Girato a velocità supersonica per battere sul tempo il progetto di Cesare Ferrario, che per primo annunciò l'intenzione di fare un film sul Mostro di Firenze, il lavoro dell'ex produttore Camillo Teti superò la censura con un semplice divieto ai 14 anni (la Commissione ravvisò i presunti intenti documentaristici dell'operazione) e uscì nei cinema quando ancora IL MOSTRO DI FIRENZE di Ferrario faticava a passare la censura. In ogni caso il film (uscito in videocassetta come FIRENZE! L’ASSASSINO E’ ANCORA TRA NOI) resta un prodotto assai modesto, che prende spunto...Leggi tutto dai delitti del mostro (Pacciani non si sapeva ancora chi fosse, all’epoca) per raccontare la storia di una studente in criminologia (Mariangela D’Abbaraccio) in atto di presentare una tesi sul caso. Condurrà indagini personali venendo a contatto con uno specialista in autopsie, destinato ben presto a diventare l'indiziato numero uno. Sarà davvero lui, come molte circostanze porterebbero a pensare, l'autore dei tremendi delitti operati ai danni delle coppiette in amore? Il primo omicidio è l'unico realmente avvenuto; gli altri, concentrati in un tempo poco plausibilmente breve, sono inventati per far procedere la vicenda. Che però si trascina stancamente... Vuoi per i limiti del cast, vuoi per la squallida sceneggiatura e il soggetto troppo scarno, il film di Teti si presenta come un thriller di basso rango, con suspense vanamente cercata attraverso le solite scene di agguati misteriosi alla casa della protagonista e un buio quasi costante nelle deludenti sequenze degli omicidi del mostro. Qualche spruzzo di sangue, una buona colonna sonora di Detto Mariano e poco altro. La sensazione è quella del B-movie da quattro soldi.
Inizio interessante, poi il buio più totale! Ad un certo punto sembra un documentario sui guardoni, poi diventa un thriller con la protagonista che crede che il fidanzato sia il mostro di Firenze. Recitato malissimo, presenta tuttavia un'"ottima" scena in cui il mostro infierisce sulla vagina di una delle vittime. Al contrario dell'altro film sul tema (Il mostro di Firenze di Cesare Ferrario), questo c'entra poco o nulla con i delitti del mostro di Firenze, quindi eventuali paragoni sono improponibili.
Purtroppo la triste vicenda fiorentina ha cagionato tre aberrazioni cinematografiche: uno è questo squallido thriller (reso soft dalle maglie della censura), l'altro quello (modicamente) più dignitoso diretto da Cesare Ferrario (Il Mostro di Firenze), a seguire un titolo - osteggiato dalla pubblica opinione - (forse) girato e mai compiuto. Resta il fatto che questa pellicola, sceneggiata con l'aiuto di Ernesto Gastaldi (artefice in regia del peggior thriller italiano, Notturno con grida) ha poche frecce al suo arco e le spende malissimo.
Girato subito dopo l'ultimo efferato delitto del misterioso Mostro, parte per narrare le gesta di questo, per anni, inafferrabile serial killer e finisce per raccontare anche altro. Improponibile, girato con la mano sinistra e recitato (ma è una parola veramente troppo grossa da usare in questo caso) da un gruppo di persone lasciate libere di fare ciò che più gli aggrada. Una mattonata micidiale.
Deludente e a tratti fastidioso tentativo di riportare al cinema la triste saga dei delitti fiorentini avvenuti a cavallo tra gli anni '70 e '80. La vicenda, ancora lontana dai successuvi reali sviluppi, viene narrata coma la banale azione criminale di un maniaco e gli omicidi si perdono in effettacci ai limiti del tollerabile. Recitazione imbarazzante e finale aperto, a monito delle coppiette che osano appartarsi. Inguardabile.
Uno schifo oltre i limiti: sembra girato da un 15enne con una cinepresa anni 70. Sfruttando l'onda emotiva dopo i tristi delitti del "mostro di Firenze" Teti ci regala questa fetenzia diretta male e recitata peggio: raramente potrete vedere all'opera attori così inutili e incapaci. Oltretutto si punta troppo sul voyeurismo e alla fine sembra di assistere a un erotico di serie D... Voto artico, sotto lo 0.
