La felicità è un sistema complesso - Film (2015)

La felicità è un sistema complesso

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

Location LE LOCATIONCineprospettive

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Fa un mestiere per nulla chiaro, Enrico (Mastandrea), che ai non addetti il film non pare aver intenzione di spiegare per un po'. Poi finalmente si capisce: si occupa di gestire il passaggio di mano nelle grandi aziende, come quella in cui il proprietario muore in un incidente stradale e a ereditare sono i due giovani figli. Una transizione dolorosa che porta con sé mille incognite, specie se i figli nulla sanno di conduzione e candidamente sperano di poter salvare capra e cavoli senza licenziare nessuno. Eppure le vicende legate al lavoro sembravano secondarie all'inizio, quando una giovane israeliana (Yaron) si era piazzata in casa di Enrico usando le chiavi del di lui fratello: i battibecchi,...Leggi tutto i divertenti scambi tra i due sembravano preludere a una commedia spiritosa e brillante. Niente da fare invece, perché subito il regista piazza una lunga sequenza muta, musicata, in cui si racconta l'incidente in auto e il funerale dei proprietari della Lievi, l'azienda che chiama Enrico e il suo collega Carlo (Battiston) per seguire il passaggio ai figli. Già qui si intuiscono le ambizioni autoriali del regista, che infila lunghi intermezzi musicali a commentare spesso scene poco o per nulla significative, che si perde in dialoghi talvolta estenuanti interrotti da vuoti silenzi, che sembra quasi seguire un flusso casuale di pensieri che corrispondono nello spettatore al tedio di chi s'accorge di come i ritmi d'improvviso crollino. E finché c'è Mastandrea al centro della scena, capace da solo di reggere mirabilmente intere sequenze con la sua ironia sommessa dimostrando una maturità d'attore straordinaria, il film si barcamena discretamente, con punte ottime; quando invece si lascia troppo spazio ai giovani, all'amica israeliana (che farà amicizia coll'ereditiera quindicenne) o agli sperimentalismi velleitari del regista (si pensi alla corsa in skate sotto la galleria nel finale), quanto di buono costruito fin lì si sfalda smascherando l'inconsistenza di fondo dell'operazione, che per voler dire chissà cosa calpesta le regole non scritte della buona commedia. Così anche il buon lavoro sulle location o sulla colonna sonora (notevole il recupero delle splendide "She's a Rainbow" degli Stones e "You Shoved Me" dei Turtles, eccellente la ripetuta “In a Manner of Speaking” dei Nouvelle Vague featuring Camilla) finisce con l'infrangersi contro il muro di un'incomunicabilità che pare più quella del regista che non dei protagonisti. Per qualche momento azzeccato (il karaoke improvvisato con una canzone inventata, ripresa però alla grande sui titoli di coda dai Cani), troppi sono quelli in cui anche un ottimo attore come Battiston si trova a filosofeggiare vanamente, magari tra una pera di eroina e un giro in canoa sul lago. Senza i troppi riempitivi, i rallentamenti inutili, le fasi “new age” sull'onda di brani musicali che diventano eccessivamente protagonisti, emergerebbe meglio anche il buon lavoro sugli attori, ad esempio. Un film altalenante, a tratti irritante.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/11/15 DAL BENEMERITO XAMINI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 28/11/15
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Xamini 27/11/15 00:15 - 1252 commenti

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Commedia che non spende grandi chiacchiere sull'esistenza, ma fa quadrato attorno al registro umano di Mastandrea che dà anche l'impressione di lasciare molto di sé al suo personaggio. Un professionista che si occupa di convincere giovani rampolli senza spina dorsale a mollare l'osso; sono due gli eventi a costringerlo a fare i conti con la propria morale. Zanasi dirige in modo talora confuso, tal'altra poetico, riuscendo a inanellare qualche trovata che vale il biglietto.
MEMORABILE: Il momento del "capovolgimento"; Loro sul letto; Il finale

Markus 28/11/15 10:24 - 3687 commenti

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Il soggetto, anche interessante, fotografa una certa attualità nel mondo del lavoro d'oggi, con personaggi di taglio moderno. Punto a favore di un'opera dal respiro internazionale (che farebbe molto bene al nostro cinema) il cui valore aggiunto - che si fa presto fondamentale - è Mastandrea. Zanasi tenta la via di una certa pretesa autoriale, ma senza la capacità nel renderla accettabile; quindi, ed è questa la magagna, i momenti sofisticati e l'eccessivo uso di spazi musicali/onirici si fanno presto monotonia. Deliziosa la Yaron.

