Michael Cooney, che aveva diretto JACK FROST (attenzione, niente a che vedere con l'omonima romantic-comedy con Michael Keaton) ottenendo un buon successo a livello video, ci ritenta esasperando ancor di più la folle formula e abbandonando quasi completamente ogni vaga intenzione horror per concentrarsi sul demenzial-splatter: torna il serial killer Jack Frost quindi, di nuovo nei panni inconsueti del pupazzo di neve malvagio, e questa volta insegue il suo nemico giurato (lo sceriffo del primo capitolo, sempre interpretato da Christopher...Leggi tutto Allport) addirittura ai tropici. Ma come fa un pupazzo di neve a trasferirsi al caldo? Non è un problema di Cooney, che ha definitivamente rinunciato alla coerenza limitandosi a mostrarci quattro ricercatori alle prese con strani liquidi. Fatto sta che, proprio a Natale, Jack Frost ricompare e per l'occasione lascia spazio ai suoi figliocci, ovvero delle palle di neve capaci di azzannare e uccidere: gli effetti speciali, al solito, sono pressoché patetici, ma il senso (pur grossolano) dell'umorismo a Cooney non manca e, mescolato con tranciamenti di lingue, teste che esplodono, palle di neve modello Gremlins (citazione evidentissima) eliminabili solo col frullato di banana, ottiene i risultati voluti (occhio alle versioni cut però, che rovinano il senso del film). Se cercate una parodia horror con un bel gusto del paradosso e se riuscite a passare sopra alla regia pessima, zeppa di momenti morti e a una fotografia (si gira in digitale) da filmino amatoriale ve la potete passare.
Ritornano Jack Frost e il nostro amato Christopher Allport, che avrà a che fare di nuovo con il pupazzo di neve gigante che vuole ovviamente vendetta. Visto che il film precedente aveva avuto successo su un piano trash, ecco che Cooney schiaccia il pedale sul comico tanto che il pupazzo di neve fa la sua comparsa in un afoso villaggio vacanze e vomita dei figli sotto forma di palle di neve! Questo cambiamento di tono, assieme a una sceneggiatura un filo più curata, rendono il film un po' più divertente del suo predecessore.
Quale location scegliere per il seguito di un film devoto alle gesta criminali di un pupazzo di neve? Ma un villaggio turistico in riva al mare, of course... La prima parte, con tentativi di rendere divertente un attacco ad alte temperature di un agglomerato di ghiaccio sfiora il tedio, ma quando il nostro Frost dà vita alle sue piccole creaturine si volta pagina. Siamo dalle parti di Ghoulies o Critters e il divertimento prende quota, tra un arto staccato e un occhio cavato. Notevole il topless di Stephanie Chao prima del suo ultimo bagno...
Dopo Jack Frost, che nonostante fosse già pesantemente contaminato dalla commedia manteneva comunque una solida struttura da slasher per l'intera durata, Cooney decide di volgere il tutto in farsa demenziale, a partire dal titolo. Scelta azzeccata, dato che le numerose e pazze trovate e qualche buona gag sollevano la qualità di questo sequel, che girato in un pessimo formato video e con effetti speciali digitali ridicoli lasciava ben poche speranze. Più gore rispetto all'originale, è trascurabile (come il primo) ma innocuo. Vedibile.
MEMORABILE: Come Jack ottiene la carota; Le palle di neve assassine, sulla scia dei Gremlins; La modella con la testa esplosa; L'arma segreta contro Jack Frost.
Per gioire bisogna attendere l’invasione della progenie nivale, tanti piccoli Belial di candida forgia, che pur scopiazzando passo passo le gesta dei Gremlins qualche momento scult ce lo concedono (si veda la lacrima di papà Jack di fronte alla creaturina morente). Il buon fiuto nel trasportare il killer di neve dentro una ambientazione tropicale era però svanito all’aria ormai da tempo, obnubilato da pessime riprese in digitale e da un eccesso di demenzialità tramutato solo a sprazzi in convinta empatia. Allport piace, gli altri (troppo caricaturali) meno. Spiaggiato.
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