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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/05/07 DAL BENEMERITO IL GOBBO
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Il Gobbo 11/05/07 09:41 - 3015 commenti

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Attrice di successo, ottenuto con film popolari, sposa un produttore che le mette in testa velleità artistiche (Giovanna d'Arco!), ma né carriera né amore andranno come sperato... Così così: passo indietro di Antonioni dopo il magnifico Cronaca di un amore, indeciso fra il melò borghese e la satira di costume sul (ri)nascente divismo cinematografico e il sottobosco del cinema, rimane un po' nel guado, senza scavare né graffiare. Però che attori!

B. Legnani 5/09/10 23:13 - 5519 commenti

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Film non troppo convincente di un grande regista. La storia, ambientata nel mondo del cinema, ha bravi attori (Cervi su tutti) nei tre ruoli cardine, ma “non prende” (fu un fiasco). Difficile capire il perché: forse gli snodi, sin dal matrimonio iniziale, sono troppo bruschi per convincere e il film non riesce a essere quel che voleva essere. Banale dirlo, ma la Bosé è bellissima. Checchi è efficace, mentre il resto del cast, tolto Cuny, non brilla. La Lollo, a contratto firmato, rinunciò al ruolo che Antonioni poi pensò di dare alla Loren, allora sconosciuta…
MEMORABILE: Il pianto della controfigura.

Giùan 16/02/12 18:05 - 4528 commenti

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Film diseguale, ambizioso ma frenato. Originale tentativo metacinematografico di Antonioni che, pur mantenendosi ancora in un alveo melò, senza però la potenza evocativa di Cronaca di un amore (è sempre la storia di una piccola borghese in ascesa), già prefigura l'astrazione del suo cinema a venire (vedi gli scenari). Tra Bellissima e Lo sceicco bianco (di cui il Regista aveva scritto il soggetto), qui però la riflessione sulla crudeltà dietro i lustrini è scarna ma talvolta troppo sussiegosa. Checchi e Cuny misurati, gigione Cervi, Bosè recita la sua vita.

Myvincent 5/01/17 22:49 - 3722 commenti

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Da commessa a diva cinematografica, Clara raggiunge il successo per poi dover provare la sua bravura e ricominciare daccapo per guadagnarselo da sola. Antonioni tenta una sua strada attraverso il melò, ricco di dialoghi e intrecci narrativi, ancora lontano dal cinema introspettivo e "fotografico" a cui si dedicherà successivamente. Lucia Bosè in fondo mette in scena se stessa, bellissima, ma acerba nelle capacità recitative e nel dar vita a un personaggio a tutto tondo.

Daniela 30/03/20 19:39 - 12606 commenti

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Ex commessa diventata in breve tempo un'attrice famosa, va incontro ad una serie di delusioni sentimentali e professionali... Ambisce ad essere un ritratto impietoso del mondo del cinema italiano che "brucia" le sue stelline attinte dai concorsi di bellezza, proprio come Bosé, Miss Italia 1947, che nella finzione non vuole essere considerata solo per la sua bellezza ma intanto ha bisogno nella realtà di farsi prestare la voce da Andreina Pagnani. Una contraddizione che inficia la lezione critica del film, comunque interessante e con buone prove attoriali (Cecchi, Cervi, Cuny).

Markus 22/05/20 16:03 - 3680 commenti

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La vicenda umana di una bellissima ragazza che da commessa diviene divetta del cinema, viene raccontata con i consueti garbo e stile da Michelangelo Antonioni. Si ha però la sensazione d'assistere alla consunta formula del melodrammatico, che qui poggia tutto il suo essere nella folgorante bellezza di Lucia Bosé. A contornare tanto fascino c'è la bravura dei coprotagonisti Andrea Checchi e Gino Cervi, che danno valore aggiunto a un'opera non significativa per il regista ma d'indubbia efficacia sul piano emotivo.

