Abbandonate le velleità quasi autoriali del pessimo IL COSMO SUL COMO’, Aldo, Giovanni e Giacomo recuperano la loro formula classica per un film che però, anche se nella forma si avvicina ai vecchi successi, nella sostanza segna definitivamente il passo: l’alchimia pare irrimediabilmente persa e quel che ne resta è una modestissima commedia che solo quando i tre agiscono coralmente (salvo sporadiche eccezioni) riesce talvolta a recuperare la magia di un tempo. Arrestati la vigilia di Natale durante quella che a prima vista sembra una tentata rapina, i tre finiranno al commissariato dove una seccatissima Angela...Leggi tutto Finocchiaro (che dovrebbe essere a casa a festeggiare con la famiglia) è costretta ad ascoltare le loro storie ricostruite naturalmente in flashback alternati: Aldo è in crisi perché la moglie l’ha lasciato, Giovanni perché non riesce più a gestire la sua doppia famiglia (una in Italia e l’altra in Svizzera), Giacomo perché fatica a dimenticare la moglie morta ormai da dodici anni. Interrotti così da una Finocchiaro che sbuffa e cerca di costringerli a sintetizzare, dal suo assistente napoletano (Esposito) che è messo lì per abbozzare qualche battuta ma di fatto ne azzarda un paio in tutto il film, i tre raccontano le loro vicende come d’abitudine. Questa volta però a mancare è soprattutto la regia (Paolo Genovese), che non imprime un ritmo accettabile al tutto infilando una serie di pause dovute in gran parte a una pessima sceneggiatura, imparagonabile a quelle che sorreggevano i primi film del trio e che grazie alla quantità di situazioni comiche inserite e all’esplosività dei protagonisti trasformavano i loro lavori in commedie piacevoli e spassose. Qui gli spunti azzeccati sono pochi, i momenti davvero divertenti si contano sulle dita di una mano e non bastano una certa grazia e l’abituale a misura a salvare il prodotto. Le puntate svizzere di Giovanni offrono ben poco, e persino nel suo episodio (che ci si aspettava fosse il migliore) da ricordare c’è solo la sua personale guerra contro chi lo interrompe mentre cerca di dire la verità alle due mogli. Gli incubi di Giacomo dominati dal suo super-io cominciano bene ma finiscono immancabilmente per concludersi senza idee, Aldo ricorre al suo repertorio mimico per salvare il salvabile e persino la Finocchiaro, che nella parte del commissario potrebbe anche ritrovarsi, ripete le stesse gag all’infinito. A sprazzi ancora si intuisce il potenziale dei tre (che si presentano coi loro cognomi reali), ma le idee andavano sfruttate decisamente meglio, come nel caso del torneo di bocce (il "Memorial Gasparollo" in cui i nostri per ben quattro anni han perso la finale): non basta qualche strizzata d’occhio a Lebowski per dargli i connotati comici necessari. Ma è inutile concentrarsi sulle singole scene quando è proprio l’impianto complessivo a deficitare. Tracce degli antichi splendori si ritrovano qua e là, a testimonianza del fatto che forse, con un copione e una regia superiori, si potrebbe ancora fare qualcosa di buono. Per adesso tocca accontentarsi della misura, del tocco leggero che ancora non manca, della vaga riconoscibilità di uno stile che alla nostra commedia ha saputo offrire una via nuova alla comicità, del buon uso delle musiche che provano da sole, talvolta, a dare una marcia in più.
Non siamo ai livelli della "trilogia 1997-2000", ma è superiore ai lavori fatti dal 2002 in poi (salvo solamente il simpatico e volenteroso Tu la conosci Claudia?). Gran merito questa volta è anche dell'ottima Angela Finocchiaro, che considero tra i maggiori talenti comici presenti in Italia ed il redivivo Esposito (anche lui ex Gialappa's); tra equivoci, intrighi e gag al limite dell'assurdo il film scorre bene e per un attimo sembra di rivedere il mitico trio ai fasti di un tempo; l'unico film di Natale 2010 che ha meritato la mia visione.
