La storia di un ragazzo che in seguito all'omicidio del padre si avventura in giro per il mondo alla ricerca dell' assassino (l'uomo con un occhio solo) affrontando in ogni puntata qualche cattivo (guercio) diverso. Disegnato non ottimamente ma particolarizzato da una tecnica notevole per cui certe cose sono ricalcate da fotografie o certe esplosioni sono vere e poi "cartonizzate". Molto violento, con scene di lotta e (aldilà del cane che si chiama Tonto) quasi tutti i nomi dei personaggi sono originali. Simpatica la sigla.
MEMORABILE: Durante la sigla una scena memorabile: Sanshiro e il cane Tonto che si soffiano il naso con il dito.
Cartone animato sulle arti marziali in cui un giovane judoka cerca di scoprire l’assassino del padre, affrontando diversi criminali con un occhio solo e diventando in ogni episodio più forte e più maturo. Il kimono rosso cucitogli dalla madre – indossato “al volo” nei momenti di difficoltà – lo rende praticamente invincibile. Molto realismo nelle violente scene di lotta; animazione efficace. Dirige Ippei Kuri, produttore della Tatsunoko. Sigla scatenata.
Anime dove si narraano le avventure del judoka (ma anche karateka) Sanshiro Kurenai, accompagnato dal piccolo Ken e dal cane Bobo, che va in giro per il mondo per sgominare ogni tipo di criminale mentre è in cerca dell'assassino del padre, un uomo misterioso senza un occhio. La trovata del kimomo rosso, che Sanshiro indossa per la resa dei conti finale con il cattivo di turno, è un po' come il barattolo di spinaci di Braccio di Ferro, però i combattimenti sono ben fatti. Prodotto discreto, con tanta azione e una sigla italiana orecchiabile.
MEMORABILE: La narratrice che, alla fine di ogni puntata, esclama: "Vai, Sanshiro, non ti fermare, ragazzo dello judo!"
Me lo ricordavo violento... ma non così violento! Una serie da escludere ai bambini non accompagnati (a mio avviso), realizzata con sufficiente cura da esaltarla al di sopra della media dei prodotti affini. Seppur con varie "sdrammatizzazioni", non può sfuggire la volontaria enfasi dei momenti di lotta, dove la rabbia del protagonista trova la "necessaria" (per lui) espressione. La trama che sostiene la vicenda, pur elaborata e coerente, sembra davvero solo un supporto per le fasi di guerra "privata" del ragazzo guerriero.
MEMORABILE: La sigla italiana: "Judo fai judo... sì ma non usare la violenza" (!!!)
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CuriositàFabbiu • 21/03/08 10:07 Archivista in seconda - 652 interventi
CuriositàFabbiu • 21/03/08 10:12 Archivista in seconda - 652 interventi
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