Nel deserto, alcune persone sono ostaggio di un gruppo di banditi dentro una stazione di servizio. Uno dei prigionieri, un poeta fallito, si offrirà di sacrificarsi per salvare la vita della cameriera, che sogna una vita migliore. Interessante dramma che offre a Bogart il primo grande ruolo, con il quale inizia a costruire il suo personaggio di gangster antieroico, violento ma anche esitante e complesso. Molto moderno per i tempi, oggi appare inevitabilmente datato, anche per il doppiaggio d'epoca. Grandi la Davis e Howard, che impose Bogart nel ruolo di Duke.
Dramma a tinte noir di chiara origine teatrale (la vicenda si svolge in un unico ambiente) che ha il merito, nonostante la staticità dell’azione, di mantenere alta la tensione per tutta la sua durata. Merito della sceneggiatura (tra cui figura il nome di Delmer Daves) e di un buon cast di attori su cui spicca un Bogart al primo ruolo di una certa importanza della sua carriera.
Prigionieri di banditi e del destino in una pellicola che in mano ad Hitchcock sarebbe stata un cult (essendo la sceneggiatura in Hitch style). Emerge l'attorialità della Davis che "parla" con i suoi occhi un linguaggio che si chiama cinema e Bogart agli inizi, ma già bravo. La foresta pietrificata si vede poco, ma si intuisce metaforicamente. In definitiva un dramma di impianto teatrale.
Uno scrittore giramondo sull'orlo del fallimento, anche personale, si innamora di una ragazza che lo ospita e gli dona nuova linfa vitale e ottimismo. Una storia d'amore che si tinge di noir, allorché i conflitti dell'anima si accavallano a quelli ben più terreni e brutali del vile danaro. Leslie Howard (il futuro Ashley di Via col vento) offre una prova superba di capacità attoriale e duetta con un altro mostro sacro quale Bogart. La Davis è, invece, la ribelle amata del protagonista. Gran bel film.
Due personaggi antisociali, individualisti, autodistruttivi, nichilisti e romantici (tutto a modo loro); l'uno specchio infedele dell'altro: il gangster (Bogart) e lo scrittore (Howard) si oppongono all'ordine costituito con gli strumenti che hanno a disposizione ovvero il crimine e la dialettica; ma dimostrano anche una forte disposizione ad amare e a essere amati. Film curioso (forse un po' verboso) da vedere anche per l'asfissiante atmosfera desertica.
Tratto da un lavoro teatrale, con la vicenda che si svolge quasi totalmente in una piccola locanda ai margini del deserto. Il regista riesce a far crescere la tensione, sebbene i dialoghi risultino inevitabilmente datati (il film è degli anni 30). Più apprezzabile la prova degli attori, con Howard e la Davis giovanissimi ma assai carismatici e mal serviti da un doppiaggio troppo pomposo. Folgorante Humphrey Bogart ad uno dei primi ruoli importanti ma già attore di spessore. Non male nel complesso.
Destini che si intrecciano in una locanda isolata ai confini del deserto: uno scrittore senza soldi e senza illusioni, una giovane donna piena di speranze in un futuro migliore lontano dal luogo desolato dove vive, un gangster in fuga senza più nulla da perdere. Come quasi tutte le trasposizioni tratte da opere teatrali, il film punta le sue carte sul cast, già rodato sul palcoscenico: accanto a Howard e Davis, che avevano già riscosso gran successo due anni prima, Bogart disegna un gangster dal corpo contratto e lo sguardo febbrile, ombroso e laconico, memorabile.
Melodramma (un po' superficiale) famoso più per gli attori coinvolti che per l'effettiva riuscita. La vicenda sentimentale è forzata e i caratteri coinvolti si limitano a un prevedibile cabotaggio psicologico. La trasposizione dal testo teatrale blocca il pregevole cast in un legnoso andirivieni e solo Bogart spezza tale gioco infondendo una nota di cupezza: da vero perdente individualista qual è, in lotta contro la macchina dell'ordine costituito mobilitata per distruggerlo. Sopravvalutato.
Un angolo sperduto nel deserto dell’Arizona si trasforma nel più affollato quartiere metropolitano d’America. Malinconici scrittori, aspiranti pittrici, reduci di guerra, una coppia in vacanza e un gangster ricercato. Il film di Mayo cattura melodrammi e atmosfere da noir in una piccola cornice assolata e desolata. Dialoghi al vetriolo, Bette Davis, Humphrey Bogart e Leslie Howard. Non si potrebbe chiedere di più. Delizioso.
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HomevideoXtron • 2/05/15 13:58 Servizio caffè - 2147 interventi
C'è il dvd WARNER BROS
Audio italiano e inglese
Sottotitoli vari tra cui l'italiano
Formato video 4/3
Durata 1h18m54s
Extra: Trailer, dietro le quinte, presentazione, cinegiornale, cartone animato, cortometraggio
Quando la Warner acquisì i diritti di questo film, decise di assegnare il ruolo del killer evaso ad Edward G. Robinson. Fu solo dietro le forti insistenze del protagonista Leslie Howard, che aveva interpretato la pièce con Bogey in teatro, che si decise di assegnare a lui la parte. Howard minacciò di non firmare il contratto senza Bogart nel cast.
Lo stesso Bogart non dimenticò mai quel gesto, che gli aveva spianato la strada del grande successo, tanto da chiamare la sua seconda figlia con la Bacall nata nel 1952 Leslie Howard Bogart in memoria dell'amico attore nel frattempo scomparso in guerra.