Ennesima variazione moderna sul vampirismo, sebbene qui non ci siano i lunghi canini di Dracula ma le siringhe di una medicina degenerata, volta ad assalire la gioventù per ridare bellezza e vigore a chi più giovanissimo non è. Premessa interessante, ma il clima vacanziero e solare, rallegrato altresì da musiche brasiliane solo idealmente appropriate, vanificano ogni minimo accenno di tensione claustrofobica. Delon e Girardot sprecati in mezzo ad un cast di volti insignificanti.
Film che inizialmente riesce a creare un discreto clima di tensione e di mistero anche se poi, purtroppo, si perde in un intreccio che diventa sempre più prevedibile col passare dei minuti e che non viene rinvigorito nemmeno da qualche sporadico sussulto grandguignolesco. Alla fine si ha la sensazione di aver assistito a un qualcosa di già visto soprattutto da un punto di vista tematico (a proposito del quale la pellicola si dimostra piuttosto logora). In definitiva il solito filmetto mediocre che può essere visto ma anche evitato.
Non male questo thriller alla francese con il grande Delon qui nei panni di un particolare medico con la predilezione per il primitivismo che serve una particolare missione. Dietro di lui una clinica che per ringiovanire i facoltosi clienti sfrutta gli immigrati portoghesi "a fondo". Una cliente indagherà per conto suo. Bellissime ambientazioni e un buon cast.
MEMORABILE: La scoperta delle fonti di eterna giovinezza
Il film parte da un'idea interessante, ma portata avanti in modo poco convincente. Peccato per Delon e la Girardot che si limitano a lavorare con la professionalità di sempre e, per il primo, le interpretazioni dello stesso anno (La prima notte di quiete e Notte sulla città) siano decisamente migliori rispetto a questa. Un film che può essere visto da chi ha nostalgia di un certo tipo di cinema e ama i film degli anni '70, indubbiamente il periodo più ricco per creatività ed espressività in Europa e negli States.
I ricconi hanno tutto fuorchè l'immortalità e questo a loro duole molto... Di film di questo genere ne sono stati fatti parecchi, magari con un finale diverso. Certo che non saper invecchiare è una gran brutta disgrazia; ma basterebbe fare del proprio meglio per rallentarlo l'invecchiamento, senza andare a scannare esseri viventi che non c'entrano un cavolo o, nella realtà attuale, andare a sovvenzionare studi genetici che ci facciano campare 120 anni. Demenziale per lo meno quanto i discorsi del Dottor Villard, interpretato da un bravo Delon.
MEMORABILE: Le amare confessioni del gay e anche quelle della brava protagonista su cosa per loro rappresentava la cura in un luogo così rilassante.
Filmetto insulare-complottistico con qualche tocco che sfiora la fantascienza, lento ma complessivamente piacevole e rilassante. Per tutta la durata (non eccessiva) non accade un granché, ma la fascinosa confezione (difficilmente apprezzabile nello sciupatissimo master televisivo, peraltro cut) e il buon cast lo rendono comunque guardabilissimo. Nulla di imperdibile o memorabile, ma nemmeno sgradevole. Medio ma non mediocre.
Dalla coppia Delon-Girardot si poteva pretendere di più. Lui accontenta le sue ammiratrici che lo possono osservare nudo; lei è molto trascurata nell'aspetto (più di quanto il ruolo di donna depressa richieda) ma se la cava bene. Ciò che non va bene è il presunto clima angoscioso: il livello di angoscia è nullo. A parte il finale, nel quale si uccide, ma a sangue caldo, non ci sono episodi che creano apprensione. Si va avanti con sedute di laboratorio medico sulla depressione. Attuale comunque il tema degli abusi sperimentali in medicina.
E' l'affiatata coppia di protagonisti a fare il film. Il dualismo tra due grandi professionisti, qui anche in tenuta adamitica risplende in una sceneggiatura a metà strada tra il fantasy e il drammatico. Chi ama gli Anni Settanta e Delon non può assolutamente prescinderne dalla visione. Gli fa da cornice un'azzeccata scenografia naturale, un gioco a incastri che si concretizzerà in una sequenza rivelatrice degna di nota. L'aspetto psicologico nello svolgersi degli eventi è predominante e va un po' a discapito della tensione. Comunque bello.