Uno spietato corpo a corpo (che non vede vincitore) tra l'irrefrenabile senilità e il congenito talento. Se in taluni frangenti emerge il miracoloso affiatamento del trio (a mio modesto parere esclusivo portatore della tradizione comica nostrana), in altri si ha la sensazione di assistere all'ennesimo prodotto, squisitamente natalizio, adeguatosi ad uno standard sempre più preponderante. Si avverte una regia non convenzionale (per il trio), tendente ad "isolare" il soggetto, ed una finalmente (?) palese indole citazionista. Comunque sia, ad avercene. **1/2
In questo caso due indizi rischiano davvero di fare una prova. Se con il'imbarazzante Il cosmo sul comò si poteva parlare di rovinoso incidente di percorso, con questa pellicola si ha la conferma che i tre simpatici comici, o si sono esauriti, oppure hanno deciso che la gente non ha più pretese e che basta scimmiottare vecchie gag, buttare lì citazioni (Matrix, Il silenzio degli innocenti, Le iene...) e mischiare tutto con situazioni banali e macchiette spesso dozzinali (l'appuntato e la suocera) per accontentare lo spettatore. Leggermente meglio del precedente, ma comunque mediocre.
MEMORABILE: L'ispettore: "Ma no, non posso stare qui in centrale alla vigilia! Io dovrei essere a casa a fare le impronte di renna sulla farina".
Molto superiore all'imbarazzante Cosmo sul comò; in questa oretta e mezzo da passare al cinema a Natale, in un certo senso c'è da divertirsi spienseratamente; se il film si segue è solo merito delle buone interpretazioni del trio, ma in quanto a trama e sceneggiatura, salvo alcuni momenti validi, abbiamo una storia costruita senza tanta arte in cui il trio riutilizza smorfie e gag viste oppure prevedibili; il tutto fa sembrare al confronto titoli come Tre uomini e una gamba, Cosi è la vita e La leggenda di Al John e Jack film di altissimo livello.
Divertente commedia natalizia, esile e poco compatta ma tutto sommato godibile. La storia è poco più che un susseguirsi di sketch, narrati in flashback e legati insieme da qualche tema ricorrente, ma le gag sono numerosissime e in almeno in metà dei casi centrano perfettamente il bersaglio. Bravi i tre protagonisti, discreti Esposito e la Finocchiaro, decisamente mediocre (quando non pessimo) il resto del cast. Fastidiose la canzoni in colonna sonora e confezione un po' scialba. Comunque si ride parecchio, a patto di non porsi troppe domande.
Un cinepanettone che per la forza dei tre attori diverte con gli abituali toni cabarettistici. Nel loro stile, infarcito da componenti sentimentali che in definitiva fa sempre piacere vedere (per la cronaca, questa volta la love story ritocca a Giacomo). Flashback continui ci espongono le strampalate vicende dei tre personaggi qua riuniti in un'improbabile distretto di polizia capitanato da Angela Finocchiaro (sempre brava). Alcune volte si ridacchia, ma il più delle volte si sorride. Film semplice e adatto al periodo in cui è destinato.
Sicuramente migliore del precedente film ma ancora lontano dai primi, che erano veri e propri gioielli. Ad ogni modo come film italiano natalizio si salva, è gradevole nelle gag e nella recitazione dei tre, mai volgari e spesso anche geniali, coadiuvati da ottime spalle come la Finocchiaro ed Esposito. Il ritmo ogni tanto rallenta ma non fa nulla, è sicuramente un prodotto simpatico e leggero, non del tutto compiuto ma che testimonia la brillantezza che il trio ha ancora nel proporsi. Promosso.
MEMORABILE: Le apparizioni della Maionchi; i cambi di Giovanni negli autogrill; il cameo di Ponzoni; i sogni di Giacomo.
