La casa dell'orrore - We are still here - Film (2015)

La casa dell'orrore - We are still here

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/06/15 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Herrkinski 11/06/15 04:05 - 8111 commenti

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Se inizialmente l'ambientazione '70s e la casa possono far pensare a L'evocazione, ben presto il regista dimostra invece di voler omaggiare gli horror classici anni '70/'80; le influenze di Carpenter, Fulci (omaggiato a più riprese) e altri autori del periodo sono evidenti. Se l'originalità non è il forte del film, si apprezza comunque la realizzazione: ottimo il cast, suggestive fotografia e location, abbondante lo splatter, ritmo ben dosato. Horror retrò per chi rimpiange i tempi d'oro, realizzato con buon gusto e passione per il genere.

Viccrowley 22/10/15 23:32 - 814 commenti

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Non si può non voler bene a un horror che omaggia in maniera così sfacciata ed entusiasta mastro Fulci. Ben ritmato, cupo, malinconico, il film di Geoghegan è un susseguirsi di strizzate d'occhio al bell'horror che fu, riuscendo al contempo a mostrare una spiaccata personalità. Variegato e azzeccato il cast, dalla scream queen Crampton a Lisa Marie passando per Larry Fassenden che sembra richiamare l'atmosfera del suo Wendigo. Rintocchi lovecraftiani e creature che sembrano uscite dal Fog di Carpenter completano il godurioso quadro.
MEMORABILE: Il capo dei demoni chiamato Dagmar Lassander, chiarissimo omaggio all'attrice feticcio fulciana.

Daniela 18/01/16 08:08 - 12662 commenti

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Per superare la depressione provocata dalla morte dell'unico figlio forse non sarebbe una buona idea Rimini ad agosto, ma neppure andarsi a seppellire in una villa sperduta nella neve, con vicini inquietanti e villici ostili, senza dimenticare che è stata teatro di eventi tragici ed è pure infestata... Si può tirar fuori un buon horror da premesse così logore? L'esordiente G.ci riesce con una sceneggiatura accorta, attori che sanno il loro mestiere, la capacità di far percepire i riferimenti ad altri film come citazioni e non scopiazzature. Non racconta nulla di nuovo ma lo racconta bene.
MEMORABILE: In certe espressioni, Larry Fessenden ricorda in modo impressionante Jack Torrance

Kinodrop 12/07/17 17:52 - 2950 commenti

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Una solitaria villa nel freddo inverno racchiude misteri che con ciclo trentennale si manifestano in modo assai inquietante. Un horror old style che parte con pochi e discreti indizi per sfociare gradualmente nel sanguinario per mano di oscuri e vendicativi fantasmi "ustionati". Anche se il soggetto non brilla per originalità, sprigiona una certa forza in virtù di una regia "asciutta" e ottimi effetti speciali mai esagerati. Ben dosati i crescendo di tensione, grazie anche alla prova del cast. Geoghegan, un valido regista da seguire.

Buiomega71 15/12/18 00:58 - 2910 commenti

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Isolato in un'atmosfera invernale e fosca, zeppo di rimandi al nostro cinema (la bottiglia di J&B, la pallina da tennis che rotola per le scale alla Casa con la scala nel buio, il Fulci dell'Aldilà), credenze e popolini kinghiani; da haunting movie passa all'home invasion, sterzando nello splatter più viscerale (teste esplose e spappolate, interiora sconquassate, attizzatoi infilzati nell'occhio, coltelli piantati nella gola e geyser di sangue a profusione) dove Markus Koch ci dà giù che nemmeno Giannetto De Rossi. Piacevole gusto settantiano e puro amore per il genere.
MEMORABILE: La possessione di Larry Fessenden che sbava e delira con la voce di Dagmar; La pellicola che si rovina, stile grindhouse, sui titoli di coda.

Jena 8/02/20 13:13 - 1555 commenti

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A guardare bene quasi un reboot nascosto di Fog (la maledizione sulla città per un crimine della comunità, gli zombi, il finale quasi identico). Molto bene la parte iniziale con la gelida ambientazione invernale, meno convincente la deriva nello splatter estremo con situazioni un po' confuse (perché i villici si recano in massa a farsi massacrare nella casa visto che il sacrificio era finalizzato a non farsi massacrare?). Fa piacere rivedere Fessenden e Lisa Marie, bellissima attrice cult di Burton poi "scaricata". Benissimo Monte Markham.
MEMORABILE: La possessione di Fessenden; Gli zombi carbonizzati.