Cosa dire di un film che nei titoli si dice "realizzato come monito ai giovani e nella speranza di dare aiuto alla polizia" e subito dopo a caratteri più piccoli "Ogni riferimento alla realtà è puramente casuale"? Non solo brutto, diretto e recitato malissimo (che è il peccato minore) ma perfino irritante, nelle sue pretese colte (il finale meta-cinematografico che vorrebbe dannatamente essere cult) e per la totale mancanza di autoironia (che non impedisce comicità involontarie). Mai il verdetto fu così appropriato: Inaccettabile vaccata!
Primo film ispirato alle tragiche vicende fiorentine, che riuscì ad imporsi tempisticamente sugli altri due di Ferrario e Frajoli. Mentre il successivo Il mostro di Firenze tentava una fanta-inchiesta supportata da basi oggettive, la pellicola di Teti vira invece in direzione del thrilling a forti tinte splatter... in maniera disastrosa! La recitazione, oltretutto già pesantemente inficiata da uno scadente audio in presa diretta, è ad un livello talmente basso da riuscire a strappare in più punti un vero moto di riso, i dialoghi sono puerili ed imbarazzanti, il montaggio trasandato ed impreciso, la regia anonima e impersonale.
MEMORABILE: La disgustosissima scena che vede il maniaco asportare una sezione di pube ad una delle sue vittime (!!!)
Decisamente brutto, anche per il delicato argomento affrontato, questo primo tentativo di portare sullo schermo i delitti di Firenze, anche se la città non viene mai nominata ed è con tutta probabilità girato a Roma. Impostato come un thriller, non ci regala né pathos né sussulti. L'unica nota curiosa è che, tra le tante ipotesi sugli omicidi formulate nel film, si arriva molto vicini alla realtà quando la protagonista indaga tra i guardoni.
Squallidino, piatto, (s)recitato male, senza un minimo di cura (passi le location, comunque cammuffabili meglio, ma che non ci sia uno che parli con accento fiorentino... ), soprattutto con dialoghi atrocissimi. Spiace ci sia coinvolto il valoroso Gastaldi, cui probabilmente si devono gli unici momenti passabili, ancorché derivativi (l'assedio in casa, la seduta spiritica). Indifendibile, un po' come l'esito processuale della vicenda-Mostro.
Nonostante il promettente titolo, il film è davvero pessimo e privo di pathos: la regia è scarsa, il montaggio approssimativo, l'interpretazione ai limiti dell'amatoriale e l'aspetto tecnico (audio basso in presa diretta) pure. L'argomento trattato è scottante ma, visto l'anno del girato (dove non c'erano sviluppi processuali attendibili), il film sfrutta il soggetto allora giornalisticamente avvincente per "buttarla" sul thriller (da mezza tacca) ispirato al fattaccio.
Da fatti di cronaca nera all’epoca ancora da risolvere (il Mostro di Firenze), ci si inventa un thriller raffazzonando tutta la casistica del genere: una detective improvvisata in costante pericolo, soggettive, false piste e sospetti hitchcockiani, omicidi splatter, qualche nudo e lugubri sviolinate. I mali più grandi del film sono tuttavia la sceneggiatura, moscia e fatua benché vanti la firma di uno specialista come Ernesto Gastaldi, e l’audio in presa diretta, che aggrava le deficienze interpretative dell’impacciato cast. Delitti dovrà affrontare questo temibile concorrente...
MEMORABILE: Da annali del supertrash: il cadavere sul soffitto e i versi del medium durante la seduta spiritica.
Non si sa chi reciti peggio: la D'Abbraccio sfiora la sufficienza in un cast dove l'unica attrice spontanea è la bionda nel bar dei guardoni. Improponibile film sulle vicende legate al mostro di Firenze che da un lato indugia sull'orrore dei dialoghi (scadenti) e su quello vero (mostrandoci amputazioni di capezzoli e pube) e dall'altro, immediatamente dopo, in un paradosso educativo, mostra una scritta sui titoli di coda che vorrebbe dare alla pelicola una valenza di legalità. Orrore!
Il Mostro di Firenze c'entra relativamente poco: resta il serial killer di coppiette (ma Firenze?) mentre a fare da cardine abbiamo una vicenda il stile Il sospetto con laureanda impavida e medico dalla vita piena di punti oscuri. Ritmo tutto sommato accettabile, ma storia sconclusionatissima, confezione trasandata (con audio in presa diretta che fa molto telefilm nostrano anni 80), dialoghi pessimi e attori di basso livello. Verso la fine vengono pure piazzate un paio di selvagge scene splatter, ma il livello del film rimane quello che è.
