La canta delle marane - Corto (1962)

La canta delle marane
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Anno: 1962
Genere: corto/mediometraggio (colore)
Cast: (n.d.)
Note: Testo di Pier Paolo Pasolini

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/06/12 DAL BENEMERITO PIGRO
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Rambo90 5/06/12 16:51 - 7701 commenti

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Visto durante una rassegna con la regista presente, è un breve documentario che racconta la giornata di alcuni ragazzini che fanno il bagno nella marana (come il Mericoni di Un giorno in pretura). Il testo che fa da sfondo al corto, scritto da Pasolini, è buono, anche se mischiato a una musica non proprio appropriata. Un po' lento, ma data la breve durata si lascia guardare.

Pigro 4/06/12 12:25 - 9672 commenti

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Il testo scritto da Pasolini ci conduce in una “marana”, dove i ragazzini del popolo si tuffavano d’estate. Lo sguardo della cinepresa scruta la banda di pischelli con indulgenza quasi nostalgica e con curiosità documentaria. La loro vivacità e allegria è frizzante, ma la recitazione della voce fuori campo (impostata) e una musica incongrua devitalizzano la potenziale energia dell’idea, quasi incorniciandola nell’aneddotico e folcloristico. L’inevitabile confronto con i primi film pasoliniani è purtroppo impietoso.

B. Legnani 6/03/17 00:49 - 5533 commenti

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Cortometraggio di soli tre minuti. Trasuda nostalgìa per il tempo trascorso e benevolo rimprovero verso i bimbi dell'epoca. Non è gran cosa, restando impresso solo per il recupero di un passato che non torna più e del commovente muoversi dei ragazzetti nella marana, disinvolti nell'acqua, assai meno nel gesticolare alla macchina da presa.

Marcolino1 19/07/20 13:58 - 553 commenti

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"L'amore è nella strada" diceva Pasolini, e anche qui ci si addentra profondamente nell'universo esterno naturale: vitalità, animalità, e, malgrado la violenza, legami umani viscerali e indissolubili. La realtà supera il lirismo ricercato, complice anche il dialetto, senza forzature o fini ruffianamente intellettuali. Pesano per incisività le parole percettibili solo dal movimento labiale, con l'audio silenzioso. Questi ragazzi straordinariamente anarchici sono cinema e al tempo stesso anti-cinema, poiché lo negano vituperando e inveendo contro l'occhio che li riprende.
MEMORABILE: Il furto fatto letteralmente "con i piedi" ma realizzato ad arte; La fuga davanti ai poliziotti inerti e impotenti; Il cane costretto a fare il bagno.

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