L'illusionista - Film d'animazione (2010)

L'illusionista
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Titolo originale: L’illusionniste
Anno: 2010
Genere: animazione (colore)
Cast: (animazione)
Note: Aka "The illusionist".
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/10/10 DAL BENEMERITO RUBER
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Ruber 31/10/10 01:38 - 702 commenti

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Davvero un buon film d'animazione alla vecchia maniera del grande regista francese Jacques Tati, che è ben diretto da Chomet, con un'ottima sceneggiaura e dialoghi a tratti divertenti e a tratti molto sentimentali, che potranno ad alcuni anche far scendere qualche lacrima. La storia è ben costruita (anche se in qualche momento si "rilassa" un po' troppo): parte da un mago da cabaret che vede andar via il suo pubblico man mano che passano gli anni e ritrova in una bambina la voglia di continuare e divertire. Musiche molto curate.

Xamini 2/11/10 23:23 - 1244 commenti

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Un fulmine a ciel sereno, questo L'illusionniste? Non del tutto, per chi ha avuto il piacere di vedere Appuntamento a Belleville. È lo stesso Sylvain Chomet a confezionare un'opera stupenda, sposando la propria sensibilità con il tocco fatato di Tati (l'idea del film d'animazione da una sceneggiatura rimasta inedita nasce da un incontro tra il regista e la figlia di Jacques). A partire dai disegni, di un meraviglioso anacronismo che ci rimanda a Gli aristogatti, per passare agli interminabili silenzi, ai gesti, agli sguardi che costituiscono proprio il punto di incontro tra i due autori (sostanzialmente è un muto), la fiaba fila via, un'immagine dietro l'altra, e lo spettatore si ritrova intriso di un gusto di pellicola d'altri tempi.

Cotola 5/11/10 23:41 - 8998 commenti

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A sette anni di distanza da Appuntamento a Belleville Chomet torna in grande stile, mescolando il suo inconcondibile tocco con la poetica di Tatì (da una cui sceneggiatura inedita è tratta la pellicola). Le emozioni non possono che essere garantite nonostante il regista non si lasci andare a scelte facili e non cada mai nel patetismo gratuito, come dimostra l'ultima parte ed il ben finale che, a mio avviso, apre nuovamente alla speranza.

Mdmaster 21/02/11 18:56 - 802 commenti

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Piccoli sguardi e silenzi carichi di sentimenti che si perdono nel mare di tante piccole vite smarrite nella quotidianità. La poetica di Chomet è semplice e terribilmente efficace, capace di emozionare con pochi scorci di Edinburgo o di Parigi. Due esistenze diverse che si ritrovano vicine, cercando di andare d'accordo e di sopravvivere. Splendida tecnica d'animazione d'altri tempi, così come lo è la pellicola nel suo delicato tratteggio di personaggi che rimarranno scolpiti in maniera indelebile nel cuore dello spettatore.
MEMORABILE: Il ventriloquo e la sua spirale discendente; il coniglio "assassino" e la sua meritata libertà.

Saintgifts 3/04/11 01:46 - 4098 commenti

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"L'illusionista non esiste"; così il mago fa scomparire se stesso, dopo aver lasciato il bianco coniglio al suo mondo e in buona compagnia. Ognuno al suo posto, la parvenza di tristezza lascia spazio al viaggio, a nuove storie, a nuovi luoghi. Fatto molto bene questo film, tutto è curato alla perfezione, un grande omaggio al monsieur Hulot di quel genio che è stato Jacques Tati, quindi a Tati stesso. Chomet usa il computer con discrezione, solo per farci vedere Parigi ed Edinburgo, alle quali ha dato la giusta atmosfera, a volo d'uccello.

