L'ora del lupo - Film (1968)

L'ora del lupo

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

E l'alba, l'ora del lupo. E' l'ora in cui molti uomini muoiono e molti bambini nascono. Johan Borg (un pietrificato Max Von Sydow) lo ricorda alla moglie Alma (Liv Ullmann), con cui condivide un'esistenza solitaria ai margini della società. Pittore di successo si rifugia in un casolare vicino al mare dove la sua immaginazione concretizza allucinazioni che lo portano a parlare (spesso insieme alla moglie) con personaggi inesistenti. Nel film, tipicamente bergmaniano, c'è poco altro. E dal momento che i fantasmi appaiono a noi come al protagonista senza alcun alone di mistero, l'impressione è di assistere a eterni dialoghi che non portano a nulla mentre...Leggi tutto la cinepresa mette a fuoco i volti seguendo il cammino attraverso le sale di un castello o tra gli scogli. Non c'è alcuna variazione di rilievo rispetto all'assunto iniziale, nel corso del film, salvo poi un inevitabile precipitare degli eventi nel finale. L'ORA DEL LUPO, quindi, è un horror psicologico di inenarrabile lentezza, che si trascina per un'ora e mezza inquadrando i volti provati dei due protagonisti (anche se in realtà è Von Sydow, il centro assoluto della vicenda), ascoltandone le considerazioni amare su una situazione psicologicamente devastante. Girato in un bianco e nero che esalta i giochi di luci e ombre, il film di Bergman conserva intatta la sua originalità ma denota i limiti di una regia fin troppo compassata. Pesante e ripetitivo anche rispetto alla media dei suoi lavori, L'ORA DEL LUPO è consigliato solo a chi già conosce e ama il grande regista svedese.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/08/06 DAL DAVINOTTI
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Cotola 23/08/08 14:59 - 8998 commenti

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Opera poco conosciuta del regista svedese eppure abbastanza godibile (ovviamente per chi ama l'autore) che presenta diverse caratteristiche tipiche del cinema di Bergman: una certa verbosità (in questo caso un po' troppa), spazio all'onirismo e alla sperimentazione formale, angoscia esistenziale e così via. Un'opera minore che merita comunque la riscoperta e la visione.

Bergelmir 22/04/11 00:07 - 160 commenti

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Generalmente sottovalutato e dimenticato, questo film racconta l'evoluzione psicologica di una coppia che diviene vittima della follia. Girato a Hovs Hallar, affascinante quanto desolata riserva naturale della Scania, è caratterizzato da atmosfere surreali ed enigmatiche e da una trama dallo svolgimento sfuggente, ma è anche arricchito da personaggi interessanti ed inquietanti, che divengono archetipi delle miserie e delle perversioni umane, da cui il protagonista cerca di fuggire.
MEMORABILE: La fotografia, bellissima, che inizialmente è descrittiva e quasi naturalistica, ma che diviene sempre più cupa ed espressionista.

Mco 27/04/14 19:54 - 2323 commenti

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Elogio elegiaco della follia, folle follicolo in cui si annida la crisi individuale. Horror è termine che va ascritto nel suo senso più lato a questa pellicola, pregna di ridondanze financo pedanti sul mal du vivre che attanaglia un monoespressivo Von Sydow, chiuso in se stesso e permeato dai ricordi così come dalle presenze-assenze. Il ritmo è lento e il buio dell'isola ripete quello interiore, l'erotismo che spunta di tanto in tanto confonde la mente, spinge all'oblio. Lo spettatore "di passaggio" si annoierà. Sine dubio.
MEMORABILE: La scoperta del diario nascosto.

Rebis 23/07/14 12:33 - 2331 commenti

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Dice Bergman che voleva girare un "horror". Scherzava, naturalmente. Intimo e personale, il film universalizza le istanze autobiografiche riflettendo sul ruolo dell'artista nella società e inquadrando la creatività come immersione negli abissi dell'anima. Notevole la potenza figurativa delle sequenze incubotiche che danno corpo alle pulsioni inconsce - pedofilia, necrofilia, incesto - e trasfigurano i volti in luoghi di accadimento; ma, troppo schematico e sbrigativo nel pervenire a delle conclusioni sommarie, si fa straniante, gelido e respingente. Solo per bergmaniani doc.

