Non troppo convimcente, bisogna ammetterlo. Non è tanto la trama in sè a deludere, quanto la sua realizzazione, nella quale manca l'estro del grande regista inglese. Se passiamo poi al cast di attori, escludendo Peter Lorre convincente come sempre, anche qui siamo lontani dall'eccellenza. Tirando le somme, un film sufficiente e nulla più: e non è solo questione di età (alcuni film muti del Maestro sono invecchiati decisamente meglio).
È decisamente difficile, oggi, valutare questo film, a così tanti decenni dalla sua uscita e con un ingombrante rifacimento, e di successo, vent'anni più tardi. A dirla tutta, non convince più di tanto, mancandogli quel nerbo narrativo che le più note opere del Maestro posseggono invece con tanta dovizia.
Prima versione del famoso "L'uomo che sapeva troppo". Fare il confronto col remake degli anni '50 è molto difficile; tra i punti attori però vi sono: la presenza di Peter Lorre nel ruolo a lui congeniale del cattivo, le scenografie e la regia corretta di Hitch. Non male in definitiva, però non paragonabile alla versione con Stewart.
Nonostante a tratti ci sia del buono, è uno dei film meno convincenti del maestro del brivido, che dà vita ad una pellicola in bilico tra commedia e suspence che non convince ed avvince mai pienamente. Il risultato è così così, poiché a girarlo è un genio assoluto. Verrà rifatto, con bel altri risultati, dallo stesso Hitchcock.
Mentre è in vacanza, una famiglia inglese subisce il rapimento della figlia. Inutile fare i paragoni con lo strepitoso remake: si tratta dello stessa cosa, ma anche di un altro film. Molto meglio valutare in sé la bravura di Hitchcock nel racconto di un intrigo così complesso, in grado di mettere a segno alcune scene magistrali (come quella al concerto) che poi riprenderà con più mezzi, ma con analoga potenza, vent'anni dopo. Grande Peter Lorre.
Classico thriller hitchcockiano dei bei tempi che furono. Il regista stesso ne farà un remake ben ventidue anni più tardi. Il plot è piuttosto semplice e il titolo già la dice lunga su quello che sarà il tema del film; nonostante la semplicità e la leggerezza, comunque, lo sviluppo della vicenda è ben orchestrato e mantiene viva l'attenzione. Bella l'atmosfera da giallo/noir Anni Trenta. Di alto livello alcuni passaggi ed effetti di transizione (come la sfumatura tra il velo di lacrime della madre e la canna di pistola del killer).
Un film connotato dalla nota flemma inglese e che, in questo caso, determina un ritmo apparentemente blando alla vicenda. Per contro sono apprezzabili i dialoghi e l'umorismo raffinato specie della coppia protagonista. Il modo in cui accadono le cose e le reazioni conseguenti, in qualche caso sono poco tollerabili, ma è un Hitchcock in evoluzione e bisogna guardare al di sotto delle scene per riconoscerne il futuro e ineguagliato stile. Peter Lorre usa al meglio le sue sembianze per essere cattivo e gentilmente ingenuo (falso) allo stesso tempo.
MEMORABILE: La battaglia delle sedie. Tutta la scena dal dentista.
Generalmente considerato molto inferiore al più celebre remake con Stewart e Day, anche questa prima versione della storia di una tranquilla famigliola coinvolta in un intrigo spionistico internazionale presenta elementi di valore, soprattutto per quanto riguarda il cast: H. affida i ruoli principali a due bravi attori noti soprattutto in campo teatrale come Banks e Best, fa ricoprire al grande Fresnay una parte minore ma importante e soprattutto pesca il jolly con Lorre, già indimenticabile mostro per Lang, che disegna da par suo un personaggio viscido ma anche patetico.
Buona dose di azione, con scene concitate comprensive di lancio di sedie e sparatorie e un'atmosfera dapprima gelida, grazie alle nevi di St. Moritz e poi nebbiosa quando la storia si sposta a Londra. Il tutto in tempi concisi, visto la durata abbastanza breve. Questo fa sì che ci sia poco spazio per il superfluo. Anche dal punto di vista tecnico è piuttosto scarno, rudimentale, ma decisamente interessante, soprattutto la scena del teatro. Molto ben caratterizzato e credibile come viscido cattivo il bravissimo Peter Lorre.
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