Jeanne Dielman, 23 Quai du Commerce, 1080 Bruxelles - Film (1975)

Jeanne Dielman, 23 Quai du Commerce, 1080 Bruxelles
Locandina Jeanne Dielman, 23 Quai du Commerce, 1080 Bruxelles - Film (1975)
Media utenti
Titolo originale: Jeanne Dielman, 23 Quai du Commerce, 1080 Bruxelles
Anno: 1975
Genere: drammatico (colore)

Cast completo di Jeanne Dielman, 23 Quai du Commerce, 1080 Bruxelles

Note: Aka "Jeanne Dielman".

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

Location LE LOCATIONLE LOCATION

Tutti i commenti e le recensioni di Jeanne Dielman, 23 Quai du Commerce, 1080 Bruxelles

TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/06/11 DAL BENEMERITO BELFAGOR
1
1!
2
2!
3
3!
4
4!
5

Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione ( vale mezzo pallino)
ORDINA COMMENTI PER: BENIAMINI GERARCHIA DATA

Belfagor 16/06/11 09:38 - 2707 commenti

I gusti di Belfagor

Jeanne Dielman, una casalinga fissata con la routine, che si prostituisce segretamente, perde progressivamente il controllo sulla propria vita nel corso di tre giorni, fino ad un drammatico epilogo. Splendido esempio di cinema sperimentale, che fra lunghi silenzi e piani sequenza in cui "non succede niente" seziona la quotidianità borghese con precisione chirurgica per mostrare l'orrore che nasconde. La tensione nasce proprio dalla stasi, dalla costante attesa. Un'opera impegnativa (201 minuti) ma di grande impatto.

Giufox 4/04/21 10:21 - 324 commenti

I gusti di Giufox

Commovente, chirurigco ed antididascalico lavoro dell'Akerman, sintesi del suo cinema immersivo e sovversivo. Ci siede in silenzio di fronte ad un personaggio/mondo destinato a sgretolarsi, mentre forma e soggetto si fondono traducendo l'imminenza del disordine nell'inerme e ciclico quotidiano. La regista belga democratizza ed esaspera ogni azione, abolisce ogni artifizio (cut e movimenti di macchina), ed idealizza un cinema vicino alla performance artistica. Il risultato invita ad una vera riflessione sull'emancipazione e sulla fruibilità del mezzo filmico, colpendo se predisposti.
MEMORABILE: Bravissima Delphine Seyrig, che dà vita a un delicato personaggio femminile, in uno sfumato e complicato lavoro di sottrazione.

Paulaster 29/06/21 10:16 - 4872 commenti

I gusti di Paulaster

Una casalinga vedova si prostituisce all’insaputa del figlio. L’osservazione statica della quotidianità è proposta come un’installazione visiva in cui le inquadrature non variano e il tempo morto che incede delinea l’apatia emozionale della protagonista. Dialoghi ridotti all’osso col figlio e voyeurismi domestici assortiti per descrivere tre giorni in cui la vita deve solo scorrere, e il frammento che manda in pezzi il tutto (per sempre? Non si sa) viene eliminato con una lucidità che viene da lontano. Film decisamente femminile, che fa riflettere.
MEMORABILE: Nella durata extralarge si può imparare a sbucciare le patate, fare a maglia, impanare le cotolette e impastare le polpette; Il piacere del sesso.

Daniela 17/12/22 05:10 - 13268 commenti

I gusti di Daniela

Tre giorni nella vita di una donna triste e molto metodica nelle faccende casalinghe che, per mantenere se stessa e il figlio adolescente apatico, altrettanto metodicamente si prostituisce presso il proprio domicilio... Secondo Hitchcock, il cinema è la vita senza le parti noiose, mentre Akerman ha dimostrato che si può girare un'opera composta di sole parti noiose e ottenere le lodi quasi unanimi della critica: una scelta voluta e funzionale nel mostrare l'alienazione femminile, ma che può lasciare perplesso chi in un film cerca emozioni e non la fredda illustrazione di una tesi.

Giùan 17/11/24 17:35 - 4924 commenti

I gusti di Giùan

Opera "antropologica" epocale, documenta con un punto di vista espressamente femminile una fenomenologia lunga tre giorni (ma che sappiamo dura da anni e che per anni avrebbe potuto continuare senza l'unico scarto davvero "drammaturgico" del finale) su una esistenza particolare (il nome e l'indirizzo nel titolo) che è però anche espressione di una condizione di genere ipostatizzata. Un essere femminile per la morte che la Akerman incarna con intuizione geniale (anch'essa a ben vedere altro spostamento cinematografico tradizionale) nel volto e nel corpo "irreali" di Delphine Seyrig.
MEMORABILE: I bagni nella vasca della Seyrig; La gestualità dei clienti; Il dialogo "edipico" con lei sulla soglia della camera del figlio a letto; L'ascensore.

Pigro 21/03/25 10:31 - 10098 commenti

I gusti di Pigro

La disperazione nascosta dall’abitudine, l’alienazione domata dai rituali quotidiani, la solitudine sublimata in una sorta di manuale di faccende domestiche. Esistenzialismo e femminismo incontrano l’iperrealismo e il minimalismo in un film fiume che ci proietta in un interno piccolo borghese in cui vive una donna (intensa Seyrig) in movimento incessante come animale in gabbia, tra dialoghi laconici e silenzi operosi, in cui lentamente si insinuano crepe nella routine dell’apparente sicurezza. Magnetico, desolante, doloroso.

NELLO STESSO GENERE PUOI TROVARE ANCHE...

Spazio vuotoLocandina American pastoralSpazio vuotoLocandina ManglehornSpazio vuotoLocandina La ragazza senza nomeSpazio vuotoLocandina Fuori dal coro - Boychoir
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.

In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.


DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.

HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.

CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.

MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.