L'albergo degli assenti

In piena epoca di melò e cappa e spada, Matarazzo tira fuori dal cappello un thriller davvero notevole e insolito per il cinema italiano dell'epoca. Un'organizzazione criminale rapisce parenti sotto compenso e li segrega in un albergo. Nonostante qualche ingenuità di sceneggiatura il film, tratto dal romanzo di Barricelli, già suggeriva che anche in Italia si potevano fare dei thriller. Interessante e coinvolgente anche oggi.

Film parzialmente anomalo nella carriera di Matarazzo e difficilmente collocabile nel panorama cinematografico di allora. Curioso ed interessante, ma solo in parte coinvolgente, con uno scioglimento che (incredibile a dirsi) riecheggerà poi, pur alla lontana (ma non troppo), in un grande film orientale. Chissà che non se ne possa dare, visti i tempi, una lettura politica: ci sono forse allusioni al fascismo ed ai suoi metodi? L'idea potrebbe non essere così peregrina. Così così.

Rilevante e all'avanguardia, sia per l'inizio da road-movie, con Paola Barbara e Carla Candiani femmine emancipate in auto pre-Thelma & Louise, sia soprattutto per il proseguo all'insegna del nero: scene forti, magioni tetre e claustrofobiche e tristi figuri (in particolare il cuoco-carceriere di Enzo Gainotti) che abbonderanno nei thriller e gotici italiani venturi. La conduzione non è sempre fluida, ma c'è la scusante degli anni. Non manca un gradevole humour.