La taverna dei dannati - Film (1975)

Filmetto che risulta famoso più per la sua quasi invisibilità che per meriti propri. La locanda accogliente, laddove si mangia in maniera eccellente e si sorseggia del buon vino accanto al fuoco, cela qualche segreto di famiglia... Da noi si è visto poco e male (solo tv private) ma recuperarlo è d'obbligo sia perché espressione della cosiddetta "Ozploitation" e sia per qualche gustosa scena di nudo.

Inqualificabile esemplare di ozploitation, solo parzialmente ascrivibile al genere horror; il film infatti parte come un vero e proprio western, ambientazione e musiche inclusi, per poi virare verso una vicenda più prettamente orrorifica solo nel secondo tempo, mettendo in scena due anziani locandieri fuori di testa, che ammazzano clienti e passanti. Bourke ci mette dentro un po' di tutto, persino un accenno di erotismo saffico, ma il film soffre di una divisione troppo netta tra la prima parte (inutile) e la seconda (discreta). Bizzarro.

Beh, comunque originale lo è! Si parte subito con le stranezze: ambientato in Australia, alla fine del 1800. La diligenza (a 5 cavalli!) indirizza al western (quasi) normale, ma la percezione generale è che qualcosa di particolare stia per accadere (e poi c'è la polizia, non lo sceriffo!). L'atmosfera vira all'horror, accompagnata anche dalla musica; curiosa a volte, mi ha ricordato qualche cult italico. Questo mix potrebbe essere ancor meglio se non fosse per alcuni momenti noiosi e per il doppiaggio italiano "sgonfio" e "demotivante".

Curioso B-movie australiano, con una strana atmosfera iniziale che fa presagire misteri e acque torbide (complice, anche, il titolo inequivocabile). E così è, infatti, poiché due vecchiacci (un uomo e una donna) si riveleranno personaggi assai poco raccomandabili (trattasi di pericolosi psicopatici). Il prodotto è dignitoso e può trovare i suoi estimatori tra gli appassionati dell'horror e delle stranezze in celluloide in genere.

L'impostazione è malandrina, visto che per ben 42 minuti si sta dietro a chi conta come il due di bastoni quando briscola è denari, ed è solo alla fine che il film risorge in qualche modo sia per il movente che per certe sottigliezze usate per eliminare gli avventori. Il regista è anche molto furbo ad andare controcorrente, a stendere un velo di misericordia per i colpevoli. Pertanto il film si riquota, ma nel giudizio devo considerare che per lunghi tratti sembra di vedere un telefilm. Sempre bravo Cord, già indimenticabile nella Spoleto crispiniana.

Strano ma interessante film australiano ambientato a fine '800. Prima parte da western in piena regola, con la diligenza, i fuorilegge, il cacciatore di taglie e le musiche a tema. Poi entriamo in ambito thriller, l'atmosfera della locanda i cui ospiti scompaiono nel nulla funziona e non manca neppure qualche bel nudo femminile (con annesso risvolto saffico). Il regista Bourke governa meglio del previsto un minestrone potenzialmente indigesto e può contare sulla grande Judith Anderson e su quell'Alex Cord che noi ricordiamo con Crispino.

Bizzarro miscuglio di western, dramma e, nell'ultima parte, thriller con piccolissime punte nell'horror. L'amalgama non è perfetto: gli ingredienti possono risultare un po' slegati. Ma alla fine il risultato non è malvagio. Il film non annoia troppo, ma sconta il difetto già accennato nonché una durata forse un po' troppo robusta. C'è anche qualche ingenuità. Alla fine risulta vedibile, sebbene con qualche riserva soprattutto se non ci si aspetta un horror a tutto tondo cosa che non è nemmeno lontanamente.