Decisamente buono. Era prevedibile che dopo un mezzo flop come Il cosmo sul comò (ma anche Anplagghed era deludente...) il trio milanese tornasse sui propri passi, sfornando un'altra commedia sui soliti temi amore-amicizia. Però funziona: molte sono le gag divertenti e le risate non mancano; ben assortiti anche i comprimari. Non siamo ai livelli degli esordi ma almeno viene interrotta quella parabola discendente che il trio aveva ormai da anni imboccato.
MEMORABILE: Per salvare un cardiopatico (in pericolo per l'esaurimento batteria del pacemaker) Aldo ha un'idea geniale: fare "cavallotto" con la batteria dell'auto.
I film di Aldo, Giovanni e Giacomo nascono come alternativa ai cinepanettoni di de Laurentiis, portando la comicità surreale e teatrale del trio in sala (e lo sappiamo). Ma da alcuni ann, il trio è in crisi d'idee, fallisce il bersaglio, interpreta film solo per contratto. Quest'ultimo, La banda dei Bebbi Natale, è comunque un tentativo di risalire la china, con simpatici momenti dati dalla presenza non solo dei comici ma anche di Angela Finocchiaro. Come altre pellicole, i migliori sono Aldo e Giovanni, mentre Giacomo è più intellettuale.
Tornano AG&G per riscattare l'insuccesso, soprattutto di critica, del poco riuscito Il cosmo sul comò con un film natalizio più classico, meno ambizioso delle prime esperienze cinematografiche del trio ma neanche un insieme di sketch come l'ultimo film. Operazione riuscita? Più sì che no: le risate magari non abbonderanno ma la storia, per quanto inverosimile, funziona abbastanza e i tre protagonisti sono simpatici, questa volta coadiuvati da una brava Finocchiaro. Certo, gli anni d'oro sono lontani ma, visti i rivali nelle sale, accontentiamoci.
Divertente commedia del trio più amato d' Italia, fa un salto in avanti rispetto al deludente Il cosmo sul comò. La storia è fragile mentre i momenti di comicità sono abbastanza numerosi (integrati da una brillante Angela Finocchiaro) e lasciano trascorrere una piacevole e leggera serata a chi lo guarda. Indubbiamente la qualità complessiva lascia a desiderare, in particolar modo le macchiette che sembrano buttate lì a caso.
La comicità firmata AGG resiste al passare degli anni grazie ad un affiatamento innato e alla costante ricerca del surreale nel quotidiano. È grazie a questi tratti che il film ottiene quella vitalità che caratterizza i lavori ispirati del trio. Vi sono però delle sbavature che sarebbe stato meglio asciugare, come alcuni personaggi secondari che cadono nella macchietta o un citazionismo meno azzeccato del solito. Comunque, grazie anche al cinismo della Finocchiaro e alla bella colonna sonora, dà la paga a qualsiasi cinepanettone.
MEMORABILE: Il cameo della Maionchi; Aldo e Ponzoni alle prese con il pacemaker; la Finocchiaro che riprende Giacomo quando fa il ruffiano.
Forse un film di transizione dopo lo scadente Il cosmo sul comò. Ne La banda dei babbi natale, il trio tenta di ripercorrere la strada dei precedenti grandi successi. Purtroppo la grazia dei primi film non viene raggiunta, ma almeno si recupera parte del divertimento. Sia pure con qualche pausa di troppo e penalizzati da una regia non impeccabile, i tre comici riescono a fare ridere con alcune gag azzeccate affidate sopratutto a Giovanni e Aldo e grazie all'efficace "spalla" comica di Angela Finocchiaro.
