Notevole esordio registico di Tavernier che, ispirandosi ad
un romanzo di Simenon, ne trae, grazie anche agli sceneggiatori, una bella ed intensa storia del rapporto tra
un padre ed un figlio che impareranno a conoscersi solo a
seguito di un tragico fatto. E' un'opera prima ma la mano
del francese è già sicura ed anche dal punto di vista drammaturgico c'è tanta maturità: si vedano la sobrietà e il rigore che evitano di scivolare in scelte facili e di "pancia". Ottimo l'apporto di un cast, almeno nelle parti principali, di grande caratura.
Modesto orologiaio vede la sua vita sconvolta quanto il figlio uccide il guardiano di una fabbrica dove aveva lavorato la sua ragazza... Il primo lungometraggio di Tavernier si incentra su un rapporto padre-figlio inizialmente molto stretto, poi smarrito per mancanza di comunicazione, infine riallacciato attraverso l'accettazione senza compromessi. Film drammatico ma dall'epilogo paradossalmente ottimistico, si avvale di due interpreti eccellenti come l'umanissimo Noiret ed il fine Rochefort, qui nel ruolo di un commissario comprensivo verso il rimpianto e l'amarezza provati dal protagonista.
MEMORABILE: La visita alla vecchia governante; la dichiarazione davanti al giudice in tribunale
Buon esordio alla regia di Tavernier, che trasferisce nella sua Lione il romanzo di Simenon "L'orologiaio di Everton", arricchendolo di implicazioni politiche che ruotano attorno all'omicidio. Resta comunque una riflessione sul rapporto tra un padre e un figlio, nonostante quest'ultimo entri in scena tardi e appaia pochissimo. Apprezzabile la totale assenza di retorica, anche se qualche emozione in più non avrebbe guastato. Ottimi Noiret, uomo metodico costretto a fare i conti con una realtà inaspettata, e Rochefort commissario comprensivo. Discrete le musiche di Philippe Sarde.
Con le spalle coperte dal granitico Simenon, sempre chirurgico nell'analisi della natura e delle miserie dell'uomo, Tavernier si lancia nel mondo del cinema firmando un ottimo film a metà tra giallo e psicologico, al cui centro si situa un intenso rapporto padre/figlio. Per un esordiente il buon Bertrand fa sfoggio di una classe non indifferente, aiutato anche da una Lione affascinante. Classe che aveva baciato senza dubbio anche le fronti di Noiret e Rochefort: l'umanità gioviale del primo e quella più celebrale del secondo sono la base per alcuni duetti d'alta scuola.
Un orologiaio di Lione che conduce una vita tutta lavoro e compagnia di amici deve improvvisamente fare i conti col suo rapporto col figlio implicato in un omicidio (passionale o politico?). Una buona resa del racconto di Simenon, risolta quasi tutta in chiave psicologica, evitando il più possibile le questioni sociali di un'epoca turbolenta e affidata quasi esclusivamente alla bravura di due grandi attori, Noiret e Rochefort (due padri alle prese con un gap non solo generazionale, ma di natura ben più profonda). Bella l'ambientazione nella città di origine del regista.
MEMORABILE: Il colloquio di riavvicinamento tra Michel e suo figlio in carcere.
Bertrand Tavernier HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàFauno • 4/09/18 00:21 Contratto a progetto - 2742 interventi
Dalla collezione cartacea Fauno, il flano del film:
CuriositàDaniela • 16/01/20 19:42 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Soggetto dal romanzo "L'orologiaio di Everton" di Georges Simenon pubblicato nel 1954.
Nel romanzo la storia si svolge a Everton, una piccola cittadina della provincia americana dell'Arkansas, mentre nel film di Tavernier è ambientata a Lione.
DiscussioneDaniela • 18/01/20 10:04 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Riporto una bella riflessione di Alberto Moravia in merito al film, espressa alla sua uscita nelle sale:
"È bene che i figli si rivoltino contro i padri. Quando non si rivoltano, è un brutto segno perché c’è da sospettare sia un interesse (la perpetuazione non già della specie, ma di un patrimonio), sia una mancanza assoluta di vitalità. E i padri, cosa debbono fare i padri? Secondo noi dovrebbero fare almeno in parte quello che fa il protagonista di L’orologiaio di Saint-Paul, cercare di capire la rivolta dei figli."