Eccentrico e violento miliardario ripaga gli sforzi di uno scienziato testando un siero sull'inventore: senza sottoporgli un antidoto per gli effetti collaterali e rinchiudendolo nei sotterranei di un ospedale. L'uomo, quindi, sotto l'influsso di una fame incontenibile, si nutre di ratti iniziando a trasformarsi in una creatura mostruosa, sino a prendere di mira una squadra di addetti alla manutenzione. Altro che DNA-Formula Letale. Siamo di fronte ad un insopportabile filmetto di origine canadese con destinazione finale la televisione. Pessimi effetti speciali e comicità più o meno ricercata.
Quando, pur essendo un informatissimo amante dell'horror, scegliendo il titolo per la serata ti imbatti in un film mai sentito e ti chiedi "E questo cos'è?", dai retta alla vocina della coscienza e passa ad altro! Ecco cosa è successo con questo abominio in celluloide. Non si salva davvero nulla e il chiaramente inadeguato budget non vale come giustificazione né per orrido digitale né per le varie statue chiamate attori. Il patetico uomo topo del film non è l'unico ad uscire dalle fogne: è l'habitat, purtroppo, della pellicola stessa.
E' evidente che il film è stato girato con pochi mezzi, ma pure le idee non erano molte... La mutazione genetica e l'intrappolamento non sono sicuramente due idee originalissime; se poi ci mettiamo che gli effetti speciali sono davvero scadenti ecco che abbiamo il quadro della situazione. Neppure gli attori si salvano da questo grigiume. Bocciato.
Insalvabile e noiosa pellicola ammorbata da fiumi di dialoghi che nessuno avrebbe voluto ascoltare e interpretata da un manipolo di stereotipi umani, su tutti, la iena dal grilletto facile e lo strafattone neanche degno di un film demenziale (deve trovare il suo cane in una fogna dove si aggira un uomo-ratto...). Tra comparsate della ridicola creatura e siparietti pseudo ironici, il tutto affonda sempre più, portando con sè una trama inesistente (il solito esperimento sfuggito di mano e i solito buoni e sempliciotti coinvolti loro malgrado) e effetti assolutamente trascurabili.
MEMORABILE: La "svegliona" con torcia vede il suo compare barcollare retrocedendo (la creatura l'ha sfigurato) e gli dice: "Ma che fai adesso...la break dance?".
Un siero per riparare qualsiasi trauma fisico necessita di un antidoto immediato per evitare che l'eventuale paziente si trasformi in una sanguinaria belva dalla fame insaziabile; sarà proprio l'inventore a esserne coinvolto per primo. Horrorino di stampo televisivo di cui è difficile salvare qualcosa, sia per l'ovvietà degli accadimenti, sia per la sceneggiatura sotto il livello della sopportabilità e, peggio ancora, per un cast che non riesce a prendere sul serio quello che fa. Effetti speciali approssimativi che l'oscurità delle location rende un po' meno ridicoli.
Partendo da un plot che proprio non vuole saperne di stare in piedi (vuoi assicurarti che l'inventore di un siero rigenerante non sia un ciarlatano? Feriscilo a morte, iniettargli il farmaco senza troppe valutazioni sul dosaggio e chiudilo in un tunnel sperando che il giorno dopo si sia rimesso!), l'effettista Daudlin confeziona un monster-movie spassosamente ingenuo, risibilmente approssimativo e goliardicamente gore (apprezzabile l'uso di SFX artigianali e make-up vecchio stile), che ha il grande merito di non prendersi sul serio. Classico film brutto da gustare in ebbra compagnia.
MEMORABILE: Il pasto sorcino con conseguente trasformazione in uomo-ratto (!); Lo scagnozzo ninjesco decapitato a zampe nude dopo un duello; Il finale beffardo.
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Interessante il plot: un mad doctor alle prese con un siero in grado di rigenerare i tessuti corrotti del corpo umano. L'esperimento va storto ed il soggetto-test si trasforma in una mutante e spietata creatura.
Ricorda, in parte, l'italianissimo DNA - Formula Letale, diretto da Luigi Montefiori e prodotto da Joe D'Amato.
In vendita in DVD (label Cult Media) a partire dal 17 dicembre.
Ennesima delusione targata Cult Media, casa che si sta specializzando in titoli alla Enrico Pinocci (ved. A Dead Calling).
Il film è proposto nel formato anamorfico 1.85:1 e qualche botto (un paio o poco più) che si ripercuote sui satelliti posteriori dell'impianto Home Theatre giustifica la dizione dolby 5.1 (ma per carità!)...
Extra nemmeno l'ombra, ma datasi la meraviglia che si ha di fronte poco importa...