MEMORABILE: La pazzesca e gratuita scena della seduta spiritica, flashback splatter compresi.
Brutto giallaccio fuori tempo massimo, con la triste aria da "signori, si chiude" che permeava il cinema di genere nostrano di quegli anni. Ci troviamo di fronte a un instant movie qualunquista, farlocco, exploitativo e becero e di certo (per l'appassionato di morbosità su pellicola) il risultato è scadente. Si salvano la D'Abbraccio e il primo omicidio, veramente inquietante. Per il resto siamo a livelli di un numero di "Attualità Nerïa" della mai troppo compianta Edifumetto.
Film complessivamente scarso; i punti deboli sono numerosissimi: l'opera è chiaramente girata in modo approssimativo (causa anche budget e tempi ristretti), la regia è banale e la recitazione, dialoghi compresi, è pressoché amatoriale. Tuttavia il film ha qualcosa da salvare: il ritmo è piuttosto coincitato, mentre fotografia e audio sono così spogli che (involontariamente) rendono concreta e tangibile la tensione della vicenda.
Il titolo la dice già lunga su qualità ed intenzioni del film: fare sensazione. Il richiamo al mostro di Firenze è, infatti, uno specchietto per le allodole ed esecrabile è l'indulgere in particolari morbosi francamente evitabili. Per il resto la pellicola è imbarazzante su tutta la linea: regia inesistente, storia patetica, ritmi molto dilatati, dialoghi che gridano vendetta, attori
che fanno quel che possono. E del trash (risibile e delirante la didascalia finale), che dire? Meglio tacere.
MEMORABILE: Il morto sul soffitto colante sangue dalla bocca. Le dissezioni del maniaco. La didascalia finale.
Partendo da un giustificato tentativo di mettere in guardia le coppie che si imboscavano in auto, il regista va ben oltre i traguardi prefissati; fra l'altro almeno un paio di esecuzioni (non li chiamo omicidi) sono molto attinenti ai fatti reali. Ma quel che più importa è che c'era un vero e proprio sottobosco di microcriminalità orientato alla guardoneria a pagamento (con onorari pazzeschi!), i cui utenti erano tanti altri nomi importanti. Il mostro era per ovvii motivi lo spauracchio, ma emergeva da una enorme massa liquida di potenziali scandali.
MEMORABILE: La foto della perizia balistica; I consigli di cambiare argomento di tesi di laurea.
Curioso tentativo di mischiare un fatto di cronaca nera, all'epoca ancora irrisolto, con il giallo dai risvolti splatter tipico della nostra cinematografia; ne esce un prodotto poveristico, con prove attoriali approssimative (aggravate da un audio non ottimale), tuttavia dotato di una discreta atmosfera da horror e di qualche momento sanguinoso piuttosto crudo. Confezione e script modesti, clima da serie B costante ma anche quella genuinità dei prodotti a basso costo degli anni che furono; tutto sommato si fa vedere, a patto di tollerare una certa morbosità d'accatto, tutta italiana.
In altri tempi si sarebbe parlato di "instant movie", anche se gli standard di Lizzani, maestro del genere, sono lontani. Il budget è quello che è, gli attori anche, eppure Teti riesce ad evitare il disastro, con l'aiuto del mitico Gastaldi alla sceneggiatura e anche grazie ad alcune scene piuttosto riuscite: su tutte il ritrovamento del barista impiccato e la tentata aggressione alla giovane Cristiana asserragliata in casa, entrambe carpite dal primissimo Argento. Finale ovviamente irrisolto.
Teti, che anche in futuro non darà prova di eccezionali doti registiche, esordisce con un instant-movie talmente sfacciato nella sua exploitativa gratuità (delitti splatter e nudi integrali con poche reticenze), talmente sciatto nella messinscena (riprese pseudo-amatoriali ulteriormente impoverite dal misero audio in presa diretta, recitazione men che mediocre, musichette orrifiche fastidiose) e nello stile di scrittura (struttura episodica e inconcludente, dialoghi che vanno dal demenziale all'improvvisazione), da destare una certa ammirazione. Lodi per il finale pre-carpenteriano.
MEMORABILE: Il primo duplice omicidio; La seduta spiritica fra urla e visioni; La dettagliatissima amputazione del capezzolo cui segue una vulvectomia estrema.
