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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Catastrofico terribilmente confuso con al passivo (o all'attivo, dipende dai punti di vista) una delle storie più strampalate del genere. Il protagonista Steve “Sunny” Simpson (Chokachi) è un meteorologo che, nonostante l'apparenza da perfetto imbecille (ma è un po' il destino di tutti i meteorologi tv americani, costretti a comportarsi da mezzi cabarettisti per rendere interessanti i loro interventi) ha un passato da scienziato in erba mica da ridere. Cacciato dall'università con l'accusa di plagio, cerca di ritagliarsi comunque uno spazio al sole preparando un servizio sulle correnti a getto (“jet streams” per l'appunto, il titolo non ha niente a che vedere con l'aereo in locandina sul...Leggi tutto quale si apre il film) che ritiene causa di alcuni nefasti fenomeni meteorologici verificatisi nella sua zona (Seattle e dintorni). E ha ragione, naturalmente: a combinare disastri lassù ci sono infatti i soliti militari zuzzurelloni che tentano maldestramente di sfruttare le correnti per realizzare una non precisata arma. Ad aiutarli l'antico compagno di università di Steve, che riuscì a farlo incolpare di plagio nonostante fosse stato lui a sottrargli l'idea; per utilizzarla nel peggiore dei modi, oltretutto, finendo ostaggio dei militari e pentendosi cento volte. Nel frattempo i fenomeni ciclonici (due o tre sbuffi di nuvole in cielo, questo il massimo che l'effettistica concede) si fanno sempre più devastanti e occorre porvi rimedio. Per questo gli stessi militari, guidati dal comandante Shaw (Paul), si preoccupano di raggiungere a casa Steve per condurlo alla base operativa, dove incontrerà il suo vecchio compagno e verrà messo al corrente degli alti rischi per il nostro pianeta. Non gli resterà che dare una mano, benché la petulantissima fidanzata (Kearney) non lo molli un attimo e continui a tormentarlo via telefono chiedendogli dove diavolo sia, convinta che abbia un'altra... Un vero tormentone cui il povero Steve prova a rispondere conciliante inventando balle che non stanno in piedi col solo risultato di ottenere reazioni sempre più stizzite. Una delle tante trovate ridicole del film, che si muove tra il grottesco consapevole e inconsapevole infilando in sequenza scene di dubbia spiegabilità, come quelle che vedono l'aereo militare spedito a “invertire i flussi” (tanto per dirla alla GHOSTBUSTERS) passare gran parte del tempo all'interno di interminabili tunnel di nuvole lanciando senza sosta dalla coda un numero incalcolabile di droni che non si sa a cosa possano servire. Perdipiù, collegandosi a un operatore che ha il compito di manovrarlo “creativamente”, il computer di bordo Little Blue provoca tutt'attorno all'aereo esplosioni che creano cortocircuiti atmosferici di misteriosa utilità: resta tutto racchiuso in un alveo di tecnicismi scientifici da assorbire senza porsi troppe domande. Tolti quelli però che ci resta? Le rievocazioni dei due compagni d'università ritornati pappa e ciccia? Le telefonate alla fidanzata? Le bestialità messe in fila dal comandante Shaw? Sembra davvero che non esista nulla di realmente afferrabile dall'incauto spettatore, mentre vediamo in alternanza gente seduta sull'aereo a sproloquiare di getti e strategie imperscrutabili e altra gente seduta davanti ai computer della base operativa con aria costantemente preoccupata. Dovrebbe risultare simpatico il protagonista, che il suo capo vorrebbe trasformare in “Tornado man” e a cui viene messa in bocca qualche vaga battuta da autoironico salvatore della patria, ma in un simile guazzabuglio trovare aspetti positivi è davvero dura. Specialmente se si considera che gli effetti in computergrafica raggiungono qui livelli di artificiosità disgustosa...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/04/20 DAL DAVINOTTI
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