L'âne jaloux - Corto (1912)

Max stavolta è il terzo incomodo fra un lui e una lei che si amano, cosicché questo lui si traveste da asino e mostra... animalescamente la sua gelosia. L’idea è buona, la realizzazione non è male, ma il tutto è un po’ troppo scarno e non riesce a riscattarsi dalla medietà. Da notare che il finale, con escursione sui tetti e messaggio risolutivo, scritto da uomo verso animale, è presente pure in Max a peur des chiens, anch’esso del 1912.

Corto che sfrutta, assai curiosamente, soluzioni narrative presenti anche nel (più riuscito) Max a peur des chiens. Sono forse queste le fasi più riuscite della comica, che vede Max innamorato della stessa fanciulla corteggiata da un altro uomo; ed è proprio quest'ultimo (travestito da asino) che farà vedere i sorci verdi al protagonista. Non particolarmente brillante, ma pur sempre garbato, il lavoro risulta vedibile ma non certo imperdibile.

L’asino geloso in questione è in realtà un uomo travestito che si presta ad accompagnare la fidanzata da Max ma poi si ribella. L’idea migliore sarebbe stata se l’animale fosse stato vero creando così gag surreali, ma qui la cosa narrativamente è infantile e non regge. Non si capisce poi perché il geloso debba fingere di essere un asino fino in fondo. E soprattutto si ride molto poco. Qualche situazione buffa si annega in un meccanismo forzato e in invenzioni riprese da altre comiche come la fuga sui tetti in cui Max a peur des chiens. Scarso.