Il vecchio splendore non si riavrà più, ahinoi, ma superato questo trauma, possiamo provare a vederci questa, per niente malvagia, commedia. Tenuto conto della qualità media che si trova in giro, non posso non apprezzare questa comicità per niente volgare e a tratti (sporadici purtroppo) notevole. La storia è natalizia e quindi dolce e zuccherosa. Al di là di qualche furtarello da altre commedie, peraltro entrambe sul bowling, mi è piaciuta abbastanza e non mi sono sentito derubato come in altre occasioni. Piacevole.
Mi ha davvero stupito. Dopo gli ultimi insuccessi del trio sinceramente non mi aspettavo un grande performance, invece le vicende si intrecciano molto bene e le gag non mancano. Tutto funziona al meglio, nessun battuta scontata o volgare e le apparizioni della Maionchi sono memorabili grazie alla sua innata comicità. Un buonissimo prodotto.
Meglio tardi che mai. Finalmente siam tornati al tipo di film che meglio rappresenta il trio comico. Brillante, con ritmo e trovate esilaranti, stavolta supportate da una corona di "altri" personaggi molto positivi per la riuscita del film. Ottima la Finocchiaro, sorprendente la Maionchi nel suo cameo, bravi gli altri. Non è certo ai livelli di Chiedimi se sono felice, che considero il top del trio, ma sicuramente un ottimo film natalizio... E non chiamatelo cinepanettone: è offensivo, in questo caso.
MEMORABILE: Il tormentone del "Lecchino" tra Giacomo e la Finocchiaro è sempre efficace!
Fare un film più brutto de Il cosmo sul comò era decisamente difficile e almeno questo si è evitato. Se questa commedia però all'inizio incuriosisce e a tratti appassiona, dopo la prima metà cala vistosamente sino al penoso finale. Questa volta non ci sono colpi di scena o finali particolari ma solo una soluzione dell'enigma abbastanza inutile e frettolosa. Odiosissima la Maionchi e tra i tre, a sorpresa, il migliore è Giacomo.
Svanita la vena comica che lo contraddistingueva, il Trio tenta affannosamente di gettarsi a capofitto nella commedia brillante: purtroppo il risultato è fiacco e leggero. La narrazione, fitta di continui flashback, rende il plot sufficientemente interessante, sono i personaggi a non lasciare il segno: il tempo li getterà senza pietà nel dimenticatoio. Qualche battuta riuscita e il ritmo sostenuto non bastano a salvare la baracca. Divertente e sincero l'omaggio a Jesus (John Turturro in Il grande Lebowski). **
Tre amici diversissimi fra loro attraversano varie peripezie e alla fine si ritrovano più uniti di prima. L'avete già sentita? Anch'io. L'equivalente beneducato dei Natalidaqualcheparte dei Vanzina co., questo panettone del Trio che strappa "sorrisi di tregua" ad ogni gag (Paolo Conte, semi-cit.). Non riescono ad essermi antipatici mai, ma temo che questo film sancisca definitivamente che il ciclostile è ormai il loro stile. Non male il cast di contorno, Finocchiaro su tutti.
Commedia gradevole ma provvista di uno sviluppo narrativo risibile che annovera trovate prive di originalità. Gli antichi fasti del trio qui non sono del tutto espressi e per giungere alla fine si rischia il trascinamento faticoso. Encomiabile l'assenza di volgarità, ma la risata giunge a fatica.
Decisamente non il migliore del trio. Ci sono momenti davvero brutti (l'episodietto con Cochi Ponzoni) e lunghe situazioni altrettanto scadenti (il pendolarismo internazionale di Giovanni, come Buzzanca di Professione bigamo...), oltre a un pre-finale in stile Hellzapoppin' che proprio non convince. Il meccanismo a flashback riduce il tutto ad una serie di sketch, alcuni dei quali funzionano, altri proprio no. Qua e là si ripara nella citazione, ma poco convincente: Giacomo che lecca la boccia, Aldo solo in tribuna dopo la sconfitta...
