Film inglese di una certa ambizione (e premiato dalla giuria a Cannes), THE SHOUT racchiude nel titolo originale l'idea più bella: quella dell" "urlo terrifico", un grido di potenza devastante capace addirittura di uccidere. Charles Crossey (Alan Bates) dice di averlo imparato durante i suoi diciotto anni di soggiorno in Australia, vissuti a contatto con misteriose tribú indigene. In pratica il film ruota attorno all'attesa dell'urlo, mentre il regista Jerzy Skolimowski provvede a creare la giusta atmosfera tra le dune deserte di Devon, in Inghilterra. La storia è raccontata in flashback proprio da Crossey durante una appassionata partita di cricket in...Leggi tutto manicomio, e più volte interrotta da stralunati ritorni al presente. Girato con ritmo sonnacchioso, alla disperata ricerca di un contesto capace di giustificare la dirompente trovata dell'urlo, THE SHOUT fatica a rendere interessante il rapporto lui (John Hurt, dalla caratteristica aria perennemente sconvolta)/lei (Susannah York), distrutto dall'entrata in scena di Crossey e della sua presenza carismatica. E' evidente quanto il copione sia povero e quanto Skolimowski si prodighi nell'impostare il film secondo regole dettate dall'estro del momento, aiutato dalle minimali tracce d'organo di Tony Banks (coadiuvato dall'altra anima dei Genesis Mike Rutherford) e da scenari naturali di un certo effetto. E va detto che il film a tratti si fa suggestivo, con sequenze di grande fascino (il momento topico dell'urlo è sviluppato in modo intelligente, senza strafare). Purtroppo per la maggior parte del tempo appare piuttosto insulso, un tentativo di mascherare una vicenda con troppo pochi "highlights".
Bel film, sorretto da una sceneggiatura intelligente e da una buona prova di tutti gli interpreti. Jerzy Skolimowski è regista non molto conosciuto ma sicuramente di un certo valore. Girato con un ritmo molto lento il film ci porta, creando la giusta atmosfera di attesa, verso un finale creato con grande intelligenza. Una pellicola di difficile reperibilità che merita almeno una visione in quanto sicuramente mai banale.
Interessante film che colpisce soprattutto per lo stile libero e imprevedibile, tipico del cinema degli anni Settanta. Skolimowski mostra, ancora una volta, di avere un talento visivo (si pensi alla splendida messa in scena della partita di cricket) e narrativo non comune, riuscendo a costruire una storia dai ritmi un po’ dilatati che, sebbene non perfettamente sorretta dalla sceneggiatura, avvince e affascina non poco lo spettatore.
Ahi ahi, non trovo scritto che questo film è tratto dal meraviglioso racconto di Robert Graves, complessa e buffissima parodia della psicanalisi junghiana. Certo il film ne perde per strada tutto il senso a parte qualche labile traccia nel privitivismo del paesaggio, ma Skolimowski ne fa un buon film, anche se è il classico film che viene premiato alle mostre negli anni '70. Attori impeccabili, musiche a particelle del pianista e del bassista dei Genesis (cosa che anche i fan più duri non ricordano).
Un diverso ordine spirituale si insinua nel tranquillo tran tran borghese di una coppia. Ma se i borghesi ne rimangono soggiogati perché il loro sapere bassamente realista è inferiore (Hurt tenta inutilmente di imitare il "grido" mortale del titolo), è anche vero che il portatore della nuova magia è indegno d'essa servendosene per scopi vili (e infatti ne rimane vittima). Il regista è abile a rendere questo scontro fra piani di esistenza (replicato nelle scene del cricket fra sani e folli) con l'ironia tipica del free cinema inglese.
C'è un certo fascino misterioso, un'impronta d'autore grazie alla buona regia di Skolimowski, che dimostra senso estetico specialmente nel modo di girare le scene all'aperto, che sono quelle che danno maggiore suggestione. L'intrigante soggetto richiama divagazioni teologiche e filosofiche (il potere dell'urlo può avere liberatori riferimenti ancestrali contrapposti al progresso tecnico) ma non è ampiamente sviluppato dalla sceneggiatura. È Alan Bates a sostenere il film dando al suo personaggio carismatico mistero. Ritmi medio-bassi. **!
Tra gli ospiti di un manicomio inglese c'è un certo Crossley che si vanta di aver appreso, durante la sua convivenza con gli aborigeni australiani, la letale tecnica dell'urlo "terrifico"... Impressionante racconto di orrore reale che, partendo dai presupposti terrifici ed arcaici de L'ultima onda, innerva le suggestioni antropologiche della superstizione con un impalpabile senso del grottesco; i margini tra eventi reali ed auto-convincimento immaginario si assottigliano così man mano che la trama procede, sino ad un finale incerto e destabilizzante.
MEMORABILE: Gli effetti catastrofici dell'urlo "terrifico".
