La fuga di Martha - Film (2011)

La fuga di Martha
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/02/12 DAL BENEMERITO GREYMOUSER
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Greymouser 3/02/12 16:56 - 1458 commenti

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Dramma pacato e sofferto sul tema del plagio e dell'appartenenza a gruppi settari dominati da "guru" di discutibili principi e di ancor più sconcertanti pratiche, che usano violenza fisica e psicologica - anche al di là dell'apparente consensualità delle "vittime". Il film funziona a tratti, e forse si sarebbe giovato di un ritmo più vivace e di una maggiore pregnanza dei personaggi. Risultato positivo ma non esaltante.

Rullo 4/02/12 22:45 - 388 commenti

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Un film il cui cardine ruota attorno al mistero dell'appartenenza a una sorta di setta dai dubbi principi morali. Martha e la sua paranoia, Martha e le sue paure. Esperimento atipico che a parer mio risulta piuttosto riuscito; nonostante abbia i suoi alti e bassi si lascia seguire con piacere. Ispirata la Olsen.

Paulaster 6/02/12 09:23 - 4425 commenti

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Violenza psicologica, incomunicabilità e paranoia gli ingredienti per un soggetto forte, che evolve lentamente (anche a causa della mancanza di un antefatto). Regia minimale, quasi a scomparsa, che amalgama bene i continui salti temporali della storia. Poteva essere più incisivo, ma forse sarebbe scaduto nel thriller di genere. Ottima l’interpretazione della giovane Olsen, alle prese con un primo ruolo di grande struttura.

Mickes2 3/05/12 15:46 - 1670 commenti

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Bellissimo dramma intimista. Con spiccata personalità e notevole cifra stilistica Sean Durkin ci narra di un'esistenza smarrita, una perdita d'identità che gioca cinicamente e disperatamente su tre nomi differenti, una sofferenza interiore attraverso i ricordi avvicendando un montaggio alternato tra presente con pochi punti di riferimento e passato segnato da violenze psico-fisiche. Senso di paranoia e instabilità mentale crescono inesorabilmente e il regista è bravissimo ad impreziosire il tutto attraverso uno splendido intimismo asettico.
MEMORABILE: Una sorprendente Olsen.

Cloack 77 18/06/12 11:10 - 547 commenti

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La qualità principale del film è senz'altro l'omogeneità; infatti, rintracciando nello sviluppo del percorso tre stadi, la progressione delicata ma "vigile" conduce alla completa comprensione del dramma. La (ri)costruzione dei rapporti, il plagio del passato, l'incubo della paranoia: sono le ricchezze della sceneggiatura, assieme a una protagonista perfetta, accarezzata in tutta la sua bellezza da una regia lineare, precisa, pulita, col coraggio del tempo necessario da dedicare alla storia.

Cotola 29/07/12 21:02 - 9052 commenti

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Lodevole e buon film che descrive con grande lucidità e sobrietà la discesa nella dipendenza dalle sette della povera protagonista: tutto è lento, graduale, ma terribilmente verosimile, dolente ed efficace. Non ci sono scene madri e ad effetto, anzi la regia e la sceneggiautra scelgono la strada di ritmi pacati e dilatati e uno stile minimale ed antispettacolare. Ciò non danneggia il risultato finale ma anzi gli giova, consentendogli di raggiungere un risultato pienamente soddisfacente.

Galbo 31/07/12 08:09 - 12399 commenti

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Raramente un'opera cinematografica ha mostrato in modo così efficace l'oppressione della persecuzione e della mortificazione della personalità, come questa di Sean Durkin, debuttante di grande talento. La protagonista è schiacciata (e senza via d'uscita apparente) tra vecchia e nuova vita e l'attrice Elizabeth Olsen offre una straordinaria prova espressiva. Ottima e molto evocativa dello spirito del film, l'ambientazione. Da vedere.

Lupoprezzo 9/08/12 15:14 - 635 commenti

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Questo lavoro dell'esordiente Durkin resta ai margini per quanto riguarda la narrazione, inanellando piacevoli campi lunghi e intersecando abilmente, sul piano formale, passato e presente. Più che sui proselitismi di sedicenti comunità di maniaci fricchettoni (tema che avrebbe meritato un maggior approfondimento), il regista si concentra sulla deriva psichica subita dalla protagonista, in maniera un po' debole, tanto da non riuscire a caricare di signficato tutti i suoi comportamenti. La Olsen ha un bel davanzale, il regista lo sa e ci ricama sopra.