Deepred89 29/11/15 02:16 - 3706 commenti

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Poteva essere un passabile mediometraggio, ma dopo il primo promettente quarto d'ora insieme all'auto dei due capi azienda si inabissa anche il film, con Zanasi che, credendosi Sorrentino, inonda la commedia di dialoghi introspettivi degni della peggior fiction Rai (agghiacciante quello tra le due giovani) e di orride scene-videoclip che manco il Dolan più bamboccesco). Mastandrea, mai amato dal sottoscritto, possiede qui una garbatezza che getta luce su tutto il resto e salva il film dal baratro. Adorabile, in ogni caso, la giovane viandante.
MEMORABILE: Curiosamente, la scena più a rischio sfacelo risulta l'unica riuscita del film: Mastandrea ubriaco che canta nel locale.

Paulaster 17/03/16 09:40 - 4417 commenti

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Zanasi ripropone gran parte del cast di Non pensarci ma stavolta non crea alcuna alchimia tra i personaggi. La ricerca di una purezza d'animo e una redenzione è solo un gioco di stile e il proporre canzoncine da pathos emotivo alla lunga strema per la ripetitività. Mastandrea è solo a tratti credibile e l'ambiente di lavoro non dà nessun input (a parte un paio di frasi fatte). Conclusione sconclusionata con Battiston che non è Seymour Hoffman e classico face to face in stazione. Almeno i ragazzi sembrano sinceri.
MEMORABILE: In negativo: il lavoratore che si dà fuoco in piazza.

Galbo 2/04/16 06:12 - 12392 commenti

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Sorta di collocatore di aziende per conto terzi, il personaggio interpretato da Mastandrea in questo film di Gianni Zanasi vive un sottile malessere esistenziale. Il film ha delle premesse interessanti e originali ma spreca in parte il proprio potenziale. La storia è troppo diluita e spesso la direzione è incerta con vezzi autoriali sterili. Rimane tra l'altro l'ottima prova di un protagonista sempre più bravo e un ottima colonna sonora.

Ira72 7/01/17 10:14 - 1313 commenti

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Troppi pizzi e merletti in una commedia dal grande potenziale. Convincenti gli attori, uno su tutti Mastandrea, buona la trama, deliziosa la colonna sonora, azzeccati i montaggi, le inquadrature e le ambientazioni. Non è un "filmetto", per capirci. Purtroppo, però, è a mio avviso sporcato da inutili e tediose lungaggini, a volte oniriche, altre grottesche, altre ancora puerili e coatte. Sfoltito, il film sarebbe risultato scorrevole e non prolisso. Peccato!

Capannelle 29/05/16 19:23 - 4411 commenti

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Insomma. Zanasi ci prova a fare un film che vada oltre il banale e catturi l'attenzione, ma le scelte non convincono del tutto. Il cast ci sarebbe, tra la capacità di Mastandrea, la soave new entry Yaron e qualche altro viso azzeccato. Però le premesse non vengono confermate nel secondo tempo e alcune sequenze che vorrebbero essere evocative, pregne di significato, fanno invece sorridere (il consesso della purezza, il giovane che si dà fuoco) e sgretolano la forza del racconto.

Il ferrini 23/11/16 22:39 - 2357 commenti

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Questo film, come da titolo, è un sistema complesso. Gli ingranaggi che lo compongono sono quelli del mondo del lavoro e delle relazioni umane, in mezzo ai quali Mastandrea si districa con magistrale scioltezza, utilizzando l'intero spettro delle sue espressioni. Bravo anche Battiston, sebbene relegato a un ruolo piuttosto marginale e incisiva la Yaron, vero motore degli eventi, sebbene non particolarmente loquace. Colonna sonora che resta impressa, così come alcune sequenze particolarmente visionarie. Qualche sforbiciata avrebbe giovato.
MEMORABILE: Mastandrea e la Yaron sospesi per aria sopra il letto.