Puppigallo 16/05/11 10:03 - 5250 commenti

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Delicato, malinconico, ma anche gradevolmente umoristico prodotto d'animazione, dove un Tati animato, in versione prestigiatore fuori tempo massimo, si scontra con la modernità (il rock che avanza, i gusti) e tenta di reinventarsi meccanico, o mago da negozio pur di permettere a una ragazzina indigente di avere ciò che desidera. Oltre ad essere sicuramente più profondo della maggior parte dei cartoni in circolazione, ha il dono di farsi seguire, nonostante il ritmo blando e la colonna sonora dolce, quasi ipnotica. Tratto piacevole e giustamente datato. Finale commovente. Davvero notevole.
MEMORABILE: Il coniglio tarantolato e mordace; Il declino dei suoi colleghi (il ventriloquo); Il vero Tati; Il foglietto con scritto: "I maghi non esistono".

Galbo 2/07/11 05:52 - 12372 commenti

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Il mondo deliziosamente retrò di Sylvain Chomet torna dopo il notevole Appuntamento a Belleville in una storia tratta da una sceneggiatura inedita di Jacques Tati. Film permeato da una sottile e penetrante malinconia che riflette il tempo che passa e che rende il protagonista una figura inevitabilmente datata ma al quale la storia regala una grande umanità. Deliziosa la grafica (con scorci di natura ed urbani di qualità pittorica); ottima l'animazione.

Rullo 7/07/11 19:45 - 388 commenti

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Film di pregevole fattura, colori pastello molto morbidi che conferiscono al cartone particolare calore, aiutando lo stesso a trasmettere emozioni. La magia non esiste, siamo nell'era del rock'n roll e sempre meno gente ne rimane affascinata. Il protagonista si trova quindi fuoriluogo, o meglio fuoritempo. La differenza di lingue porta il film ad essere praticamente muto. Il suono quindi è parte integrante, i rumori della città - contornati da musiche di elevata qualità - anche.

Lupoprezzo 13/09/11 23:11 - 635 commenti

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Chomet mette mano a una vecchia sceneggiatura di Jacques Tati e dà vita a un meraviglioso film d'animazione, in cui il protagonista (che ha proprio le fattezze del grande autore francese) deve lottare per la sopravvivenza del suo mestiere. L'atmosfera è quella nostalgica della fine di un'epoca, rappresentata tristemente dal sottobosco di artisti ridotti ormai alla fame. Carica di lirismo e di struggente passione la parte finale, un filo sottile che lega la malinconia al cuore dei ricordi, un amore impossibile che diventa sommessa speranza. Bellissimo.

Pigro 26/12/11 08:21 - 9623 commenti

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Tenero, struggente, malinconico. Non ci sono altri aggettivi possibili per la storia del prestigiatore disoccupato e della ragazza che lo segue credendo nelle sue magie: una storia che narra in parallelo la crescita di un'adolescente e la decadenza di un uomo d’altri tempi. Ad avere il tocco magico è proprio Chomet, che rende un omaggio appassionato e rispettoso all’ideatore del soggetto Tati, virando decisamente più sull’umanità nostalgica che sulla comicità. Con un approccio di infantile poesia e di realismo fiabesco. Crepuscolare.

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Ford 26/03/12 11:45 - 582 commenti

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Questo Hulot a disegni è davvero da brividi, un film poetico disegnato e animato alla perfezione, una storia appena accennata ma con momenti di puro magone, personaggi muti ma che dicono molto, gag di una raffinatezza incredibile e un protagonista perfetto nelle movenze, nelle espressioni. Due dei miei registi preferiti messi assieme non potevano che creare un capolavoro e io non so già più che dire: da vedere e basta.

Erreesse 2/07/12 21:24 - 63 commenti

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È possibile essere profondi, ricchi di sentimento, anche buffi, senza cadere nella supponenza e nel patetismo? Sì, lo dimostra questo capolavoro senza tempo che parla sottovoce e dice così tanto. L'arte, la paternità, l'amore, il tempo e lo spazio discussi con commossa leggerezza. Indimenticabile, perfetto.