Nando 13/07/13 01:34 - 3816 commenti

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Una lucida denuncia verso determinate sette psicologico-sessuale che hanno provocato danni irreparabili verso povere persone indifese. Senza troppo clamore ma con impegno lodevole la narrazione porta a risultati apprezzabili dovuti anche a una valida interprete protagonista. Menzione per la narrazione binaria che appare azzeccatissima.

Pinhead80 8/04/14 15:15 - 4765 commenti

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Il plagio dell'anima non ha più confini, nemmeno quello che dovrebbe essere protetto dal calore famigliare. La fuga di Martha riesce a mostrarci con freschezza un pezzo di follia interiore che degenera nella partecipazione a una comune plagiata e degenere. Come non ricordare la canzoncina dedicata a Martha dal leader della setta, così come la sua "iniziazione". Un film inquietante che regala momenti di reale fastidio emotivo.

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Myvincent 24/03/15 07:19 - 3744 commenti

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Il film si apre con la disperata fuga di Martha da una comunità che l'ha vista vittima di soprusi e plagi d'ogni tipo. La fragilità di una giovane donna può potarsi dietro catene ancora più pesanti, però. Se le intenzioni del regista paiono ambiziose, lo sviluppo delle tante tematiche trattate non sembra giungere a maturazione e così, alla fine, si ha il sentore di aver assistito a qualcosa di incompleto.

Capannelle 27/11/15 23:36 - 4412 commenti

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Storia ad alto potenziale di tensione ma che volutamente non lo sfrutta per concentrarsi di più sulla sofferenza interiore del personaggio magnificamente interpretato dalla Olsen. Quello che è il bello del film allo stesso tempo ne diventa un limite, visto che qualcosa pare comunque mancare, ma riflettendoci la sostanza rimane e ci lascia un buon sapore.

Daniela 14/01/17 09:42 - 12670 commenti

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Martha fugge dalla comunità pseudo-hippy dominata da un sorta di santone prevaricatore in cui ha trascorso gli ultimi due anni per rifugiarsi nella casa della sorella e del suo compagno, ma la convivenza è difficile... Una giovane donna manipolata, ora senza più punti di riferimento, in uno stato di disagio mentale reso adottando un basso profilo che preferisce alludere più che mostrare. Scelta stimolante ma compromessa da un epilogo troppo criptico e repentino, che lascia una sensazione di incompiutezza, anche se probabilmente si tratta di una voluta scelta registica.
MEMORABILE: Sparare al gatto malato?; Lo scappellotto della compagna a Martha: "Lo sai che non si mangia prima che abbiano finito gli uomini!"

Buiomega71 25/09/17 01:05 - 2912 commenti

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La Manson family sotto un punto di vista intimista. Durkin dosa bene gli ingredienti (montaggio alternato con flashback), prosegue placido tra ricordi dolorosi, paranoia, disagio e follia, con punte davvero inquietanti (Martha che si orina addosso, i sassi sul tetto, l'auto nella chiusa finale) e una regia quasi sussurrata, non disdegnando stupri consapevoli, home invasion sanguinarie, orge e lavaggi del cervello. Peccato per la spiccata patina di autorialità (tipicamente Sundance) che ne smorza un po' il potenziale. Barlumi altmaniani e polanskiani, anche se leggermente snob.
MEMORABILE: Martha dà di matto al party; La fuga iniziale nel bosco; La canzone dedicata a Martha in puro Manson style; La lezione con la pistola; Nuotando nuda.

Kinodrop 28/02/20 19:45 - 2957 commenti

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Martha, sicuramente fragile quanto testarda, si allontana dalla famiglia per rifugiarsi in una comunità falsamente libertaria e dalla struttura di setta, le cui regole finiranno per distruggerne la personalità e l'abc relazionale. L'ambientazione e il ritmo minimale inducono ad aspettarci uno slancio espressivo o un qualcosa di eclatante che in realtà è tenuto sopito e spegne le aspettative implicite nella tematica trattata. La volubilità e la povertà affettiva della protagonista, in aggiunta ai pensierini new age, restano senza base e irritano.
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  • Discussione Buiomega71 • 25/09/17 10:14
    Consigliere - 26006 interventi
    La Manson family raccontata sotto un punto di vista intimista.