Lupus73 24/08/20 14:57 - 1494 commenti

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1979: coniugi si trasferiscono in una casa vetusta isolata e pensano di sentirci la presenza del figlio. Atmosfera nevosa e desolata, ottima fotografia (in generale ben confezionato), influenze e citazioni tra le più autorevoli: lo scantinato raimiano, la casa infestata con passato cruento, i coniugi medium che sembrano la caricatura dei Warren mentre la comunità inquietante del paesotto vicino (che si riunisce al pub) richiama certo folk horror. Si coglie un azzeccato rivolo di farsa che scorre sotterraneo. Riuscito e piuttosto cruento ma acerbo.
MEMORABILE: Il marito medium; I pre-titoli di coda con gli articoli di giornale sul passato della casa; La storia dei vecchi proprietari.

Pumpkh75 19/01/21 16:15 - 1749 commenti

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Granitico, fuligginoso, marcescente. Esempio solido di come si può fare ancora oggi un horror settantottino di pregio senza ricorrere a particolari novità, si vedano gli omaggi guantati a Fulci e Carpenter o la lineare costruzione di una tensione mai forzata o pretestuosa. D’impatto lo stridente contrasto tra l’esterno innevato e asettico e l’interno brulicante di naftalina e cellule morenti, di gratificante resa i titoli di coda informativi e il parco attori (menzione speciale per Barbara Crampton, perfettamente in parte, e Markham). Un gioiello di ematite.

Pinhead80 4/06/22 00:01 - 4759 commenti

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Una famiglia decide di trasferirsi in campagna dopo la morte del figlio. Qui avranno la percezione che lo spirito del defunto li abbia seguiti e contattano un'amica medium per mettersi in contatto con lui. Chi conosce bene il cinema di genere horror anni '70-'80 non faticherà a trovare mille citazioni (anche fulciane) tra un passaggio e l'altro della storia. Ma ci sono anche grandi influenze kinghiane (basti vedere il look di Fessenden) sia a livello di personaggi che a livello di storia. Il film non è poi così male e dalla possessione in avanti ingrana la marcia giusta.

Bubobubo 12/01/23 16:31 - 1847 commenti

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Un trauma familiare, un villino misterioso sepolto tra i boschi del New England, una torma di vicini ostili e sospettosi, due amici sciroccati con l'hobby dello spiritismo chiamati a trascorrere un fine settimana in compagnia: quello di Geoghegan è il più classico degli horror-patchwork contemporanei, dai topoi narrativi alle strutture formali con cui vengono assemblati, dall'apparato iconografico (con citazionismo esplicito, distribuito a pioggia) al cappello eziologico che inframmezza i titoli di coda. Il risultato diverte, ma è ben lontano dal meritare i peana critici intonatigli.
MEMORABILE: Lucio insegna che non bisogna mai lasciare un operaio scendere in cantina...; Il finale sanguinolento.

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  • Discussione Buiomega71 • 15/12/18 09:21
    Consigliere - 25998 interventi
    Un gustoso tributo al cinema di (de)genere settantiano, un piacevole "indie" che vive di atmosfere "cronenberghiane" fosche e invernali (la neve tutto copre), che si dipana (nei primi minuti non ci sono praticamente dialoghi) tra la ghost story classica alla Amityville, per sfociare in un home invasion , tra credenze e popolini che sembrano usciti dalla penna di Stephen King, per poi scatenarsi in un'inaspettata orgia splatterfeast (teste esplose a fucilate o spappolate modello Re-Animator, visceri sconquassati, attizzatoi infilati nell'occhio, manciata di coltellini da cucina piantati nella giugulare, geyser di sangue a profusione, con corpi risucchiati nelle scale che manco il miglior Wes Craven in vena di nightmarismi) e spizzichi crudeli (la telefonata nella pozza ematica)

    Inversione di twist non poi così banale (sicuri che la famiglia spettrale di Dagmar, che si aggira bruciacchiata a mò di hamburger con look marciscente ustionato modellato sul Blake di Fog, tra cantine alla Amityville Horror , sia poi colpevole e così cattiva?), la fotografia di Karim Hussain che tutto avvolge in una coltre di cupezza decisamente anni 70 , la gente del posto diffidente e ben poco ospitale (al dinner) come la tradizione insegna, possessioni demoniache dove il buon Larry Fessenden (sempre più tamarissimo) sì fa legare, sbava, e impreca con la voce di Dagmar, ingoiando pure un paio di calzini(!)

