L'incubo di Joanna Mills - Film (2006)

L'incubo di Joanna Mills
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ennesima incursione nel caos mentale provocato dal sovrapporsi di tempi diversi, tema portante del fantathriller d'inizio millennio. Ormai i titoli si contano a decine, e questo THE RETURN non si fa certo notare per originalità o particolare significatività. La protagonista Sarah Michelle Gellar (ex ammazzavampiri passata all'horror da grande schermo coi rifacimenti americani di THE GRUDGE), assicuratrice di successo ma dall'aria un tantinello svampita, finisce vittima del classico vortice di eventi inspiegabili: vede come in sogno posti che non ha mai visto ma che esistono e sono legati in qualche modo alla sua infanzia. Nel prevedibile puzzle da ricostruire tutto (o quasi) tornerà, ma il problema...Leggi tutto è che per ricomporlo il regista Asif Kapadia (evidente emulo povero di Shyamalan) fatica non poco a far procedere l'azione: ogni scena dura almeno il triplo di quanto necessiterebbe, i protagonisti parlano al rallentatore infilando dialoghi di rara banalità spezzettati fino all'agonia e le trovate aggiunte solo per aumentare la durata si moltiplicano facendoci intuire che un cortometraggio sarebbe stata la destinazione più adatta. Restano qualche bel paesaggio desolato ripreso con gusto, la capacità di creare una discreta suspence spaventando (anche se sfruttando le tecniche più ovvie) e un clima sospeso in un limbo surreale. Troppo poco, a fronte del nostro costante desiderio di pompare un minimo di energia in un film che pare ancor più in catalessi della sua protagonista.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/01/08 DAL DAVINOTTI
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Zender 20/01/08 08:40 - 315 commenti

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Joanna Mills (Gellar) ha un po' di confusione, nella mente, e l'incubo del titolo italiano (meglio il più immediato "The return", in originale inglese) gli si materializza presto davanti agli occhi, spezzettato in mille diversi flash che si sovrappongono a sprazzi di memoria infantile perduta che lentamente riaffiorano. Chi è la donna la cui immagine ogni tanto le appare riflessa allo specchio? Cosa accadde o sta accadendo a La Salle, Texas? Ci voleva più grinta, per capirlo prima e risparmiarci una valanga di pause strazianti. Superfluo.

Elsup 9/09/08 23:02 - 140 commenti

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Un thriller che si butta molto sul psicologico, anche fin troppo visto che a un certo punto si comincia a perdere il senso della ragione, a guardarlo. Abbastanza noioso, il finale scontato ma passabile. Qualche "colpetto" lo riesce a far prendere, ma il risultato finale è abbastanza scadente.

Undying 19/10/08 20:36 - 3807 commenti

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La musica "cristallizzata" al momento del delitto; le (pre)visioni avanti ed indietro nel tempo; l'identificazione con la vittima da parte della protagonista (una seriosa e mediocre, causa sceneggiatura, Sarah Michelle Gellar): si direbbe un, non dichiarato, remake di Sette Note in Nero. Ma la boriosa regia (schizofrenica ed instabile, con immagini "a scatto"), la sceneggiatura che nasconde - sino alla fine - tracce di percorso e l'idea di trovarsi di fronte ad un film mal scritto ne decretano il fallimento su tutti i fronti. Non diverte, né appassiona, tantomeno convince...

Buiomega71 28/06/13 00:36 - 2901 commenti

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Saranno i suggestivi scorci della provincia americana, sarà la fotografia avvolgente di Roman Osin, sarà quel retrogusto di horror rurale tra fattorie, carcasse d'auto e stazioni di servizio fatiscenti, ma a me è piaciuto non poco. Momenti lynchianeggianti, qualche sobbalzo improvviso (la Gellar allo specchio) e un finale, con incidente, che mette i brividi. Il ritmo è un po' da bradipi e la risoluzione del mistero poca cosa; ma il film ha una sua originalità (anche se ricorda un po' The gift) e l'atmosfera sospesa e quasi onirica tiene bene. Straniante.
MEMORABILE: L'autoradio che prima fa le bizze, poi impazzisce mettendo la stessa canzone tormentone; Il rivelatore incidente d'auto finale; La Gellar allo specchio.

