Cosa succederebbe se Jack lo squartatore fuggisse nel futuro fino a giungere da noi grazie alla macchina del tempo di H.G. Wells? E se lo stesso Wells lo seguisse per impedirgli di continuare le sue malefatte nella San Francisco del 1979? Probabilmente succederebbe quello che vediamo in TIME AFTER TIME, bizzarro crossover tra fantascienza, thriller e commedia che sfrutta ampiamente le gag legate al prevedibile straniamento di un esemplare Malcolm McDowell (è Wells, raffinato gentleman dell'Inghilterra vittoriana) alle prese con il futuro che per lui riserva sorprese a ogni passo. E mentre lo squartatore (David Warner), lì da poco, riprende ad ammazzare prostitute, Wells conosce una dolce impiegata...Leggi tutto di banca (Mary Steenburgen) e cerca di farle capire la gravità della situazione. Un soggetto curioso, più che veramente interessante. E infatti, a ben vedere, una sceneggiatura povera di inventiva finisce col penalizzare le ambizioni del film, più convincente quando si tratta di lasciare esterrefatto McDowell di fronte ai prodigi del futuro che non quando il thriller dovrebbe entrare nel vivo dell'azione. Nicholas Meyer dirige con troppa flemma e mancando gli excursus temporali dell'originale THE TIME MACHINE (a eccezione di un paio di paradossi classici riservati alla mezz'ora conclusiva) dovrebbe essere la trama avventuroso-poliziesca a sopperire all'assenza di spunti fantascientifici; cosa che non avviene, trasformando un buono spunto di base in un film che funziona molto meglio sulla carta che non al cinema. Poco brio, ma una certa raffinatezza.
Buon esordio di Nicholas Meyer che purtroppo in seguito non saprà mai più regalarci film validi. L'idea è curiosa mettendo assieme H.G. Wells (e i suoi viaggi nel tempo) e Jack lo squartatore, facendoli arrivare fino ai giorni nostri. La trama è abbastanza avvincente ed è affidata ad un buon cast di attori che ben rendono i loro personaggi. Non un capolavoro, ma sicuramente un bell'esempio di contaminazione fantascienza/thriller del quale mi sento di consigliare la visione.
Jack lo squartatore inseguito da H. G, Wells non solo nello spazio ma anche nel tempo. Si passa così dall'Inghilterra vittoriana alle megalopoli di oggi. Questo mutamento lascia indifferente il killer mentre sconvolge profondamente lo scienziato. Questo aspetto è ben delineato nel film a sottolineare la differenza esistente tra l'uomo (H. G. Wells) e l'animale (Jack). L'esordio per Nicolas Meyer è veramente buono.
Delizioso fanta-movie il cui personaggio principale, H. D. Wells (interpretato da un Malcolm McDowell in forma), grazie alla sua creazione, una macchina del tempo, viaggia verso gli anni '70 del 900 alla ricerca dell'amico 'Jack lo Squartatore' che, a sua insaputa, si è impossessato della macchina trasportandosi nel futuro. Scenografie e personaggi efficaci. La regia è buona. La società non cambia col tempo e i propositi utopistici e positivistici dell'era vittoriana si frantumano con la realtà futura.
Divertente e gustoso fanta-thriller che si basa su un'idea molto originale e bizzarra nonché più che riuscita. La sceneggiatura non è il massimo e presenta alcune situazioni già viste, ma alla fine la pellicola si lascia seguire piacevolmente fino all'epilogo. Consigliato agli amanti del genere, ma anche gli spettatori comuni potrebbero trovarlo simpatico.
Wells corre nel tempo alla ricerca di un assassino in fuga con la sua macchina nel futuro. Intrigante e spesso simpatico, ma sono troppo lunghe le scene con la ragazza del futuro che rimangono nella memoria per la noia che nutrono. Malcom McDowell riesce nella parte, anche se al suo sorridere sembra di vedere il vecchio drugo. Comunque godibile e quindi accettabile.
Bella idea! Wells insegue Jack lo squartatore nel tempo. Malcom Mcdowell interpreta alla grande Wells, facendoci dimenticare l'Alex di Arancia meccanica. Forse è un po' troppo lento e le scene tra lui e la Steenburgen ricordano i film di Woody Allen. Ciononostante è un buon film.
La macchina del tempo, creata dal dottore (con significativo nome) Wells permette al perfido Jack (lo squartatore) di sfuggire dalla Londra vittoriana per celarsi nella San Francisco dei giorni nostri. Insolito, ma riuscito, esempio di generi ibridati con gusto tra loro: il clima gotico e fantastico cede, con graduale compensazione, allo psycho-thriller contemporaneo. La plausibilità della storia passa in secondo piano di fronte alle valide interpretazioni di David Warner e Malcolm McDowell, rispettivamente Jack e Wells sullo schermo.
