Un villaggio della Siberia è evacuato per far posto a un bacino idroelettrico. Avvalendosi d'una sceneggiatura della moglie Larisa Sepitko (scomparsa nel 1979), Klimov organizza il film su una dicotomia facile ed efficace: la resistenza dell'ordine rurale, tradizionale e magico, all'invasività volgare quanto inarrestabile del progresso. Manca al regista un vero talento visivo per significare tale simbolismo profondo, ma è innegabile la potenza di alcune immagini (l'appello ai morti, il finale nella nebbia, la preghiera alla terra).
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DiscussioneRufus68 • 8/09/16 17:34 Contatti col mondo - 220 interventi
Il romanzo breve da cui è tratto il film fu pubblicato come Il villaggio sommerso (Editori Riuniti, 1980).
Oggi è fuori catalogo.