Ultima stazione d'arrivo per il grande Mongomery Clift che non si risparmia coraggiosamente in primi piani espressivi. La storia è quella della solita missione nella Germania comunista per recuperare un microfilm prezioso all'Occidente, con tanto di torture, delazioni, finzioni, ma anche inaspettata solidarietà. Lo stile è asciutto come ci si aspetta, le avventure si susseguono fino in fondo, catalizzate dalla carismatica presenza del protagonista che purtroppo proprio in quello stesso anno, il 1966, morì prematuramente.
Discreto spionistico che piace per i toni freddi e disincantati di una storia sobria e dagli ambienti grigi - come spesso accade quando le vicende si svolgono in Germania dell'Est - lontani anni luce dal glamour e dall'ironia di altre pellicole dello stesso genere. Interessanti anche i due protagonisti, disillusi e con una loro integrità ed umanità nonostante gli opposti schieramenti. Buona la prova di Clift, sempre deliziosa la Meril. Piacevole e un filino meglio della media di questo tipo di pellicole.
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