Impacciato maestrino di provincia con velleità erotiche si innamora, ricambiato, di una bella ragazza veneziana, ma di famiglia ricchissima... Poteva venir meglio questa commedia con pruriti in cui Lado prova la carta di un Morandi parolaccioso e sessualmente intraprendente (c'è anche un nudo integrale, ma controfigurato). Ma la satira sociale è greve, il cotè sentimentale un po' melenso (e non mancano le corse degli innamorati al ralenti), il ritrattino di provincia superficiale. Comunque guardabile. Mini apparizione del futuro Gaspare!
Il problema principale è il protagonista Morandi, attorialmente surclassato da troppi. Molti, infatti, sono bravissimi: Raspani Dandolo e Goodwin perfette, Darel e Torosh espressivamente notevoli e affascinanti, Garriba centrato. La Piccolo (qui ragazza dall'orgasmo facile) è come Venezia (l'amore di Lado per la città spicca assai): bellissima. La storia ha non pochi momenti melensi, ma si lascia guardare.
MEMORABILE: La Darel che si spoglia a Villa Condulmer.
Aldo Lado si cimenta in una commedia (chiamiamola così) che mischia il sentimentale, l'erotico ed una leggera lotta di classe. Gli attori sono Gianni Morandi (finalmente alle prese con un non-musicarello) e una Ottavia Piccolo bellissima, con uno sguardo che surclassava quello di Stefania Sandrelli. Cornice veneziana sempre apprezzabile, minuti finali un po' tirati via.
Film di rara cagneria girato a due metri da casa mia con top moments nel quale si racconta di patemi che spero, vista l'epoca, abbian trovato platee sghignazzanti. Vale la visione per un Morandi giovane, povero, in amore ma anche "in calore", che si mena tra Badoere e Venezia innamorato di una giovane Piccolo dall'orgasmo facile. Un musicarello con incongrue scivolate nel sex grottesco, storia di un pirla che viene rimorchiato restando puro. Top scene: il sogno del matrimonio, l'imbarazzante fellatio della povera Goodwin. Venezia era bellissima.
MEMORABILE: Il termine "sverginare" e "fare la festa"; Morandi che viene e dice "Mamaaaa miaaaaa".
Un film non malaccio con un Morandi che se la cava (abbastanza) bene contornato da un cast indovinato (bellissima la Piccolo, notevole la Darel e bravo Garriba). Lado dirige ancora a Venezia e disegna una storia che però, quando sfocia in scene drammatiche, non è molto convincente.
Così così... Gianni Morandi lo preferisco come attore piuttosto che come presentatore televisivo. La Piccolo è graziosa, ma ridicola quando geme e mette in mezzo la Madonna. Il film scorre, ma alcune assurdità lo penalizzano parecchio. Il finale poi è da buttare via.
Curioso e buffo (tanto per stare originali). Bella Venezia e bella la Ottavia, mentre il film, per quanto davvero inconsueto grazie allo strano comportamento dell'"eterno ragazzo", è spesso noioso e poco interessante. Lado comunque dimostra la sua linea anche qui, dove la violenza fisica (vista bene altrove) è surrogata dal linguaggio poco familiare dell "eterno ragazzo" e da qualche puntata trasgressiva che potrebbe stupire i fan "normali" del famoso protagonista. Con un po' di spessore aggiunto, il film poteva pure essere davvero buono. Vale **.
Il film sarebbe banale, come trama, ma la bravura di Lado a creare i personaggi la si sente. I genitori di lei sono odiosi, anche se ben lontani da quelli di Gerard in Morire d'amore; la madre è tutta un viaggio... tonda, bigotta, ignorante, vede solo lo scandalo e l'importanza del denaro, per il resto ha il paraocchi; una figlia che soffre di predisposizione agli orgasmi e Morandi che è un puro di sentimenti, ma tutt'altro che tonto, anche se il suo fisico da spiaggia fa prorio ridere. In più le solite differenze fra Padova e Venezia vs Badoere...
MEMORABILE: Quando Morandi, dopo l'ecatombe, si consola con l'albergatrice; La battuta sui veneziani che non hanno l'obbligo dell'auto per rimorchiare le ragazze...
Fedele trascrizione del colorito romanzo di Berto, con piccole aggiunte per favorirne l’adattamento cinematografico. Tolti Morandi, scialbo e inefficace nell’esprimere le insicurezze esistenzial-sessuali dello sprovveduto Antonio, e un Billi fin troppo borioso, la corrispondenza tra personaggi e attori raggiunge talvolta la perfezione, come nel caso dell’angelica Maria della Piccolo e la sua bigotta e sprezzante madre resa dalla Raspani Dandolo. Ugualmente centrata l’affittacamere della Goodwin con le sue voglie ben poco nascoste. Scorci veneziani coprotagonisti, nel film come nel libro.
MEMORABILE: Morandi sotto la pioggia che cammina sui tacchi per non rovinare le scarpe nuove; i commenti del barbiere (Casellato).
Aldo Lado HA DIRETTO ANCHE...
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