Rufus68 12/05/19 22:16 - 3825 commenti

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Banale filmino dal taglio televisivo. Gli ingredienti ci sono tutti (il passato che non passa, i ricordi-flashback, il trauma), ma sembra che essi si mettano al servizio di una sola trovata: sfruttare la popolarità (ovviamente televisiva) della Gellar, qui in versione più affilata e dolente. Oltre a questo (e a un certo garbo sospeso della narrazione), null'altro si rinviene nell'esangue sceneggiatura che, infatti, riesce a render vita a poco più di un'oretta senza vero nerbo.

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  • Homevideo Undying • 10/06/08 21:26
    Risorse umane - 7574 interventi
    In vendita a partire dal 2 luglio, nel catalogo della Eagle Pictures.

    Formato dichiarato, quello cinematografico originale (anamorfico 2.35:1) ed audio in dolby (inevitabile data la datazione del film) 5.1.

    Scarsi, ma presenti, alcuni extra:
    - Scene tagliate
    - Backstage
    - Finale alternativo
  • Discussione Buiomega71 • 28/06/13 10:44
    Consigliere - 25937 interventi
    Se si pensa di vedere un horror tutto trippa e budella meglio cambiar film, se si crede di vedere un horror sui fantasmini formaggini stile giappo, meglio programmarsi diversamente la serata...

    Sì, perchè L'incubo di Joanna Mills e un ufo, un oggetto strano, un dramma rurale intinto nel paranormale, un film sospeso e quasi onirico, trasognato e un tantino allucinato.

    Il ritmo e lentissimo, quasi soporifero, intervallato da sporadiche visioni (alcune, come quella della Gellar allo specchio, da sobbalzo sulla poltroncina), ma l'atmosfera arcana e umidiccia della provincia americana , con i suoi misteri e le sue verità nascoste, tiene bene, e porta il film in un limbo astratto e straniante

    Piuttosto originale (se proprio può ricordare il The Gift raiminiano), abbagliato dai bellissimi scorci della provincia texana, con l'avvolgente e ipnotica fotografia di Roman Osin, con aggiunta di fattorie sperdute nel nulla, carcasse d'auto, stazioni di servizio fatiscenti, motel squallidissimi alla Bukowski, redneck sudici e poco raccomandabili, che fanno tanto horror rurale hooperiano

    Il movente dell'assassinio e francamente robetta da tv movie, ma la rivelazione metempsichica nell'incidente d'auto finale mette più di un brivido

    Schegge lynchiane (l'autoradio del pick-up della Gellar che di botto impazzisce e va fuori frequenza, mettendo a tormentone la canzone country "Sweet Dreams"-che si svelerà nel pre-finale, l'incidente in mezzo alla strada di notte , il bar con le pareti rosse), spizzichi nightmareschi (la Gellar che da una discoteca, si ritrova oniricamente nel bar malfamato), tramonti e cieli tersi bucolici quasi mallickiani e qualche brivido improvviso e ben assestato suggellano il tutto

    Invasiva la musica di Dario Marianelli, e totalmente assenti gli sfx del trio KNB (non c'è una goccia di sangue, se non nella scena di autolesionismo della Gellar, un taglietto sul braccio) e chiusa finale sospesa ad un incrocio stradale

    L'indiano, ma nato in Inghilterra, Asif Kapadia e forse un pò troppo snobbino (ma gira da Dio), ma meglio cento volte lui del suo più illustre connazionale Shyamalan's, almeno non vende fumo e non cerca il finalone sorpresone a tutti i costi

    Lento, che carbura come un diesel, dove il mistero si infittisce e diventa ermetico man mano che il film va avanti, sino alla risoluzione finale nel fienile (con le pareti dipinte coi cavallucci marini)

    Insomma, stia alla larga chi cerca un horror tout-court (ne rimarrebbe cocentemente deluso), chi invece e disposto a lasciarsi andare a qualcosa di inusuale e particolare, si accomodi (magari amando le sconfinate terre texane e l'america di Easy Rider) a condividere l'incubo (e il malessere) di Joanna Mills.
    Ultima modifica: 28/06/13 13:39 da Buiomega71
  • Discussione Buiomega71 • 28/06/13 11:24
    Consigliere - 25937 interventi
    Vedendo il trailer, mi accorgo che non solo il film e stato completamente ridoppiato (!), ma ci sono delle sequenze che nel film mancano (la donna con in mano il sacchetto del pane che dice alla Gellar dove si recherà per lavoro, una dottoressa-completamente assente nel film-che spiega alla Gellar il suo stato allucinatorio)
  • Discussione Raremirko • 11/11/15 00:00
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Quoto Buio ed il suo discorso; il film mi è piaciuto, trovandolo discreto.