Nel 1986 sui delitti del mostro di Firenze si brancolava ancora nel buio più totale, per cui si può apprezzare il non aver suggerito soluzioni fantasiose optando invece per un epilogo aperto e curiosamente metacinematografico. Poi è chiaro che si tratta di un thriller low budget, recitato male e con un paio di efferatezze davvero discutibili, ma dal mare magnum della mediocrità affiora anche qualche sequenza discretamente ansiogena. Superato sia dalla realtà che dalla fiction, può meritarsi un'occhiata come reperto documentale.
Già il fatto che nel film ci sia il “Bar dei guardoni” fa capire il livello di questo prodotto ispirato alle vicende del mostro di Firenze. Il tutto ha un sapore quasi amatoriale, anche se la campagna italiana invernale sotto il cielo grigio per gran parte delle riprese crea la giusta atmosfera. I delitti splatter ricchi di dettagli morbosi sollevano la qualità, impedendo che soprassalga la noia. Il finale lascia un po' di amaro in bocca, pur essendo in qualche modo originale e divertente (si scomoda pure il nome di Hitchcock).
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Deepred89 ebbe a dire: Scopro adesso che le scene mancanti dal master Mediaset erano in realtà già mancanti dalla copia censura, dunque eliminate già per l'uscita nelle sale per far circolare il film col solo divieto ai minori di 14 anni. La vhs recupera la copia pre-censura.
Ottimo, Deep
Curiosamente la vhs Vivivideo riporta comunque il divieto ai minori di 14 anni
Vero, ma generalmente in quasi tutti i casi analoghi di VM14 ottenuto grazie a tagli più o meno ampi (da titoli d'annata quali Roma violenta e Profondo rosso a roba più recente tipo La terza madre) si mantiene per l'home video il visto censura originale (dunque VM14), nonostante il master effettivo risulti poi quello pre-censura. Poi chiaramente permangono le eccezioni, quali il master pre-censura di Cannibal Ferox VM18 per la Lamberto Forni.
Susa Deep, ma che tagli ci sarebbero stati in Profondo rosso, che poi sarebbero stati reintegrati successivamente? Può darsi che l'età mi stia offuscando le idee, ma a me non risulta sta cosa.
Profondo rosso nella sua copia-censura (quella che passa su Mediaset) è priva di qualche secondo di agonia della Calandra durante l'annegamento (nota che nella copia-tv tenta di rialzarsi solo una volta, nell'uncut due volte) e di un primo piano frontale sul volto sempre della Calandra quando entra Hemmings nella sequenza successiva. Le versioni home video dovrebbero partire tutte da una copia pre-censura.
Grazie della spiegazione Deep.
Ma sei sicuro che quei fotogrammi mancassero nella copia-censura e quindi nella pellicola che uscì nei cinema nel 1975? Ho visto il film parecchie volte al cinema e non mi sono mai accorto che le versioni video avessero qualcosa in più (ma chiaramente dall'ultima visione in sala alla prima visione in dvd di decenni ne sono passati assai). Non potrebbero essere solo micro tagli televisivi non legati alla copia passata in censura (anche perché non mi sembrano cose che possano cambiare il divieto)?
Dunque, sul sito di Italiataglia è confermato che il film venne tagliato in sede di censura. La produzione (che probabilmente si accordò anticipatamente con la commissione per un divieto ai 14) si vide proposta la possibilità di ottenere tal divieto tramite l'eliminazione dei due dettagli in questione, e così fece.
Ciò non esclude la possibilità di silenziosi passaggi nelle sale di copie uncut o di riedizioni che reintregrano i dettagli, ma vista la risonanza del film almeno la prima opzione la escluderei.
In ogni caso si tratta davvero di pochi secondi. Se non fossi incappato nella vhs di un mio amico proprio nel periodo in cui mi guardavo in loop la copia televisiva registrata difficilmente me ne sarei accorto.
HomevideoLodger • 2/05/18 09:04 Pulizia ai piani - 1563 interventi
Ho confrontato entrambe le versioni e ho notato 2 tagli:
1. Nel primo delitto l'assassino affonda il coltello nel pube 3 volte, nella versione IRIS invece lo fa solo una volta. Sono circa 5 secondi.
2. Nel secondo delitto è tagliata praticamente tutta l'esportazione del pube, dura un minuto buono ed è una scena molto raccapricciante.
Video confronto (non guardatelo se state mangiando, fa abbastanza vomitare :-þ):
https://1fichier.com/?tl44o3ezhg
Probabilmente c'è anche qualche altro taglio visto che la VHS VIVIVIDEO dura 1h:19m:52s mentre la versione IRIS 1h:17m:03s.