Più interessante per la critica antropologica che effettivamente riuscito. Le atmosfere ballardiane (ricchissimi borghesi che cercano, invano, un contatto con la natura alla ricerca dell'eterna giovinezza) sono davvero azzeccate: desolate e asettiche nonostante gli splendidi scenari. Gli sviluppi gialli convincono meno e non vi è mai uno scarto stilistico o di tono che rechi il film verso livelli di denuncia sociale convincenti. Brava la Girardot; Delon fa Delon e, alla lunga, fornisce una prova sbiadita.
Senza infamia e senza lode, ma soprattutto, ormai datata pellicola su una misteriosa clinica, dove si va per rigenerarsi, nel vero senso della parola. La protagonista non è male; e la sua altalenante ingestibilità, con reazioni anche piuttosto decise, fa sì che la narrazione abbia qualche sussulto. Alain Delon sembra piazzato lì per l'aspetto; e il resto del parco attorico, non particolarmente agevolato dal copione, risulta tra l'anonimo e l'inconsistente. Se non altro, finché non viene fatta chiarezza, l'interesse rimane in linea di galleggiamento, seppur a fatica e con qualche apnea.
MEMORABILE: La pessima colonna sonora; I camerieri "soffrono il caldo" (svengono) e "bevono alcolici"; Il gay allo specchio "Ecco la vecchia che arriva"; In bici.
Una imprenditrice reduce da una crisi sentimentale si ricovera in una clinica nota per le sue costosissime cure di ringiovanimento. Il trattamento funziona ma la protagonista comincia a nutrire sospetti che neppure il fascino marpione del bel direttore riesce a fugare... Inizio intrigante ma svolgimento banale con una trama maldestra che spiattella troppo presto l'intrigo vanificando il clima di disagio e crescente pericolo, ed inoltre troppo conta sul richiamo dei due divi in cartellone che offrono prove professionali ma non particolarmente memorabili. Occasione persa.
Moderna variazione sul tema del vampirismo in uno dei primi film ambientati all'interno di una clinica che dietro la facciata pulita e rigenerante nasconde inconfessabili segreti. Se è vero che la tensione non raggiunge mai chissà quali vette, è altrettanto vero che non ci si annoia mai, e la progressione drammaturgica culmina in un epilogo all'insegna della denuncia sociale e del pessimismo. La regia di Jessua non scade mai nel volgare, mentre tra i due divi la Girardot (che si mostra anche nuda) batte nettamente un Delon non troppo in parte. Stonate le musiche.
Thriller francese un po' scialbo che paga un finale brutto e un andamento lento privo di tensione tutto giocato sul mistero. Un mistero reso anche bene, perché in molte parti il film incuriosisce, mostrando alcune sequenze addirittura horror. Ma in generale sembrano esserci poche idee e la presenza di Annie Girardot e Alain Delon, ovviamente atta a richiamare pubblico, non funziona perché solo la Girardot sembra davvero crederci. Bellissime l'atmosfera e la location marittima, che dà grande fascino a una pellicola che si può guardare ma ha vari difetti.
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Il detective è doppiato da Pino Locchi
La cliente bionda (lise) è doppiata da Rosetta Calavetta
L'infermiera è doppiata da Flaminia Jandolo
Renè è doppiato da Gianfranco Bellini
Un paziente è doppiato da Arturo Dominici
Un cliente (marito di lise) è doppiato da Manlio De Angelis
La voce dell'interfono è di Germana Dominici
Un altro cliente è doppiato da Sergio Tedesco
- Il dottore misura la pressione alla Girardot (18")
- Nudi vari della scena nella sauna (23")
- Altri dettagli di nudo - compreso quello integrale di Delon, ovvero ciò che ha regalato un minimo di notorietà al film - nella seguente scena del bagno in mare.(37")
- Subito dopo, il gruppo si asciuga sulla spiaggia (14")
- La Girardot sotto la doccia (17")
- Mentre Renè e la Girardot sono nella sauna entra un altro uomo che li guarda senza proferire parola (23").