Uno dei fantafilm più originali e godibili degli anni '70. Delizioso miscuglio di fantascienza, commedia romantica, thriller e horror con un inizio in stile Hammer per i fumosi vicoli londinesi e la fuga di Jack lo squartatore nel nostro tempo (dove si trova a suo agio fin da subito). Condito da siparietti irresistibili (McDowell/Wells spaesato e meravigliato dalle nuove tecnologie), con un finale bello teso e genialmente costruito. Peccato che il talento di Meyer è andato sfaldandosi col tempo. Piccolo gioiellino da rivalutare assolutamente.
MEMORABILE: I due poliziotti che scoprono il cadavere di una ragazza fatta a pezzi da Jack the ripper nell'appartamento: uno dei due dà subito di stomaco.
Londra 1893: Wells mostra agli amici uno strano congegno da lui inventato, sostenendo che si tratta di una macchina del tempo. Quando Jack lo Squartatore se ne serve per sfuggire all'arresto, Wells è costretto a seguirlo e così si ritrova nella San Francisco del 1979... Esempio di fantascienza retrospettiva: l'utopista Wells scopre con stupore che la civiltà moderna non ha affatto bandito violenza e guerre - ed infatti l'assassino Jack vi si ambienta benissimo. Spunto assai originale, svolgimento non tutto all'altezza (la parte amorosa è piuttosto noiosa), ma nel complesso il film è amabile
Da una bella idea di unire due figure mitologiche dell'era vittoriana quali H.G. Wells e Jack lo squartatore, nasce un film brioso e divertente che ha come unico neo la solita storia d'amore piuttosto improbabile che rallenta parzialmente il ritmo. Fusione di gotico e fantasy, riesce anche a riflette sui flussi e riflussi del tempo e sul fatto che malgrado il progresso scientifico ogni epoca è dominata dalla violenza umana. In certi passaggi anticipa quasi la famosa serie di Ritorno al futuro. Comunque uno dei migliori film sui viaggi nel tempo.
MEMORABILE: La scoperta da parte della polizia di SF dei resti di una vittima di Jack; Il viaggio nel tempo con arrivo al museo nella sezione dedicata a Wells.
Sembra difficile pensare che questo film sia stato realizzato nel 1979: la fattura, il garbo, la misura appartengono a un'altra epoca; né si può dire che il terzetto di attori principali si imponga come elemento di dissonanza; McDowell, Warner e persino la superzuccherosa Steenburger sono perfettamente integrati in questo fantascientifico che odora un po' di commedia sentimentale. Forse eccessivo nella durata, ma sicuramente sarà gradito a molti.
Un filmino che si stacca dall'irrilevanza soprattutto a motivo della simpatia dei due protagonisti (ma è azzeccato anche il vilain Warner). Il regista gioca con abile mestiere sia la carta dell'inglese-nel-mondo-degli-yankee sia quella dell'anacronismo e dei suoi impacci (le stupefazioni di McDowell di fronte ai ritrovati tecnici), ma quando si avventura nel campo delle riflessioni storiche (il progresso è civiltà?) rivela la propria superficialità. Un po' tirato per le lunghe il finale.
Buono il soggetto, che mischia Jack the ripper a un tema classico della fantascienza, ovvero quello dei viaggi spazio-temporali e che offre una sana riflessione sul tema della violenza e dell'innata capacità dell'essere umano di compiere gesti cattivi. La regia di Meyer asseconda bene le fasi del racconto con il giusto piglio e un gusto estetico apprezzabile; peccato che la sceneggiatura inserisca l'elemento "rosa" che fa perdere efficacia e potenza alla storia. In palla il cast, con un discreto McDowell che si fa preferire agli altri.
MEMORABILE: Lo stupore del protagonista d'innanzi all'evoluzione della scienza; Il modus operandi di Jack lo squartatore.
Tralasciando i commenti sull’imbarazzante titolo italiano, il film è un curioso e ben sceneggiato racconto che prende spunto dalla vera vita di H. G. Wells a cui viene data una connotazione “realistica” cercando di fantasticare sulle vicende legate al sopracitato scrittore e al famoso assassino Jack Lo squartatore. Ottima prova di Malcolm McDowell. Gli effetti speciali sono quelli che sono, ma il film è del 79 e si presta ancora oggi a una gradevole visione.
MEMORABILE: Wells mangia da McDonald per l'obbligata marchetta cinematografica.
Convincente l'inizio che mescola la fantascienza di L'uomo che visse nel futuro con le gesta di Jack lo Squartatore; nel prosieguo, però, la componente thriller viene relegata in secondo piano rispetto a una storia sentimentale che stempera la tensione e banalizza un prodotto che altrimenti avrebbe avuto più di una freccia al suo arco. Buone prove di McDowell e Warner, stucchevole la Steenburgen (e il doppiaggio di Livia Giampalmo ci mette del suo). Discrete le musiche di Miklós Rózsa.
