Capolavoro assoluto del cinema muto, oltre che splendido esempio di Kammerspiel, che mostra tutto il talento visivo e registico di Murnau, il quale sfrutta al meglio le nuove potenzialità tecniche offerte dalla macchina da presa e che si mantiene assolutamente sobrio nonostante la tragicità della storia raccontata (il finale posticcio e consolatorio, infatti, fu imposto a Murnau dai produttori). L’interpretazione di Jannings è semplicemente meravigliosa ed indimenticabile. Correte a guardarlo!
Non posso che recitare il mea culpa, per essermelo perso fino ad oggi. E' veramente un film straordinario, sia dal punto di vista del linguaggio cinematografico che come storia; ci si commuove tantissimo, specie quando il portiere è spogliato della sua amata divisa. Si prova quasi un dolore fisico, in quel momento particolare, anche grazie alla prova magistrale di Emil Jannings, valorizzata a dovere da Murnau. Altri due o tre momenti memorabili per arrivare ad un finale notoriamente avulso dal resto della storia: del resto l'happy ending imperava allora come oggi. Grandioso.
Siamo dalle parti del capolavoro. Film straordinario sia dal punto di vista formale sia per quanto concerne i contenuti, con una regia suggestiva e modernissima, una trama crudele e toccante, un protagonista stratosferico. CUlteriore pregio il saper trasformare un finale edificante imposto dalla produzione in qualcosa di surreale e straniante, quasi da 25th Hour ante litteram, introdotto da una didascalia, l'unica del film (ma non se ne sente la mancanza), che lo fa apparire ancora più ambiguo. Imperdibile e intramontabile.
Rispetto ad altri immortali capolavori di Murnau, il film soffre (sia pur minimamente) della propria contestualizzazione storica (il suo alludere alla condizione di disagio socio-economico della Germania post grande guerra) come anche della preminenza degli espedienti tecnici sullo sviluppo narrativo. Restano tuttavia la perfetta confluenza dell’espressionismo nell’intimità del kammerspiel, alcune straordinarie soluzioni visive (le soggettive del protagonista ubriaco) e di linguaggio (l’happy end posticcio), la devastante performance mimica di Jannings.
MEMORABILE: Il rientro di Emil Jannings gallonato nel suo popolarissimo caseggiato.
La trama è molto semplice. Simbolico è il cappotto divisa indossato dal portiere: quando gli viene tolto, questi sembra un generale che viene degradato. Pellicola che sicuramente mette in risalto quanto sia importante la posizione e l'aspetto per la gente. Comunque un capolavoro, con una grande prova degli attori (su tutti Emil Jannings), che recitano senza l'aiuto di nessuna didascalia per i dialoghi. Ottima fotografia e scenografie che anticipano Metropolis.
MEMORABILE: L'inganno del protagonista ai vicini di casa; I vicini che ridono e prendono in giro il protagonista.
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Di questo film esiste un'edizione italiana in DVD, distribuita da DNA Srl: L’ULTIMA RISATA (1924) - New Widescreen Edition (Dvd). Il film è muto (con accompagnamento musicale stereo) e sottotitoli in italiano (forced) sui cartelli in originale. Rapporto schermo: IL FILM È PRESENTE, SIA IN UNA NUOVA EDIZIONE ANAMORFICA 1.78:1 (APPOSITAMENTE ADATTATA PER TELEVISORI 16:9), CHE NELLA VERSIONE CLASSICA IN 1.33:1 (PILLARBOX) Extra: Rari estratti da due dei capolavori perduti di F.W. Murnau: “La testa di Giano” (Der Januskopf, 1920) e “Maritza, detta la signora dei contrabbandieri” (Marizza genannt die Schmugglermadonna, 1920). Il film è stato rieditato con il contributo dello studioso di storia del cinema Riccardo Cusin. Questa versione è disponibile anche in streaming su alcune piattaforme.