Mi dispiace proprio dirlo ma la verve del grande trio comico sembra essere scemata. I momenti davvero esilaranti sono pochissimi e si contano sulle dita di una mano. Dopo il tremendo Il cosmo sul comò, un piccolo passo in avanti c'è stato, ma siamo sempre lontani anni luce dai primi film, che mi avevano fatto divertire tantissimo. Un'altra delusione.
MEMORABILE: Le reazioni di Giovanni nei confronti della pedanteria del venditore di rose, del violinista e del cameriere.
Abbandonato il suo alter-ego Miniero, Genovese si lancia nella sua prima regia da single ed i risultati sono quasi più deludenti dei precedenti. È vero che manca una sceneggiatura decente, ma è anche vero che la regia fa di tutto per apparire svogliata ed incerta. Quanto al trio è evidente che quello che avevano da proporre di interessante lo hanno già fatto da tempo e ora vanno avanti per forza di inerzia. Sicuramente migliore del Cosmo sul comò, siamo però sempre alle solite macchiette. Male anche la Finocchiaro ed Esposito.
Il trio torna a fare film come agli inizi e dopo il Cosmo sul comò questa è una buona notizia. Non siamo ai livelli di Chiedimi se sono felice, tanto per citarne uno, e si vede che non c'è Venier, ma va per l'appunto riconosciuta la buona intenzione. Oltre questo si rimane un pò delusi e la debolezza maggiore, purtroppo per chi ha amato sempre il trio... è proprio nel trio. In particolare Aldo Baglio (ma gli voglio sempre bene) è troppo ripetitivo e stucchevole. Si salva Giovanni come sempre il migliore del gruppo.
Film piuttosto fiacco che testimonia la parabola discendente di questo trio che forse ha bruciato le risorse comiche e la capacità di far divertire lo spettatore. Sembra tutto già visto, con l'episodio di Giovanni che forse è il meno peggio. Forse gioverebbe loro fare qualcos'altro da separati.
È vero che sono sempre loro, ma è anche vero che Aldo, Giovanni e Giacomo fanno molto più ridere quando scrivono e si dirigono da soli. Questo film, pur non essendo pessimo come l'orribile Il cosmo sul comò, fa rimpiangere le prime pellicole del trio, che si impegna sì, ma senza raggiungere il livello dei film passati. Si ride poco e l'unico intrattenimento sta nel vedere una volta per tutte, alla fine, il perché i tre sono stati arrestati. Finale nonsense che guasta tutto (a me gli animali presi a calci non fanno ridere).
Dopo lo scivolone con Il cosmo sul comò (a livello d'incasso perchè come qualità siam sempre lì) AG&G tornano a sbancare il botteghino con un film che riecheggia, già dal titolo, in modo un po' più concreto l'atmosfera natalizia (simaptica l'accogliente tavolata finale in questura). Il continuo rimpallo tra flashback e siparietti con la Finocchiaro garantisce la dose minima di brio indispensabile da fornire allo spettatore, visto che la vis comica dei tempi andati è svanita già da un pòo' (anche se Giovanni si concede un paio di slanci tutti da ridere).
MEMORABILE: Le incursioni di una stranamente simpatica e autoironica Mara Maionchi; Giovanni spacca un violino sulla schiena del molesto suonatore.
L'armonia che lega nella vita privata i tre attori si riflette visibilmente in quella professionale. E' questa forse la ragione del successo dei tre comici lombardi che anche con questo film hanno fatto en plein, proponendo una storia tipica nel loro stile ma decisamente più complessa nell'architettura costruttiva dato l'uso della tecnica a flashback. Aldo, Giovanni e Giacomo si lasciano alle spalle Il cosmo sul comò con tutte le sue incertezze e imboccano nuovamente la via maestra. Notevole un’Angela Finocchiaro in grande spolvero.
Dopo un periodo di scarsa ispirazione, il trio milanese propone un film divertente e ritmato ritrovando quel garbato humor (a volte vagamente english) che lo contraddistingue. La trama ha una “circolarità” felice, simile a Chiedimi se sono felice e Così è la vita e si avvale della collaborazione di un’attrice navigata come la Finocchiaro, che non fa rimpiangere la Massironi (che comunque a me piace di più). In ripresa.