Minitina80 26/09/20 17:43 - 2976 commenti

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Difficile dire cosa resti ancora valido dei contenuti. Alcune cose probabilmente lo saranno un po’ sempre, come il sogno, spesso irraggiungibile, di realizzarsi nel cinema e nella famiglia. In Lara si possono riconoscere tante sfumature, condizionate da un’ingenuità di fondo che appartiene alla giovinezza di quasi tutti. Nonostante queste velleità d’autore, a tratti somiglia alla storia di un fotoromanzo, di quelli in cui si fatica a immaginare un lieto fine a tutti gli effetti. Non deprecabile, soprattutto per le interpretazioni di alcuni.

Noodles 28/02/22 14:04 - 2196 commenti

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Ritratto e critica feroce del mondo del cinema e degli altalenanti successi che è in grado di elargire. Un Antonioni ancora nella comunicabilità: il significato del suo film è piuttosto chiaro, simboleggiato in vari momenti importanti, tra cui il più significativo è il trattamento ricevuto dalla controfigura di Lucia Bosè, splendida e brava. Manca ancora molto del vero cinema del regista ma è un film, il suo terzo, che già si fa apprezzare sebbene abbia alcune parti frettolose. Ottimo il cast, col solito grande Alain Cuny e un ottimo Gino Cervi. Varie tracce di neorealismo. Buono.

Paulaster 6/06/22 09:22 - 4375 commenti

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Commessa diviene attrice di cinema ma dovrà scendere a compromessi. Si guarda al profitto e al mondo della celluloide che non guarda in faccia a nessuno. Il film è piuttosto diretto nei dialoghi anche se ricade nel melò nelle fasi amorose. Antonioni non ha un gran ritmo ma si fa notare per la costruzione delle inquadrature. La Bosè ha una bellezza naturale che si sposa col personaggio, anche se manca a volte di fisicità; il finale, drammatico senza esagerare, chiarisce ulteriormente l’ipocrisia del business. Cervi bravo, soprattutto all’inizio.
MEMORABILE: Il bacio durante le prove; Il flop alla prima; Le comparse che criticano la Bosè; Le odalische al freddo.

Alex75 20/07/22 13:50 - 876 commenti

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Critica senza sconti della “fabbrica delle illusioni” per eccellenza in cui Antonioni racconta (con qualche contenuta concessione al melò e qualche incoerenza narrativa, ma rigorosamente nel solco del Neorealismo) la resistibile ascesa e caduta di una divetta senza infamia né lode (con Lucia Bosè che praticamente mette in scena sé stessa). Il regista ferrarese è ancora lontano dal capolavoro, ma lascia emergere il suo stile e la sua personalità in diversi passaggi. Prova vigorosa della componente maschile del cast (Cervi, Checchi, Cuny).
MEMORABILE: La formula cinematografica di Ercolino (“Sesso, politica e religione”); Le critiche che Clara riceve da spettatori e comparse; Gli ultimi 15 minuti.

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Marciuelo 3/10/22 03:20 - 2 commenti

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Antonioni prima di Antonioni, con qualche strascico di neorealismo (sopratutto fotografico) nel finale. C'è il dramma sottile, vissuto da benestanti, che qui hanno ancora l'uso della parola (l'incomunicabilità verrà nel decennio successivo). Ma forse neanche troppo, dato che la protagonista Lucia Bosè alias Clara Manni comunica a tutti il il suo bisogno di acquisire una dignità umana e artistica ma nessuno la ascolta, continuando a relegarla in ruoli oggettificati e subalterni. Film acerbo ma seminale per la poetica di Antonioni.
MEMORABILE: Lucia Bosè che attraversa camminando nel fango coi tacchi gli spazi enormi e metafisici di Cinecittà all'alba.

Reeves 7/04/23 14:22 - 2152 commenti

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Dramma metacinematografico molto ispirato agli inizi di carriera della Bosè (che comunque accetta coraggiosamente la parte) e a una visione introspettiva del mondo di Cinecittà, dei prestasoldi, delle cambiali per fare i film, dell'attenzione morbosa per le dive e così via. Un po' tagliato con l'accetta, però funziona e coinvolge, anche perché Lucia Bosè è davvero bravissima.
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