Jdelarge 30/07/14 12:01 - 1000 commenti

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Di Bergman in questo film c'è solo la padronanza della macchina da presa, in grado di scrutare emozioni e paure umane in maniera sublime. L'ambientazione insulare, il fondersi di sogno e realtà in un'unica dimensione, l'uso della parola, la macchina da presa come specchio del personaggio sono tutti elementi cari al regista svedese che in questo film si ritrovano in maniera consistente, ma depotenziati di una riflessione filosofica/esistenziale più profonda. Nonostante la sua natura sperimentale, perciò, il film risulta quasi banale.

Daniela 14/12/14 09:39 - 12606 commenti

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Un pittore che è andato a vivere su un'isola con la moglie incinta scompare senza lasciare tracce. Attraverso il suo diario ed il racconto della donna scopriamo che l'isola era popolata da strani personaggi, ombre del passato, materializzazioni di demoni... A tratti verboso, talvolta compiaciuto dello stereotipo dell'artista maledetto, un film poco conosciuto e considerato minore nella filmografia del regista, che però contiene sequenze di grande suggestione, fra le più perturbanti e morbose del suo cinema. Irrisolto, affascinante.
MEMORABILE: Il bambino che morde; il volto di Von Sydow imbellettato prima dell'incontro con l'amante stesa sul tavolo dell'obitorio

Pessoa 18/09/17 02:50 - 2476 commenti

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Film personale, quasi intimo di Bergman che più di altri evidenzia l'interesse del maestro svedese per la psicanalisi. L'ora del lupo, secondo la mitologia scandinava, è quella più buia della notte, quella che precede immediatamente l'alba. Ed è a quest'ora che gli incubi del protagonista, un Von Sydow da altare sacrificale, si materializzano conducendolo alla follia e allontanandolo dall'amore puro di sua moglie, un'impotente Liv Ullmann che deve cedere alla coscienza malata del marito. Di ottimo livello confezione e cast. Impegnativo!
MEMORABILE: Il teatro delle marionette con Josephson che spiega Il flauto magico di Mozart.

Fedeerra 4/12/17 06:54 - 770 commenti

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"Fra poco spunterà il giorno... e allora potrai dormire". L'ora del lupo (l'opera onirica e pseudo orrorifica di Bergman) possiede mani, mani dove scorrono vene nate dalla notte, cresciute da squilibrati freaks freudiani, dissanguate dall'insoddisfazione e dal più cieco pessimismo. Un viaggio catartico che conduce inesorabilmente alla fine di ogni cosa: arte, amore, sogni e sesso. Straordinario il monologo iniziale di Liv Ullmann, che parla apatica di fronte a una telecamera. Di fronte a noi.

Kinodrop 5/08/20 20:18 - 2909 commenti

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Gli stereotipi bergmaniani ci sono tutti e si affacciano alternativamente con programmata puntualità; quello che manca è la consistenza di un messaggio intellettuale o filosofico che possa essere condiviso anche dai meno aficionados del regista svedese. La solita commistione di psicosi, onirismo ed erotismo malato, la solita ambiguità relazionale e l'incerto confine tra mortalità e impulso vitale. Il tutto esaltato da un b/n inquietante, da una lentezza e verbosità che invece di esaltare, deprivano la forza delle immagini (pur notevoli in alcune sequenze). Ormai da cineforum d'élite.

Myvincent 30/08/20 09:09 - 3722 commenti

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La vita e l'essenza di un amato pittore vengono raccontate dalla moglie, sopravvissuta alla sua scomparsa. Scopriamo il suo mondo, i suoi tormenti, i suoi fantasmi annientatori. Ne deriva un "quadro" complesso, in cui si confondono spettri e realtà, animato da figure enigmatiche ma convenzionali nel contempo. Il solito Bergman, poeta dell'animo, artista interiore, che ci propone un viaggio, talora incomprensibile, da cui si esce in qualche modo purificati.
MEMORABILE: Le tele mai mostrate del celebre pittore.