Daniela 1/07/12 09:10 - 12606 commenti

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Illusionista di scarso successo, emigrato al di là della Manica in cerca di lavoro, rimedia qualche ingaggio ma soprattutto l'"adozione" involontaria di una ragazzina scozzese, già sguattera in una locanda, che spera nella magia per cambiare vita. Forse i maghi non esistono, ma certo esistono i poeti e Chomet, dopo l'eccezionale Belleville, si conferma un poeta in punta di matita con questo incantevole omaggio a Tati, una fiaba gentile, in cui i piccoli tocchi di umorismo sono come perle sparse sul mantello della malinconica. Finale dolce/amaro
MEMORABILE: Certe vedute di Edimburgo, l'equivoco del libro di ricette, la liberazione del coniglio dispettoso

Yamagong 14/10/12 02:54 - 274 commenti

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Sylvain Chomet, dopo Appuntamento a Belleville, riconferma nuovamente il suo talento, la sua inarrivabile cifra stilistica: ritroviamo scenari fumosi, decadenti, ma pulsanti di vita, una lunga serie di personaggi affascinanti perché goffi, deformi, picareschi, ma per nulla atterriti dal loro destino beffardo, che affrontano sempre e comunque a testa alta. Attori di una storia struggente, carica di magniloquenti emozioni e costellata da attimi di altissima poesia, lo sconvolgente finale su tutti. Un must, se vi piace il buon cinema!
MEMORABILE: Il finale, quando il mago si separa da Alice.

Rebis 19/07/15 15:21 - 2331 commenti

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I maghi non esistono, dice Tati, e Chomet rilancia: ma la poesia per immagini che chiamiamo cinema, non è forse una sorta di incantesimo? In questo atto di rivalsa si consuma l'interesse per un'opera che è sussiegoso omaggio all'arte del maestro, deferente riflessione sul declino del vaudeville, in cui l'antico e il moderno si azzuffano in una ordinata danza. Edimburgo risorge, pastellata e intatta, paradigmatico luogo di formazione ed emancipazione. Così, Chomet sopprime il ballo furibondo e macilento di Belleville e intrappola l'incanto nell'omaggio atteso, nella filologia cinephile.

Caesars 1/06/16 08:38 - 3772 commenti

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Chomet porta sullo schermo Tati e una sua vecchia sceneggiatura. Lo fa col garbo che già aveva mostrato nella sua opera precedente, con un disegno ottimamente realizzato anche se ben distante dai canoni del cinema di animazione odierno. Durante la visione si respira un'aria malinconica, qualche volta interrotta da un sorriso, che attraversa tutta la pellicola fino a un finale ben riuscito e, forse, aperto a un po' di speranza. Consigliato.
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  • Discussione Pigro • 26/12/11 08:22
    Consigliere - 1658 interventi
    A me risulta che il titolo originale di questo film, che è francese, sia francese e non inglese. E cioè: L’illusionniste (attenzione: con due "n").
    Lo si vede anche nei titoli di testa, e pure Imdb conferma: è indubbiamente francese.
  • Discussione Zender • 26/12/11 09:29
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Ok Pigro, ho spostato quello inglese negli aka, che non si sa mai...
  • Curiosità Caesars • 1/06/16 08:56
    Scrivano - 16796 interventi
    Quando il mago arriva a Londra è ben visibile la Battersea Power Station, immortalata dai Pink Floyd nella copertina del loro album "Animals" (simile anche per colori e angolo di inquadratura):

  • Discussione Zender • 1/06/16 09:13
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Caesars ebbe a dire:
    Quando il mago arriva a Londra è ben visibile la Battersea Power Station, immortalata dai Pink Floyd nella copertina del loro album "Animals" (simile anche per colori e angolo di inquadratura):


    Vero. E' presente in tantissimi film e telefilm mi sono accorto. E' una vera istituzione a Londra, la Battersea Power Station, e lo era ancor prima della famosa copertina dei Floyd. Qui oltretutto direi che coi colori han proprio ricercato di replicare la copertina.
    Ultima modifica: 1/06/16 09:21 da Zender