    Film ipnotico, sussurrato, gelido, denso di presagi e paranoia, quasi "europeo" nello stile, con lunghi silenzi quasi dumontiani e un atmosfera plumbea e asfissiante

    Buon esordio di un talentuoso regista, che racconta a flashback alternati con il presente

    Martha (o Marcy May-come è stata ribattezzata dal guru mansoniano della comune-o Marlene-nome "in codice anonimo" per rispondere alle telefonate che riceve la comune) fugge tra i boschi dalla comune che la ospita (bellissimo l'incipit) e si rifugia dalla sorella nel Connecticut, in una villa in riva ad un lago

    Martha non si adegua ai normali dettami del comportamento comune, e le restano i postumi indottrinati dalla family (fare il bagno nel lago completamente nuda, infilarsi nel letto della sorella mentre stà facendo l'amore con il marito), poi comincia la paranoia, la paura, il lento sprofondamento nella follia (i sassi gettati sul tetto della casa, i rumori notturni, il suv parcheggiato, il ragazzo che la fissa dall'altra sponda del lago, la telefonata, l'auto nell'emblematica e poco rassicurante chiusa finale), che sfocia nel party dato dalla sorella.

    Ormai i dettami della family le rimangono addosso come un marchio, siano essi come retaggio di pensiero o come una sottile angoscia indellebile

    Durkin lavora di sottrazione, in un narrato lento e sofferto, tra i ricordi dolorosi della family e la "nuova" Martha in balia delle proprie fobie e paure, figlia di un modo di vivere che rifiuta i dettami del vivere quotidiano (o borghese), che sfociano in cattiverie verso la sorella

    Il guru della setta (un luciferino e mansoniano John Hawkes) che "iniza" le ragazze alla purezza e alla "disintossicazione", stuprandole in stato di semi incoscienza (il beverone alle erbe rosemaryano), dedica canzoni a Martha (e quì c'è tutta la purezza del cinema settario mansoniano anni 70), insegna a sparare (il gatto sofferente malato di cancro), raid notturni nelle ville borghesi per trafugare oggetti di valore, finchè l'home invasion degenera nel sangue e nella morte (gli omicidi Tate/La Bianca sempre impressi nella memoria), orge e deliranti discorsi sulla morte come attimo celestiale e sul nirvana

    Durkin spulcia il cinema settantiano (soprattutto Altman, Polanski, Penn) e si balocca con stilemi e barlumi bergmaniani e hanekiani, divergendo la sua opera prima in suggestioni quasi oniriche , in un racconto pieno di sofferenza e disagio (Martha non parlerà mai alla sorella della comune, Martha vive la propria sofferenza orinandosi addosso, non dormendo, spaventata da ogni fruscio, terrorizzata dal suo precedente vissuto, quasi "lobotomizzata" da una setta che quando ne fai parte non ne puoi più uscire

    Martha e davvero controllata dalla comune o e solo frutto della sua mente instabile e della sua paranoia? A questo Durkin non risponde, lascia che sia lo spettatore a decifrarne il vero contenuto

    Peccato che il film pecchi di un autorialità un pò snob che ne limiti il risultato finale (classico delle pellicole Sundance), dove Durkin sembra si balocchi con il genere (il thriller, l'horror, il cinema della paranoia), ma la patina autoriale che fàtantocinemaimpegnato ne frena gli intenti e annacqui un pò il tutto

    Resta comunque un opera originale, profonda, pregna di inquietudine e tormenti, che quando sembri diventi noiosa, spiazza con svolte narrative impreviste.

    Bravissima la Olsen (non di meno la Paulson) e di lascivia ambigua il guru mansoniano di Hawkes

    Martha non può fuggire, se non da sè stessa

    Opera straniante (anche se non riuscitissima) che và ad aggiungersi al nuovo cinema settario (The Sacrament, The invitation, Red State)

    La morte è il momento più bello di tutta la nostra vita
    Ultima modifica: 28/12/18 14:33 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 25/09/17 10:20
    Consigliere - 26006 interventi
    Buono il dvd della Fox Video

    Formato: 2.40:1

    Audio: italiano (5.1), inglese (5.1), russo (5.1)

    Sottotitoli: italiano e inglese per non udenti, danese, finlandese, norvegese, russo, svedese

    Come extra è presente il cortometraggio di Sean Durkin Mary last seen

    Durata effettiva: 1h, 37m e 46s
  • Discussione Capannelle • 28/12/18 14:30
    Scrivano - 3520 interventi
    Per la serie "promettenti giovani registi scomparsi nel nulla".
    Pare che Durkin stia completando un film (the Nest) con Jude Law ma i 7 anni di assenza dalla sala sono rimasti qualcosa di deludente.