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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Da Carlo Carlei (successivamente regista in America con FLUKE) un film costruito sulle suggestioni visive. La storia è poco più di un canovaccio sul quale lavorare a fondo sulle immagini, lo si capisce fin dai titoli di testa. Una fotografia molto elaborata, densa di contrasti e colori vivacissimi supporta una regia che vuol farsi notare con morbidi movimenti di macchina e inquadrature mai banali, ma che per cercare l'impatto e la ricercatezza formale dimentica che il gran film ha pur sempre la necessità di una buona sceneggiatura. Mentre qui, se pure è scusabile inizialmente - per dar spazio al prologo d’effetto...Leggi tutto (e molto sanguinario) - che si trascurassero i dialoghi e le spiegazioni, poi non si doveva proseguire ripetendo la medesima situazione senza in pratica un briciolo di variazioni. Come ben si evince dal titolo, infatti, seguiamo per tutto il film il ragazzino sfuggito all’assassinio in massa della sua famiglia che cerca di scappare dalle grinfie dei sicari intenzionati a completare l'opera. Carlei punta tutto sull’atmosfera, sulla fondamentale colonna sonora dominata da tocchi di pianoforte, sugli insistiti ralenti e cerca di dare al suo protagonista un'umanità non comune attraverso gli sguardi spaesati, il perseverante mutismo, le costanti indecisioni che lo portano spesso a sbagliare. Come potrebbe davvero comportarsi un bambino normale in una situazione tanto drammatica? Non era facile immaginarlo, ma Carlei ci prova e dà vita a un'opera insolita, sospesa, a tratti geniale. Anche molto pesante, se non ci si accontenta di considerarne l'alto valore artistico. Un lavoro singolare, da rivalutare in pieno.

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Lucius 2/12/10 01:48 - 3015 commenti

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Fuggire per sopravvivere, fuggire scioccati con il terrore negli occhi per gli shock emozionali subiti, senza neppure rendersi conto del dolore, di quanto la vita possa cambiare in un istante. Ottima prova attoriale del giovane interprete di una pellicola livida e improntata sul genere de La piovra, caratterizzata da una fotografia calda e avvolgente che contribuisce ad incorniciare una storia spietata che inizia con una strage di morti ammazzati sull'Aspromonte. Colonna sonora curata e coinvolgente. Emozionale.

Kanon 21/03/12 13:46 - 604 commenti

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Cartoline dall'Aspromonte. C'era bisogno di farci un film? Si, se è servito a spalancare le porte di Hollywood, fucina di prodotti simili. Il pupo, con quella faccia arriva e con quella rimane, funge da utile e dilettevole: oltre a correre e rincorrere per salvarsi la gioventù, dà modo alla regia di far sfoggio tecnico con slow motion, steadycam, musiche d'effetto e via via laccando la cornice. Non essendo molto prodigo di chiarimenti, mi riservo il dubbio sulla totale innocenza del fanciullo. Ammaniti o Salvatores: chi dei due passò di qua?

Daniela 5/04/12 17:34 - 12606 commenti

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Ragazzino unico sopravvissuto alla strage della propria famiglia scopre che la stessa, fra un'impresa criminale e l'altra, aveva pure rapito un coetaneo, ucciso prima di riscuotere il riscatto. Il ragazzino fugge, si rimpiatta, poi rifugge, senza peraltro mutare troppo l'espressione di innocente stupore... Girato con grandi svolazzi tecnici (ci sono pure riprese in deltaplano), un film che lascia spesso basiti, ma non per la commozione, piuttosto per la rozzezza di certi passaggi (vedi nel finale la terribile visione del fanciullo ferito). Gli americani hanno gradito, qui da noi assai meno.

Belfagor 19/04/12 10:14 - 2689 commenti

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Unico sopravvissuto al massacro della propria famiglia, un ragazzino scopre che questa era implicata in attività criminali ed è costretto alla fuga. Carlei puntava chiaramente al palato d'oltreoceano, come testimoniano le svariate velleità tecniche e registiche: steadycam, riprese azzardate, slow motion e chi più ne ha più ne metta, una confezione leccata e pesante per coprire una sceneggiatura labile. Alla fine, sembra di assistere ad una giustapposizione di sequenze messe lì per far applaudire qualcuno a Hollywood.

Galbo 11/01/13 07:17 - 12372 commenti

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L'espressione (monocorde) del piccolo protagonista (si poteva scegliere meglio) accompagna l'opera di debutto di Carlo Carlei, da noi giustamente poco considerata dal pubblico. Si trata di un film furbetto, portatore di visioni sociologiche come minimo discutibili e che si può per il resto ridurre ad una cartolinesca rassegna dei luoghi nei quali è stato realizzato. Se si aggiunge la prova mediocre del cast il quadro è completo.

