La notte pazza del conigliaccio - Film (1967)

Potrebbe sembrare comico, ma non lo è affatto. Dimostra che chi non ha stoffa per uscire dalla propria nicchia è meglio che ci rinunci del tutto, ma ancora di più che l'onestà è un'arma a doppio taglio e che davanti ad un problema grave non solo non c'è soidarietà, ma c'è un fuggi-fuggi generale fino ad arrivare a episodi di sciacallaggio e di vero ladrocinio, con l'ipocrisia che domina sempre. Da vedere, perché attuale più che mai...

Bizzarrissimo film (soprattutto nella parte iniziale); e stranissimo è il ruolo di Enrico Maria Salerno (un bizzarro intellettuale toscano). Musiche interessanti e riprese di una Roma notturna notevoli e ben adattate al bianco e nero. La pellicola è interessante; solo il finale non risulta granchè convincente...

Inizio da post-neorealismo, in una Roma lontana dalla dolce vita felliniana, una notte surreale di chi è solito essere al sicuro nel proprio ambiente e venendo meno alle proprie consolidate abitudini borghesi finisce per trovarsi in un mare di guai. Chissà perché, ma si ha la sensazione che nel finale tutto si risolva con un brutto sogno del protagonista, tanta è la dabbenaggine di lui che si fida di chiunque trovi per strada. Caratterizzando un po' di più il personaggio, magari con un attore più incisivo, poteva uscirne un buon giallo, alla Elio Petri per esempio.

Il conigliaccio del titolo è un ingegnere tipicamente borghese (e italiano) che la notte prima che torni la moglie dalla vacanza decide di passare una notte di libertà, finendo invischiato in un mondo che non è il suo. Un film bizzarro, ricco di buone trovate e personaggi strani, con un protagonista bravo ma forse un po' insipido e un Enrico Maria Salerno all'ennesimo grande ruolo. Non è la prima volta nel cinema che la Roma notturna inghiotte il borghese, qui il tutto è narrato con semplicità e un tocco di surreale che non guasta. Film particolare. Consigliato.