Jiminy Glick in Lalawood - Film (2004)

Jiminy Glick in Lalawood

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Nato all'interno del THE MARTIN SHORT SHOW, il personaggio di Jiminy Glick, obeso critico cinematografico di bassissimo profilo, si guadagna uno spin-off tutto suo nel 2001, PRIMETIME GLICK. Il passaggio al cinema è inevitabile ed ecco allora JIMINY GLICK IN LALAWOOD, nel quale si racconta una trasferta a Toronto di Glick e famiglia (moglie e due figli gemelli chiamati Matthew e Modine in onore all'attore da lui tanto apprezzato in BIRDY). L'obiettivo è quello di intervistare qualche ospite del Toronto International Film Festival che si svolge in quei giorni, ma naturalmente per il nostro, che alloggia in...Leggi tutto un tetro albergaccio quasi omonimo di quello in cui soggiornano le star, non sarà facile ottenerle. Ci penserà la sua assistente, che gli procurerà appuntamenti con il suo idolo Ben Di Carlo (Pearson), Steve Martin, Kurt Russell, Rob Lowe (tutti nella parte di loro stessi)... La tristezza pare riassorbirsi, insomma; senonché, perseguitato dalla misteriosa figura di David Lynch (sempre Short, truccato in modo davvero simile al regista), che appare nei frangenti più inaspettati trascinandolo nel suo mondo sospeso tra il reale e l'onirico, Jiminy si convince di aver ucciso l'attrice Miranda Coolidge (Perkins). Sarà vero? Una improvvisa deviazione verso il giallo che non ci si aspettava e che viene accompagnata dalla presenza inquietante, tra il fumo, del falso Lynch, il quale straparla di strade nel buio e delitti irrisolti permettendosi addirittura di risolvere in prima persona il caso. Una trovata simpatica che, avviata fin dalle prime battute, prosegue parallelamente alla storia principale con citazioni ripetute (i gemellini obesi che percorrono in triciclo i corridoi dell'albergo) e caratterizza il film in modo piuttosto singolare. Sommariamente stroncato dalla critica, JIMINY GLICK in Lalawood ha invece i suoi lati positivi, a partire da un protagonista centrato che, aiutato dall'enorme stazza, diverte nella sua ottusità; azzeccato ad esempio il resoconto che questi fa alla moglie (interpretata da Jan Hooks) del proprio sogno, interrotto dai ripetuti ceffoni di lei non appena gli sente dire che era a letto con la Coolidge (“Ma cara, era un sogno!” “Oh scusa, hai ragione”). Trattato inizialmente a pesci in faccia da tutti, avrà il suo momento di gloria intervistando alcuni divi in sketch spesso molto spassosi: esilarante è lo scatenato faccia a faccia con Steve Martin, amico di Short da sempre, ma anche quello con Kurt Russell funziona molto bene (pure se qui i meriti sono quasi esclusivamente di Short). Non si rilevano particolari momenti di stanca e la sceneggiatura trova sempre qualche gag da inserire quando il ritmo langue. Il film cede nell'ultima parte quando si tratta di ricostruire il delitto e probabilmente l'estrema stupidità del personaggio (legata anche a una certa indubbia volgarità) potrà infastidire più d'uno, ma è un film che ha una sua originalità e sfrutta meglio (ad esempio) dell'Eddie Murphy del PROFESSORE MATTO il grasso in eccesso (una seduta di make-up di oltre due ore, per Short). Niente di eccezionale, è vero, tuttavia la versione cinematografica di Glick offre un Martin Short travolgente in una delle sue caratterizzazioni più divertenti. Lo confermano le papere sul set durante le interviste a Martin e Russell, che faticano nel trattenere le risate anche per i falsetti e i balbettamenti improvvisi di Short, inscindibili dal personaggio.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/10/08 DAL BENEMERITO FLAGRANZA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 3/03/22
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Flagranza 16/11/09 18:42 - 72 commenti

I gusti di Flagranza

Private joke per Short, ottimo comico della generazione del SNL dei tempi d'oro. La figura del sedicente critico obeso ed ignorante appare indebolita rispetto ai tempi televisivi. Troppo autocompiacimento e poche risate. Non basta una spettrale parodia di Lynch e il viraggio verso la trama "gialla" sottolinea il fiato corto del film. Come spesso capita, fuori dal tubo catodico certi personaggi non reggono l'ora e mezza.

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