Oggetto ibrido e misterioso, il film di Skolimowski potrebbe trovare adozione nelle schiere del cinema surrealista così come tra le sperimentazioni più ardite del free cinema inglese, senza poi disdegnare la menzione nei più speciosi annali horror. Al suo centro, lo spalancarsi delle forze occulte - dette irrazionali - in un monotono menage di coppia, inseguendo un'idea del suono che trova nel mito omerico delle sirene la sua più ampia ed esatta esplicazione. L'innovazione stilistica è perlopiù affidata alla rappresentazione dei presagi. Non tanto coinvolgente quanto evocativo. Straniante.
A mio avviso il film è valutato più del dovuto, tuttavia si tratta ovviamente di gusti. Ho trovato la parte iniziale abbastanza noiosa ma, mano a mano che la storia prende la sua forma, l'interesse aumenta. Tirando le somme è un film che si lascia seguire.
L'irruzione del sacro nella razionale routine quotidiana ha la forma di uno straniero che può uccidere con un urlo e che si insinua in un modesto ménage famigliare, travolgendolo. Viene da un luogo "mitico" e approda a un luogo-soglia: un villaggio sperduto affacciato su un deserto, in cui un uomo cataloga suoni. Strano film, visionario non nelle immagini (pure ricercate) ma nello spirito che lo anima e che inietta inquietudini paniche per un'altra realtà. Polanskiano senza ritmo: magico e folle, come la cornice manicomiale suggerisce.
Troppa carne al fuoco: lo sperimentalismo di Skolimovski vorrebbe indagare i misteri della superstizione, il limite tra fede ufficiale e religiosità lontane, i desideri sessuali irrazionali financo l'antropologia culturale. Invece si finisce per assopirsi perché la pellicola manca di ritmo e perché, volendo parlare di tutto in un'ora e mezza, si finisce per non approfondire nulla. Alcuni momenti mi sono parsi involontariamente comici e la storia a tratti è solo un esile filo che si attorciglia pericolosamente. Non male i temi, pessima la messa in scena.
MEMORABILE: John Hurt si sveglia di notte e si taglia le unghie...
Interessante e originale lavoro del talentuoso Skolimowski, che realizza un film inusuale; dal ritmo lento, sospeso in un clima quasi "mistico", sull'attesa del fenomeno spaventoso causato dal protagonista ("l'urlo terrifico"). Bates dà credibilità al personaggio e Skolimowski riesce a creare un clima di tensione e mistero, che ricorda un altro inquietante film basato sulle magie degli aborigeni, L'ultima onda. Belle anche le soluzioni stilistiche e le musiche. Un film certamente particolare e non per tutti, comunque intrigante e anomalo.
MEMORABILE: L'urlo nella radura; "Se non te ne vai subito ti spacco le orecchie con l'urlo!"
Film molto particolare, curato nelle atmosfere e nell'ambientazione, assai ricercata, è girato con un ritmo volutamente lento. Il regista conduce il racconto con mestiere, ma la sceneggiatura mostra qualche incertezza di troppo. Buona la prova degli interpreti. Nel complesso vedibile ma sopravvalutato.
Uno straniero si introduce nella casa di un musicista, lo plagia, ne seduce la moglie. Dice di essere vissuto per molti anni fra gli aborigeni australiani e di averne appreso le arti magiche, compresa la capacità di emettere un urlo dagli effetti letali... Racconto in flashback di un folle, lascia perplessi per certi ellissi narrative poco comprensibili, che ne fanno più un film-abbozzo che un'opera compiuta, ma riesce comunque ad affascinare per la suggestione panica dei paesaggi sabbiosi ed il magnetismo di Alan Bates, seducente come un cobra.
MEMORABILE: I campionamenti sonori; l'urlo in mezzo alle dune; gli effetti del temporale sui giocatori in mezzo al prato
Forse il miglior film di Skolimowski. Indecifrabile e criptico: storia di follia, immaginazione oppure fatti "reali"? In ogni caso splendide riprese delle selvagge coste del Devon, con uno stile unico tra il mistico, il surreale, l'onirico e il leggero (jazzistico disse una volta Enrico Ghezzi). Ottimi gli attori (un giovane John Hurt molto bravo) ma spicca un fantastico Alan Bates, da Oscar nella parte stranita del folle "stregone" australiano. Il significato finale? A ognuno la sua risposta. Comunque originalissimo.
MEMORABILE: La partita a cricket dei folli; Il racconto sugli aborigeni australiani; L'"Urlo".
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
CuriositàZender • 12/12/07 09:12 Capo scrivano - 48379 interventi
Fa parte dei cento film (realizzati tra il 1950 e il 1980) che Stephen King ritiene abbiano dato "un peculiare contributo al genere horror".
(Fonte: S. King, Danse Macabre, 1981)
Scusa Zender, vedo che come aka c'è indicato "L'urlo", però non mi pare che in Italia sia mai girato con tale titolo (è solo la traduzione letterale dell'originale).
DiscussioneZender • 10/11/11 11:50 Capo scrivano - 48379 interventi
Io ricordo che alcune libri lo chiamavano L'urlo, per cui anche se non fosse un aka ufficiale è comunque bene metterlo nel senso che qualcuno lo potrebbe comunque cercare con questo titolo (forse in qualche tv privata è passato così).