    Geoghegan (da tenere assolutamente d'occhio e segnarselo sul taccuino delle nuove promesse) rende tributo al nostro bel cinema che fu (la bottiglia di J&B, la pallina da tennis che rimbalza per le scale dello scantinato come ne La casa con la scala nel buio, il Fulci dell'Aldilà e di Quella villa), chiude i protagonisti in ambienti fetidi e squallidi, e se proprio su strade innevate in mezzo al nulla.

    Barbarella Crampton ancora di gran fascino e di gran maturità espressiva (nonchè mater addolorata) come appariva in You're next, Fessenden scimmiotta sempre più Jack Torrence, arrivando a esserne la caricatura grottesca e una ritrovata Lise Marie postburtoniana (e fricchettona)

    Markus Koch si sbizzarrisce in sfx succulenti e artiginali, sbroccando nel gore più trucido che manco Giannetto De Rossi.

    Finale in qualche modo poetico (Bobby in cantina) e chiusa sui pezzi di giornali d'epoca che raccontano la "maledizione" della cittadina, con la pellicola che si rovina come nei filmazzi grindhouse.

    Appetitoso piccolo horror che comincia come un poveristico (per via dei mezzi) Conjuring (ma molto più ruspante e genuino) e , poi, và in zona Stuart Gordon meets Lucio Fulci.

    A suo modo delizioso.

    Pumpkh, non lo faccio quasi mai (non è mia abitudine chiamare altri utenti), ma vedo che non c'è il tuo commento. Corri ai ripari, troverai pan (per focaccia) per i tuoi denti da Pumpkinhead. Vivamente consigliato per un horrorfan come te ;)
    Ultima modifica: 15/12/18 13:38 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 15/12/18 09:29
    Consigliere - 25998 interventi
    Ho il blu ray spagnolo della La Aventura che lo titola Todavia estamos aqui (da noi il film è ancora inedito), che come qualità pare un dvd.

    Formato: 2.35:1

    Audio: spagnolo, inglese (5.1)

    Sottotitoli: spagnolo e spagnolo per non udenti

    Come extra intervista a Ted Geoghegan al festival di Sitges, backstage del film, audio con il commento del regista e trailer.

    Durata effettiva del film in blu ray: 1h, 23m e 21s
    Ultima modifica: 15/12/18 09:31 da Buiomega71
  • Discussione Pumpkh75 • 18/12/18 14:26
    Addetto riparazione hardware - 433 interventi
    Grazie Buio. Il trailer l'ho visto da tempo e mi ha stuzzicato non poco. Diciamo che ho aspettato invano che uscisse in Italia, ma ormai dopo 4 anni inizia a farsi dura. Comincio a farmi un giro sui siti on line per vedere quale edizione prendere....
  • Discussione Pumpkh75 • 19/01/21 16:17
    Addetto riparazione hardware - 433 interventi
    Finalmente recuperato. Buio, il consiglio era azzeccato: nulla di straordinariamente innovativo, però è davvero fatto bene. Grazie per la dritta!
  • Discussione Buiomega71 • 19/01/21 16:34
    Consigliere - 25998 interventi
    Pumpkh75 ebbe a dire:
    Finalmente recuperato. Buio, il consiglio era azzeccato: nulla di straordinariamente innovativo, però è davvero fatto bene. Grazie per la dritta!
    Contento che hai apprezzato ( sapevo che l avresti trovato interessante)

  • Discussione Zender • 19/01/21 17:56
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Ma in che senso è un horror settantottino? Cos'ha a che vedere col 78 Pumpkh?
    Ultima modifica: 19/01/21 17:57 da Zender
  • Discussione Pumpkh75 • 19/01/21 18:06
    Addetto riparazione hardware - 433 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Ma in che senso è un horror settantottino? Cos'ha a che vedere col 78 Pumpkh?

    E'ambientato nel 1979, non proprio nel 1978, ma considerando anche un certo carattere nostalgico, ho coniato il termine settantottino mutuandolo da sessantottino. Diciamo che è' una "licenza poetica", e poi mi suonava bene.