrativo. Cattet e Forzani stavolta centrano l'attenzione sull'edificio maledetto in stile Liberty, derivato dall'ambo argentiano (Suspiria e Inferno) ma peccano d'eccessivo sperimentalismo nella composizione visiva retoricamente estrema quando non destabilizzante (prova ne sia il segmento della donna alle prese con il killer, girato in B/N e movimenti a scatto). Minore anche la scelta del reparto musicale, dove predomina il tema di Tutti i colori del buio.
Lo stile estetico mi ha ricordato Peter Greenaway. Di Argento ci ho visto solo l'ambientazione liberty che può ricordare quella di Suspiria. Onestamente non mi sono divertita affatto: troppo onirico, visionario, metaforico, infiorettato. Sarebbe stato un capolavoro, se ci fosse stata una sceneggiatura un po' più lineare e con meno flashback, perché la scelta dei colori, degli effetti visivi e delle ambientazioni è unica e memorabile. Un cult sicuramente, a cui però preferisco la leggerezza verace dei thriller anni 70.
Sfoggia un’estetica molto ricercata, fatta di colori saturi, zoom estremi e inquadrature vorticose. Esagera troppo sotto questo punto di vista, portando ben presto alla saturazione e all’alienazione pressoché totale da una storia che a conti fatti non esiste. Si nota, invece, un’influenza non trascurabile del cinema italiano degli anni Settanta. La colonna sonora e i richiami all’Argento di Suspiria e Inferno sono evidenti. Da vivere come un trip cinematografico, forse troppo astruso e difficile da seguire.
L'impressione è la stessa lasciata da Amer: siamo di fronte a una pellicola visivamente molto intrigante, girata con stile e che si fa forte di una fotografia mozzafiato oltre che di musiche eccellenti e dal gusto retrò. Manca però il resto. Manca una storia e manca una vera capacità di narrare qualcosa senza perdersi nel vuoto citazionismo fine a se stesso. I due registi dovrebbero fare il salto di qualità proponendo qualcosa di più personale, compiuto e completo.
Un manager nel campo delle telecomunicazioni, sua moglie misteriosamente scomparsa nel nulla, un ispettore, uno sconosciuto che si muove da un appartamento all'altro tra le pareti di un palazzo-cripta polanskiano. In questo minimo quadrilatero narrativo, nulla se non citazioni e l'immaginazione di chi vede. Il sangue: dagli occhi, lungo coltelli impiantati in testa, a fiumi in allucinazioni più vere del vero, nei riflessi delle vetrate, giù per le gambe di una giovane adolescente. I colori: rosso giallo blu verde fosforo. La domanda: e quindi?
MEMORABILE: Le vetrate con pavone che omaggiano le "Orme" bazzoniane.
Revival formalmente spinto dell'Argento che fu. Notevole cura dell'immagine e utilizzo di un montaggio ricercatissimo, illogico (certo cinema dei '70), psichedelico e psico-onirico (Lynch/Polanski), con frequenti macro e pennellate surrealiste. Fondamentale la scenografia retrò di scuola argentiana portata all'eccesso: sfrenato uso dell'Art Nouveau che spacca l'occhio in maniera elegante, policroma, effervescente, evocativa o cupa e mausoleica. Ma l'eccessiva cura formale, la ricerca dell'effetto ad ogni costo e le pretese artistiche annegano la sceneggiatura.
MEMORABILE: La maniacale cura e ricercatezza delle ambientazioni Art Nouveau.
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Anch'io son curioso di vederlo, spero sia all'altezza del precedente Amer.
Dal commento di Deep e dal trailer ufficiale sembrerebbe un prodotto stuzzicante; un altro esercizio di stile ipersaturo di suggestioni cromatiche e cinefile, confezionato su misura per tutti i cultori più sfegatati dell'horror/thriller italico anni '70/'80:
Confermo, in Francia l'hanno distribuito (in poche copie) poco tempo fa. Probabile lo lo facciano uscire presto in dvd.
Il film è di quelli che potrebbero oscillare tra pallinaggi altissimi e infimi. Sembra un Robbe-GRillet in un trip di acidi e thriller nostrani, con suggestioni del bis italico destrutturate e moltiplicate senza continuità, che punta all'occhio e all'orecchio (con esiti che vanno dall'ottimo al pessimo) fregandosene della comprensibilità, sia a livello prettamente visivo che dal punto di vista della sceneggiatura. Più estremo di Amer, nel bene o nel male. Curioso di sapere la vostra opinione una volta che lo recupererete.
Deepred89 ebbe a dire: Confermo, in Francia l'hanno distribuito (in poche copie) poco tempo fa. Probabile lo lo facciano uscire presto in dvd.
Il film è di quelli che potrebbero oscillare tra pallinaggi altissimi e infimi. Sembra un Robbe-GRillet in un trip di acidi e thriller nostrani, con suggestioni del bis italico destrutturate e moltiplicate senza continuità, che punta all'occhio e all'orecchio (con esiti che vanno dall'ottimo al pessimo) fregandosene della comprensibilità, sia a livello prettamente visivo che dal punto di vista della sceneggiatura. Più estremo di Amer, nel bene o nel male. Curioso di sapere la vostra opinione una volta che lo recupererete.
Ottimo Deep! Il dvd francese non mi scappa di sicuro! ;)
Tra l'altro bellisima la cover/vintage, con sapori nazimoviani alla Salomè
Dal commento di Deep e dal trailer ufficiale sembrerebbe un prodotto stuzzicante; un altro esercizio di stile ipersaturo di suggestioni cromatiche e cinefile, confezionato su misura per tutti i cultori più sfegatati dell'horror/thriller italico anni '70/'80.
Proprio così, Gest. Potrebbe piacerti. Anche stavolta però la trama è poca cosa.
Cotola ebbe a dire: Proprio così, Gest. Potrebbe piacerti. Anche stavolta però la trama è poca cosa.
Grazie, Cotola, vedrò di recuperarlo al più presto. Dopo aver visto il corto dei due registi presente in The ABCs of death sono ancora più incuriosito.