Nonostante i fasti dei loro primi film, il trio Aldo, Giovanni e Giacomo riesce a confezionare con la direzione di Paolo Genovese una commedia natalizia piuttosto godibile con alcune gag frizzanti grazie all'apporto di un'ottima Angela Finocchiaro in stato di grazia. Si avverte qualche cedimento nel corso del film, ma tutto sommato un sorriso ci scappa sempre.
Dopo un buco nell'acqua come Il cosmo sul comò, il trio comico italiano più longevo della nostra epoca confeziona un prodotto di buona qualità, se non altro per la bravura dei tre protagonisti sempre affiatati e capaci di far ridere, a loro modo. Alcune parti sono davvero divertenti (Giovanni con la doppia famiglia, per esempio), ma in ogni caso lo reputo un film ben lontano dai fasti dei primi tre lungometraggi.
Devo ammettere che il famoso trio comico in passato riusciva a far ridere molto di più! Tutto sommato non è troppo male come pellicola; i momenti divertenti comunque non mancano di sicuro e personalmente li attribuisco in particolare al simpatico Aldo. Film che si può guardare in tutta tranquillità.
Commedia leggera, non volgare (e questo è certamente un pregio che il trio ha mantenuto nel corso degli anni) anche se, senza dubbio, un po' esangue. I nostri interpretano tre personaggi molto ordinari nelle rispettive eccentricità e pseudo-trasgressioni: un aspirante bigamo, un vedovo che non si rassegna, un innamorato cacciato di casa perché non abbastanza rampante. E, ovviamente, questi tre pseudo-losers attirano le simpatie di noi spettatori invischiati in vite altrettanto ordinarie e prive di eccessi. Quasi cinema-verità.
Lasciate da parte le velleità nel costruire una sceneggiatura credibile ci si appoggia alla verve dei singoli per strappare il sorriso. L’impressione è il voler creare un prodotto natalizio per famiglie contentando i più giovani (Aldo con lo scheletro) oppure con comicità scorretta (Giovanni e gli animali). Un insieme dove spiccano una brava Finocchiaro e la Maionchi come outsider; il tutto condito dal top della voce di Mina per dare lustro alla confezione.
Se da una parte la fase calante del trio risulta confermata dall'altra va detto che questo episodio non è dei peggiori e alterna gag riuscite ad altre scontate o che buttano nel patetico (vedi l'impiego della scimmia). I personaggi di contorno, Maionchi e Finocchiaro a parte, non riescono a incidere e il ritmo non è fantastico (o almeno si avverte una certa ripetitività). Genovese adeguato anche se le canzonette di fondo, un suo tipico, non sempre lo sono.
Simpatica commedia natalizia con Aldo, Giovanni & Giacomo. Tre personaggi e tre storie che si intrecciano fra loro ricche di gag divertenti e numerose citazioni cinematografiche. Riuscita anche la cornice in commissariato con i bravi Esposito e Finocchiaro. Dopo qualche film deludente il trio sembra finalmente tornare ai primi successi del passato.
Il film dimostra come il trio sia ormai (purtroppo) allo stremo come idee e come svolgimento della trama. Si sa che ogni comico vive un proprio tempo: accadde per altri e Aldo, Giovanni e Giacomo non fanno eccezione. Tra una citazione e l'altra, "La banda dei babbi Natale" si vive piacevolmente, anche se di risate ne strappa assai poche. Merita una visione sicuramente, ma senza attendersi chissà che.