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Rambo90 28/10/20 23:59 - 7661 commenti

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Un Bergman non indispensabile ma sicuramente intrigante. Il sottile confine tra realtà e follia messo qui in scena funziona, al punto che lo stesso spettatore fa fatica a capire da un certo punto in poi cosa stia accadendo realmente e cosa sia immaginazione del protagonista. Bisogna comunque ammettere che è altrettanto faticoso da seguire per via di un ritmo letargico e di una verbosità spesso oltre i limiti dell'accettabile. Molto bravi i due protagonisti.

Noodles 5/10/21 15:48 - 2196 commenti

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Capolavoro assoluto di Ingmar Bergman, che qui unisce una spruzzata di delirio e di orrore ai suoi classici temi quali l'isolamento e la psicologia dell'uomo. Il viaggio del protagonista nei meandri della sua follia è straordinario. Sembra di sognare quando si ha la febbre, cosa che lo accomuna a certe produzioni di David Lynch. Bergman non lesina anche immagini terrificanti, non consuete nella sua opera. La fotografia e la coppia Max Von Sydow - Liv Ullmann fanno il resto con la consueta bravura. Film che è un incubo da cui è difficile uscire. Straordinario.

Paulaster 19/09/23 18:03 - 4375 commenti

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Pittore e moglie vivono ritirati su un'isola. Viaggio nella psiche di un artista, nella prima parte permette di inquadrare il suo mondo intimo deflagrando in seguito nell'orrore di incubi mortiferi. Bergman gira con cura e sa accelerare quando serve, anche se per la maggior parte del tempo resta compassato. Von Sydow è passivo oltremodo, nota per la Ullmann che rende sempre gli stati d'animo opportuni. Notevoli gli incontri al castello e il senso di cupezza che permea tutta la visione.
MEMORABILE: Lo scontro agli scogli; La Thulin cadavere; Il diario che svela le ossessioni.

Cerveza 22/09/23 16:47 - 348 commenti

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La disgregazione di un artista che si scopre non troppo dissimile dal volgare pubblico che si appropria della sua anima comprando le sue opere. Un pittore perseguitato da visioni allucinatorie disseminate di simbolismi enigmatici, forse troppo autobiografici per essere decrittati appieno, lungo dilatati incubi fra omosessualità, pedofilia, gerontofilia, necrofilia. E poi c’è lei, che resta un passo fuori dal suo mondo oscuro, tentando con amore di tenerlo legato alla realtà come un filo vorrebbe trattenere un aquilone alla deriva, ma potrebbe essere lui a trascinare lei verso sé.
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  • Curiosità Zender • 5/12/07 09:27
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Fa parte dei cento film (realizzati tra il 1950 e il 1980) che Stephen King ritiene abbiano dato "un peculiare contributo al genere horror".
    (Fonte: S. King, Danse Macabre, 1981)
  • Homevideo Bergelmir • 20/03/11 01:30
    Galoppino - 211 interventi
    In DVD a 3,62 € su amazon.it, se avete prime la spedizione è gratis, edizione italiana (nonostante la copertina in inglese):

    http://www.amazon.it/gp/product/B0002ADWR6/ref=oss_product

    Da farci un pensiero
  • Homevideo Cotola • 20/03/11 01:36
    Consigliere avanzato - 3841 interventi
    Nel topic non mette tra le lingue l'italiano
    nè tra i sub.
  • Homevideo Bergelmir • 20/03/11 06:47
    Galoppino - 211 interventi
    Ma vi assicuro che c'è, io l'ho preso proprio su amazon.it e dato il prezzo mi andavano bene anche i sottotitoli, poi una volta arrivato ho scoperto che in realtà c'è l'audio italiano.
  • Homevideo Xtron • 9/08/21 22:10
    Servizio caffè - 2147 interventi
    Il dvd SINISTER

    Audio italiano e svedese
    Sottotitoli in italiano
    Formato video 4/3 fullscreen
    Durata 1h23m52s
    Extra: Trailer, galleria fotografica, interviste a Liv Ullmann e Erland Josephson

    immagine a 22:24

    Ultima modifica: 10/08/21 08:26 da Zender