Hackett 8/12/16 14:55 - 1867 commenti

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Commedia amara che si schiera contro il marcio della new economy a difesa di valori più umani nei rapporti tra le persone e i grandi giochi di potere. Arriviamo a questo grazie a un bravo Mastandrea, capace di dare sempre la faccia giusta ai diversissimi personaggi che interpreta. La regia è abile e mescola la routine da cinema italiano con momenti quasi onirici, piccoli videoclip dove si può godere dell'eccellente compilation sonora. Forse un po' di manierismo, ma in sostanza una mini via di fuga dall'omologazione di molto cinema nostrano.

Nando 16/12/16 16:09 - 3814 commenti

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I dubbi etici e morali di un rottamatore di aziende che trova una sua diversa dimensioni relazionandosi con tre ragazzi. Mastandrea è credibile nella sua interpretazione e mostra oramai quella duttile esperienza che gli consente di spaziare con mestiere. Alcuni momenti appaiono, probabilmente, prolissi, ma nel complesso la narrazione scorre lineare.

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Piero68 22/12/16 11:18 - 2957 commenti

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Secondo lavoro di Zanasi-Mastandrea-Battiston, molto deludente. Una sorta di tagliatore di teste per dirigenti perde la sua concretezza quando incontra due ragazzini neo orfani, eredi di un grosso impero economico. Troppo lungo e noioso, con molte scene inserite come mero riempitivo e gag divertenti praticamente a zero. Se voleva essere una critica al moderno meccanismo imprenditoriale non riesce a scalfire nemmeno il guscio. Poco incisivo Mastandrea, ancora meno Battiston. Se si aggiunge che poi non ha nemmeno i toni da commedia... Sconsigliato.

Rambo90 21/04/17 18:58 - 7697 commenti

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Non male, ma poteva essere sfruttato meglio il soggetto particolare, che parte da un lavoro curioso e da un incontro bizzarro. Invece la regia sceglie una strada lenta piuttosto che brillante, soffocando il ritmo con rallentamenti di troppo e scelte di stile inutilmente rarefatte. Mastandrea regge alla grande la scena, fa sorridere spesso e rilancia il ritmo quando sembra ristagnare un po' troppo. Buoni anche la colonna sonora e alcuni battibecchi con la brava ragazza israeliana, ma senza tanti intoppi sarebbe stato migliore.

Lou 26/04/20 12:40 - 1121 commenti

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Film insolito, con andamento irregolare e momenti di sospensione non sempre comprensibili o coerenti, ma anche per questo apprezzabile. Il volto straniato di Mastandrea si adatta perfettamente allo sguardo attonito di Zanasi nei confronti della disumanità dei contesti aziendali, in cui trova spazio un sottobosco popolato da figure squallide. Qualche eccessiva pretesa autoriale, ma anche spunti curiosi e personaggi centrati. Ottima la soundtrack.

Victorvega 15/08/21 12:57 - 502 commenti

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La trama è un po' complessa e il film fa ben poco per renderla fruibile allo spettatore, presentando fasi poco spiegate e una narrazione sfilacciata. Peccato, perché conta sull'interpretazione di Battiston e, soprattutto, Mastandrea, convincenti come loro solito. Sullo sfondo rimangono location di zone poco sfruttate da parte di un certo cinema, e perciò interessanti. In sostanza, il tutto appare come un'occasione persa.

Muttl19741 16/06/23 21:50 - 164 commenti

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Accozzaglia di lungaggini e di esercizi autoerotici di stile senza capo né coda. Si assiste a un'eterna attesa di Godot,  sorge una continua speranza di svolta, che non arriverà mai. Sembra un film eseguito su commissione, senz'anima, senza storia, senza passione. Si salvano qualche interpretazione, la colonna sonora e i luoghi delle riprese. In particolare Mastandrea si impegna molto e si mette in gioco, ma non pare funzionare l'intesa con l'attrice protagonista.
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  • Discussione Raremirko • 16/08/18 22:31
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Del film ricordo una convincente prestazione da parte di Battiston, qui in un personaggio sgradevole.