La macchina del tempo, ovvero uno dei nostri desideri più reconditi per sfidare le leggi che ci inchiodano inesorabilmente al presente. Il film è un classico imperdibile per l’irresistibile coppia MacDowell/Steenburgen e la loro storia d’amore davvero fuori dal tempo. Tutto nasce perché il famoso mostro di Londra decide di fuggire con la poderosa macchina per continuare imperterrito a uccidere nel 1979. Divertimento assicurato e di prima qualità.
Divertentissima avventura sci-fi su sfondo psycho-horror, con nientemeno che H. G. Wells a spasso nella San Francisco del '79 per dare la caccia a Jack lo Squartatore. Pur senza indugiare nella commedia tout-court, Meyer distribuisce con gusto gag deliziose (lo spaesamento di McDowell nell'era dei "carri a motore" non ha prezzo) e lieve romanticismo (godibile Mary Steenburgen in un ruolo che in qualche modo riprenderà nel terzo Ritorno al futuro) in un'acuta commistione di satira (il futuro non è certo l'utopia che lo scrittore si aspetta) e suspense (Warner sa inquietare). Notevole!
MEMORABILE: La musichetta con cui Warner introduce i delitti; Wells da McDonald's; Corsa contro il tempo per salvare una vittima; Warner in casa di Steenburgen.
Una di quelle fantapellicole che, effettisticamente parlando, superano meno bene di altre la prova del tempo, nonostante qui proprio di tempo si parli. Resta comunque una discreta avventura, con un famoso protagonista, che qui si scopre scienziato che non scriveva solo libri di intrattenimento. Il ritmo è discreto, i due antagonisti (uno dei quali "leggermente" pericoloso) se la cavano dignitosamente; e la parentesi sentimentale, anche se spezzetta un po' la narrazione, disturba relativamente. Il meglio lo dà il protagonista, affascinato dal nuovo. Nel complesso non male, dopotutto.
MEMORABILE: Guardando i programmi in TV: "Non ci siamo evoluti"; "Questo ristorante è meglio di quel locale Scozzese"; "Quale?". "MacDonald"; Ripescata.
Il sogno di un futuro d'amore va in fumo, perché il futuro è più simile a Jack! Il succo è questo, contenuto in una vicenda ben fatta, non totalmente innocua e ben supportata dalle splendide location. Si parte dal passato, colorato ma in vecchio stile, fino a giungere all'America dei 70s, quella che spacca. Molto bravi gli attori e adeguata la regia che fonde bene generi diversi per un intrattenimento (quasi) per tutti. Non sempre servono i grandi effetti speciali per emozionare perché, come in questo caso, ci si emoziona - seppur moderatmente - per tutta la durata del film.
Coraggioso crossover tra macchine del tempo steampunk, noti serial killer di fine '800 e la Frisco del XX secolo. Nonostante l'alto rischio di combinare un gran pasticcio, il flusso si amalgama egregiamente (al netto delle note criticità logiche che affliggono certi viaggi), reggendo con ritmo ed equilibrio l’ampio ventaglio di registri che si alternano senza intralciarsi. Stupendi i due britannici: yin e yang della natura umana. Eterea la statunitense Steenburgen, dall'incarnato diafano e un’indole altrettanto volatile resa alla perfezione dal doppiaggio della Giampalmo.
MEMORABILE: L’elenco degli orrori del ‘900 snocciolato durante Il viaggio nel tempo. Ovviamente, essendo americani, omettono la loro bomba atomica.
Il viaggio nel tempo è un assunto fecondo per qualsivoglia pellicola, che sia di fantascienza in senso stretto o che sia contaminata da altri generi, come in questo caso. Le ingenuità e le incongruenze appaiono marcate, ma ci si potrebbe passare sopra, se solo non ci si imbattesse in una storiellina d’amore abbastanza semplice e dal ritmo sonnacchioso, che arresta le velleità di arrivare a toccare cime che si mantengono distanti. Il personaggio di Warner resta in sordina, al contrario di quello di McDowell, fin troppo ingenuo. Purtroppo, non sembra in grado di lasciare il segno.
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DiscussioneZender • 15/05/12 18:54 Capo scrivano - 48333 interventi
Si, anch'io possiedo registrazione Mediaset (non ricordo se Rete4 o Italia1), ma un bel dvd mi ci vuole proprio. Un piccolo gioiellino, peccato che poi Meyer non abbia mantenuto le promesse...
HomevideoRocchiola • 30/03/16 12:23 Call center Davinotti - 1278 interventi
Finalmente grazie alla Sinister si rimedia all'assenza di questo titolo sul mercato nostrano in DVD. Inoltre è stato utilizzato un master piuttosto buono pulito e nitido, senza particolati imperfezioni.