L'uomo delle castagne - Miniserie TV (2021)

Miniserie danese in cui le atmosfere nordiche contribuiscono meritatamente a rendere l'atmosfera cupa come si confà a un crime di tutto rispetto. Anche qui abbiamo due detective tormentati che devono arrestare le gesta di un feroce serial killer. Unico indizio comune un pupazzetto creato con delle castagne. In parallelo alle indagini vengono svelate le problematiche personali ed emotive dei protagonisti senza eccessi di manierismo o inutili smancerie. Il risultato finale è discreto grazie anche a un epilogo asciutto e realistico.

Serie appartenente al genere crime dagli sviluppi piuttosto classici. Una bambina scomparsa e un caso archiviato troppo velocemente, le sue impronte infatti ricompaiono sulle scene di nuovi crimini proprio sopra a dei pupazzi fatti di castagne. Da qui la nuova indagine, fatta soprattutto di dialoghi, nuovi indizi, sospetti. L'azione latita ma la regia compensa, suggestive le riprese aeree dei boschi danesi. I temi affrontati sono importanti, su tutti l'adozione di minori e la violenza sui bambini. Un poliziesco asciutto, senza complicazioni sentimentali e ben interpretato.

Declinato ormai in ogni salsa, con qualsiasi killer e deviazione comportamentale e con qualunque condizione atmosferica, il poliziesco scandinavo raschia spesso il fondo del barile. Fortunatamente questa volta, basandosi sul vecchio adagio che la via vecchia è meglio di quella nuova, si tende poco allo spettacolo sanguinolento ma molto alla sostanza: un'indagine abbastanza standard ma a modo suo avvincente avvolta in una atmosfera molto reale, due protagonisti ben disegnati e meglio interpretati, pochi fronzoli "paralleli", come patimenti d'amore o indagini sociologiche. Solido.

Tratta da un libro, questa fiction danese vorrebbe essere un po' Twin Peaks e un po' True detective, ma quello che ottiene è un gran tonfo, dato che si mira altissimo. Non che sia tutto da buttare: l'atmosfera plumbea, la bella fotografia e alcune riprese degli esterni mettono in mostra un gran paesaggio, ma tutta la parte gialla è volutamente arzigogolata alla ricerca di un qualcosa di alto che evidentemente la pellicola non può permettersi. I colpi di scena andrebbero bene dosati, perché se si gettano un tanto al chilo, diventano solo stucchevoli.