L'incredibile astronauta incontra il mostro spaziale - Film (1965)

L'incredibile astronauta incontra il mostro spaziale
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Frankenstein Meets the Spacemonster
Anno: 1965
Genere: fantascienza (bianco e nero)
Note: Aka "Frankenstein Meets the Space Monster", "Mars Invades Puerto Rico, "Mars Invades PuertoRico".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

A dispetto del titolo originale va detto che Mary Shelley e il suo Frankenstein non c'entrano nulla e che pure il mostro spaziale è figura decisamente di secondo piano, utilizzato per torturare non si sa ben come una terrestre che non vuole parlare e poi ancora nel finale, quando viene liberato per scatenarsi in tutta la sua ridicolaggine. La vicenda comincia quando la Terra decide di sparare dal centro Kennedy (rinominato così da poco, visto che il presidente era stato ucciso appena l'anno prima delle riprese) una navetta spaziale esplorativa con a bordo un astronauta-robot, il quale rischia subito di farsi scoprire come tale a una conferenza in cui gli prende una grave paresi...Leggi tutto proprio mentre sta sorridendo. Accompagnato fuori e riparato in gran segreto (tutti credono sia un uomo), viene rimesso nel razzo ma attenzione: pochi secondi dopo la partenza un'esplosione lo costringe già a paracadutarsi dal mezzo in volo. Colpa del raggio killer di un gruppo di marziani in fuga dal loro pianeta, da poco reso inabitabile a causa della solita guerra nucleare; stanno in un disco volante che manco Ed Wood e sono comandati da una seducente regina con tirapiedi al seguito (un incrocio tra Nosferatu e lo zio Fester). Il loro piano (non il 9) è semplice: sbarcare sulla Terra e procurarsi belle donzelle per riprodursi e continuare la specie! Atterrati infatti, mandano i loro scagnozzi a sequestrare le bagnanti in bikini proprio mentre il nostro robot salvatosi dal razzo c'ha già mezza faccia spellata come Terminator (rivisto in chiave Joe d'Amato però) e si aggira senza saper bene cosa fare tra le dune della spiaggia. Dopo una retata a una festa che frutta loro otto discinte ragazze, gli alieni decidono di prepararsi alla riproduzione (forse), ma gli americani hanno mobilitato l'esercito e con immagini di repertorio da Seconda Guerra Mondiale pare si apprestino ad attaccare il disco volante parcheggiato tra le palme. C'è anche altro, in questa follia pseudofantascientifica girata con pochi mezzi e non troppe idee. La povertà della produzione è evidentissima (anche se le scene di guerra sono integrate bene) ed è ovviamente questo a rendere il film a suo modo simpatico. E' meno statico di altri probabilmente per le diverse situazioni raccontate, che permettono di passare da uno scenario all'altro senza soffermarsi troppo a ragionare sullo scarso interesse delle stesse. Il valore intrinseco dell'opera è bassissimo, va da sé, ma l'aver privilegiato l'azione agli infiniti dialoghi che solitamente affliggono produzioni così (per quanto anche qui non manchino) lo rende se non altro sopportabile. Tra gli spunti appena accennati, decisamente buttati lì, lo strano sentimento d'amore che la scienziata prova per il suo bel robot disperso. Il mostro peloso anima il finale con atteggiamenti kingkongheschi, una bella canzone beatlesiana (“To have and to told”) dei misconosciuti inglesi The Distant Cousins accompagna un lungo, cartolinesco giro in Vespa dei due scienziati che c'entra come i cavoli a merenda.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/07/15 DAL DAVINOTTI
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Rufus68 30/03/20 23:14 - 3845 commenti

I gusti di Rufus68

Una civiltà senza donne spedisce un'astronave sulla Terra (con principessa: allora una donna c'è!) con una sorta di dottor Male a fare da scorta. Intanto un androide difettoso come un frullatore si perde nel deserto. Se la trama risulta incomprensibile dovreste vedere il film: una serie di scene scollegate le une dalle altre e ricche di inserti d'allucinata incongruità (musichine beat, una vespetta, l'astromostro finale). Un festival dell'assurdo che, inevitabilmente, mette di buonumore.

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