Lythops 30/07/16 18:06 - 1019 commenti

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Indubbiamente un lavoro serio per l'argomento trattato, che sotto certi aspetti affronterà anche Salvatores circa dieci anni dopo con Io non ho paura. Molto curato in particolare nel connubio fotografia/musica, a volte ripetitivo, difetta forse nel casting in cui i "cattivi" sono eccessivamente caricati, ma si compensa con la recitazione del piccolo Manuel Colao che, con gli sguardi più che con le parole, praticamente tiene in piedi tutto il film. Non indispensabile, ma buono.

Alex1988 2/08/16 18:44 - 728 commenti

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E' evidente che Ammaniti abbia attinto molto da questo film per la scrittura del suo "Io non ho paura", da cui Salvatores ha tratto il suo film. Il plot è abbastanza simile e la cura con cui è stato realizzato è notevole, per un esordio alla regia. Non ho particolarmente apprezzato il miscuglio di thriller e melò che ne è venuto fuori, ma va bene così. In Italia lo ignorarono tutti, all'estero fu molto apprezzato, tanto da essere candidato al Golden Globe come miglior film straniero.

Saintgifts 10/10/16 12:02 - 4098 commenti

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Carlo Carlei nella sua opera prima (dopo il lavoro collettivo di Juke Box) si affida maggiormente all'impatto visivo (con spunti presi da Hitchcock, De Palma) usando diversi mezzi tecnici e agli occhi del giovane protagonista, scelto immagino proprio per questa caratteristica. Caratterizza anche i protagonisti spesso in modo esagerato, in un senso e nell'atro, tutte scelte dettate dalla volontà di colpire, di stupire. Sorvola invece sulla sceneggiatura, non credibile in diversi punti e anche sui tempi, a volte dilatati esageratamente.

Alex75 24/04/20 16:50 - 876 commenti

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Carlei tratta un tema difficile evitando la trappola della retorica (soprattutto nello scarno, quasi brutale, incipit sull’Aspromonte), ma non riesce a rifuggire dal sentimentalismo (evidente nella seconda parte, costellato di ingenuità narrative e snodi piuttosto prevedibili, con un finale discutibile). L’esordiente Colao ha lo sguardo giusto, ma nel resto del cast l’unico a incidere (pur vedendosi poco) è il maestro d’armi Borgese. Notevole, quasi calligrafica, la cura della fotografia.
MEMORABILE: Lo sterminio della famiglia Putorti; La tavolata finale.

Pessoa 15/04/22 09:55 - 2476 commenti

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Un soggetto efficace, anche se non originalissimo, consente a Carlei di raccontare la criminalità con gli occhi disincantati di un bambino cresciuto troppo in fretta. Il film funziona, grazie a un buon ritmo e a un eccellente comparto tecnico capace di valorizzare al meglio il budget non particolarmente generoso e fa della regia accurata e non banale uno dei suoi principali punti di forza. Certo, la narrazione cade spesso nel luogo comune e quello che succede lo abbiamo abbondantemente già visto, ma l'utilizzo intelligente di un buon cast ne rende la visione comunque gradevole.

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Noodles 20/04/23 17:42 - 2196 commenti

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Un buon film drammatico, poco valutato qui in Italia ma famoso negli Stati Uniti. L'inizio è un colpo allo stomaco per la violenza decisamente inaspettata delle scene. Successivamente il tutto si riduce a un inseguimento alle volte credibile alle volte un po' meno, in mezzo a tanti riferimenti ai primi anni '90 e a begli ambienti. Nel complesso è però un lavoro piacevole e ben realizzato, con una buona regia e un'ottima fotografia. Nel cast quasi tutti deludono, compreso il bambino protagonista, ma ciò non rovina la generale sensazione di realismo. Da riscoprire.
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  • Curiosità Mauro • 4/12/16 11:10
    Disoccupato - 11903 interventi
    Il maestro d'armi di questo film è stato Sal Borgese, che ha anche interpretato un ruolo, quello del padre di Vito (Coalo), l'"innocente" protagonista della pellicola.
  • Musiche Alex75 • 27/04/20 16:30
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Tema del film, firmato da Carlo Siliotto:
    https://www.youtube.com/watch?v=VfD0rAWvm-0
    Ultima modifica: 27/04/20 16:30 da Alex75
  • Curiosità Buiomega71 • 16/05/22 19:15
    Consigliere - 25892 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Anni d'infanzia: dossier", lunedì 20 febbraio 1995) di La corsa dell'innocente:

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