Si continua a raschiare il fondo del barile riproponendo i soliti tre personaggi per di più al servizio di una sceneggiatura men che mediocre. C'è una sola scena divertente in tutto il film (Giovanni che viene costantemente interrotto da vari venditori e musicisti) e il merito è tutto dell'attore. Il resto del cast, con l'eccezione della Finocchiaro, recita in maniera imbarazzante e alcune gag sono talmente infantili (la scimmia che guida) o vetuste (il gioco di parole flagrante/fragrante) da risultare irritanti. Lasciate perdere.
Il trio dimostra di non essersi del tutto perso con questo film in cui tornano a girare alcuni dei loro ingranaggi comici. I tre protagonisti sono ben centrati nella parte e insieme alle spalle femminili all'altezza (fantastiche Maionchi e Finocchiaro) danno vita ad alcune scene divertenti. Finisce lì però, dal momento che manca un percorso emotivo nel film, ridotto a una serie di scenette che si trascinano fino all'immancabile lieto fine natalizio. Buona la regia.
MEMORABILE: "Chi è 'sto Africa?" "Veramente sono nato Normanno in terra sicula"; Giovanni l'elvetico; I Charlatans.
L'ultimo lavoro degno di nota di Aldo, Giovanni e Giacomo: quanto fatto nella decade successiva sarà infatti una delusione totale. La storia funziona e diverte grazie alle tantissime gag e soprattutto alla totale assenza di volgarità. Ovviamente siamo lontani dagli anni d'oro, ma la storia della bigamia di Giovanni è divertente così come quella della pigrizia di Aldo, mentre è un po' sottotono quella di Giacomo. Nel complesso un buon film natalizio.
Con Aldo Giovanni e Giacomo si può sempre sperare di godere della loro comicità semplice e mai volgare. Il livello stavolta è mediamente basso, con qualche caduta eccessiva nel trash (come ad esempio la scena con Cochi), però nel complesso il trio, ben coadiuvato dalla Finocchiaro, riesce anche stavolta a divertire con una commedia natalizia leggera e gradevole.
Vista la sua fama non lusinghiera, pensavo persino peggio. Invece qua e là si
ridacchia e si sorride, anche se è vero che i momenti pienamente riusciti sono
decisamente pochi così come le idee. Certe situazioni infatti si ripetono ed alla lunga stancano. Tra i "comprimari" spiccano Popolizio e la Ocone ed anche la Finocchiaro fa la sua parte. Alla fine non ci si annoia e non è poco. Il risultato finale non è affatto malvagio, pur senza essere nulla di eclatante.
Una commedia senza infamia né lode in cui si ridacchia senza arrivare ad avere i crampi per le risa. Il carisma e le capacità del trio sono quelle di sempre, anche se la sceneggiatura non offre loro particolari spunti per brillare. Trattandosi, poi, di un film natalizio, bisogna dare atto della garbatezza e della semplicità con cui pretende di intrattenere, evitando il ricorso a parolacce e doppi sensi che sembrano un passo obbligatorio per questo genere di lavori. Il ricorso all’analessi riesce a suscitare un poco di curiosità per una storia di per sé abbastanza esile.
Ormai lontano dai fasti dei primi grandissimi film, il trio pare parecchio misurato e si muove pian piano come farebbe un elefante in cristalleria. Il risultato è che non vi sono cocci rotti e di conseguenza il film, per quanto modesto, risulta simpatico e finanche riuscito. Il mezzo disastro fu Il cosmo sul comò e il rischio di ripetersi era alto. Per fortuna il pericolo è scampato. Nulla di epocale, ma un dignitosissimo lavoro che merita la visione e che anzi vi regalerà sana spensieratezza.
Il terzetto comico si riprende, anche se solo parzialmente, dopo il pessimo film precedente; qui almeno qualche volta si sorride. Sicuramente il merito maggiore della pellicola risiede nella simpatia degli interpreti principali (la Finocchiaro oltre ai tre protagonisti), perché la trama è esile esile e funge solo da "collante" per singoli sketch che hanno il fiato davvero corto. Oramai i tempi migliori di Aldo, Giovanni e Giacomo paiono definitivamente tramontati.
Ottavo lungometraggio del trio cabarettistico Aldo, Giovanni e Giacomo. Non è brutto né tantomeno deludente; purtroppo non manca dei soliti stereotipi e dei momenti cosiddetti soft, che sconfinano nel mieloso e lo sdolcinato. Riusciti i personaggi di contorno, eccetto quello della suocera diabolica interpretata da una Maionchi in versione fastidiosa. Mediocre la colonna sonora.
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- Fin troppo facile il parallelo tra il "cunnilinguus " alla boccia di Giovanni e quello di Jesus ne "Il grande Lebowsky"
- La scena dei bagni, dove va a cambiarsi Giovanni, prima di andare dalla compagna svizzera, con l' uomo seduto sull'orinatoio a muro è rubacchiata da "KingPin".
Scusami Zender se rompo ancora(lo so son fastidioso....hihihihi), erroneamente nel commento ho scritto YRILOGIA anzichè TRILOGIA(errore di battitura, dato che da buon collega di Fantozzi scrivo in ufficio..e non dovrei!!!)!!Potresti correggerlo???Grazie, e cerco di fare più attenzione le prossime volte, sempre senza farmi beccare in flagranza!!!Ciao e grazie ancora!!!:))
DiscussioneZender • 23/11/11 16:55 Capo scrivano - 48554 interventi
Corretto. Una cosa per cortesia: non usare mai le doppie virgolette scritte così: ''
Le doppie virgolette da usare sono quelle sopra il 2 nella tastiera, ovvero queste: "
Se usi il doppio apostrofo si creano casini non da poco, grazie. mai usare l'apostrofo per fare le virgolette ma solo le doppie virgolette in pratica (e comunque mai da usare per i titoli dei film, che vanno sempre senza virgolette). Grazie.
CuriositàPaulaster • 27/07/17 17:33 Controllo di gestione - 98 interventi
Nella scena in cui Giovanni aiuta al telefono l'ispettore di polizia Finocchiaro col suo criceto, lui le si rivolge dicendo: "Lei usa Air du Temps, ma non oggi".
E' una citazione da Il silenzio degli innocenti, in cui il dr. Lecter diceva all'agente Clarice Starling: "You use Evian skin creme, and sometimes you wear L'Air du Temps, but not today".
DiscussioneCaveman • 22/12/18 20:05 Servizio caffè - 403 interventi
Dispiace vedere come AGG abbia abbassato e di molto il livello, infatti dopo tre grandi film, Tre uomini e una gamba, Così è la vita e Chiedimi se sono felice ed un paio di buoni lavori, La leggenda e tu La conosci Claudia? Questa banda è nettamente inferiore ai sopracitati ma comunque meglio del resto, con il Cosmo punto più basso seguito a ruota dalla Fuga da Reuma Park. Spiace dirlo, ma forse era meglio fermarsi alcuni film fa. Non so che ne pensate.
DiscussioneZender • 23/12/18 09:06 Capo scrivano - 48554 interventi
Per quanto mi riguarda i primi 5 film son tutti buoni o comunque interessanti. Il cosmo appunto ha segnato l'improvviso declino dal quale non si son più ripresi. Questo è l'unico accettabile, dei successivi.
DiscussioneCaveman • 24/12/18 18:58 Servizio caffè - 403 interventi
Zender ebbe a dire: Per quanto mi riguarda i primi 5 film son tutti buoni o comunque interessanti. Il cosmo appunto ha segnato l'improvviso declino dal quale non si son più ripresi. Questo è l'unico accettabile, dei successivi.
Il ruolo del massaggiatore di Aldo non fu interpretato da una comparsa qualunque ma da un vero massaggiatore professionista, Roberto Pregnolato, noto soprattutto per esser stato il massaggiatore di Marco Pantani (la seconda foto proviene dal video di un’intervista rilasciata da Pregnolato nel 2011):