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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Isola: Tajuu jinkaku shôjo
Anno: 2000
Genere: horror (colore)
Regia: Toshiyuki Mizutani
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Horror psicologico made in Japan girato con uno stile lento a indagatorio ispirato al solito RINGU di Nakata. Ma senza una storia veramente interessante, senza personaggi capaci di attrarre l'attenzione dello spettatore, il film è destinato (come capita spesso negli horror giapponesi) a sgonfiarsi già dopo i primi venti minuti. L'abituale, splendida fotografia, la raffinatezza tutta orientale per la messa in scena che inizialmente non possono non predisporre positivamente al film, vengono vanificate da una sceneggiatura sciagurata, che non riesce a procedere decentemente dallo stimolante punto di partenza: abbiamo a che fare con...Leggi tutto una ragazzina, Chihiro, dalla personalità multipla, conosciuta per vie traverse dalla protagonista la quale proverà a risolvere il caso senza farsi uccidere come già sta accadendo a troppi ragazzi nella scuola di Chihiro. Pochissimi effetti speciali, in gran parte usati per far cambiar volto a Chihiro così da rendere fisicamente percepibile la molteplicità della sua personalità. Ma sono effetti dozzinali. La tensione è pari a zero, il terrore si raggiunge a fatica nel finale quando ormai la maggior parte degli spettatori starà già dormendo beatamente. Parsimoniosissimi gli spargimenti di sangue, al solito basici i dialoghi (peraltro ridotti all’essenziale); niente di nuovo sotto il sole, insomma: di horror giapponesi più o meno simili ce n'è a bizzeffe e il coinvolgimento negli stessi per un occidentale è, causa diversa "educazione", quasi nullo.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Mediocre, ma con un suo perché:
Pigro, Enzus79, Rickblaine - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Marcel MJ Davinotti jr., Undying, Il ferrini
Una donna che legge il pensiero e una ragazza con 13 personalità si incontrano all’indomani di uno spaventoso terremoto, nel quale è morta una ricercatrice sulle deprivazioni sensoriali. La storia non è affatto male: le due figure femminili in crisi di identità nel contesto di un disastro naturale che comporta la perdita di identità di una città e dei suoi abitanti hanno una grande forza. Peccato che, nonostante alcune belle immagini, la regia non riesca a catturare davvero e a comunicare la necessaria tensione.
Terremoti, personalità multiple (una delle protagoniste ha un'altra identità chiamata, appunto, Isola) e sedicenti streghe moderne in grado di percepire pensieri. Ancora: migrazione corporea, da eseguire grazie alla scossa sismica. Insomma c'è da ridere. L'idea di fondo, forse, era tratteggiare la psicologia dei diversi (le due ragazze dotate di poteri paranormali) ma si perde nel multicontenitore con svolta da ghost story. Il ritmo latita sempre più, sino a spengersi in un finale melodrammatico. La "tredicesima personalità" è tratteggiata dall'attrice Yû Kurosawa, nipote del grande Akira.
Sia Ring che Ju-on mi avevano illuso: il cinema nipponico (quello horror) poteva competere con quello occidentale? Guardando questo film la risposta è no. Purtroppo si rimane sempre nell'ambito dei soliti stereotipi (lentezza in primis). Anche se devo dire che il soggetto è buono e magari meritava di più. La suspence è poca. Peccato.
Opera contorta e stramba per una storia fuori dal normale, dato che si tratta di rapporti extracorporei. Anche se sotto qualche punto di vista può risultare intelligente, sotto altri (e in maggioranza) è da reputare noioso e lento. Le scene sembrano ripetersi fino a giungere ad un finale già visto.
Peccato perché gli ingredienti per un buon film c'erano tutti: facoltà paranormali come la lettura del pensiero, disturbi della personalità degni di Split e perfino un terremoto a sconvolgere l'ambiente in cui si svolge la storia. Purtroppo l'assenza di una sceneggiatura coesa, i dialoghi rarefatti e inconsistenti rendono il tutto un enorme pastrocchio che neanche i (rari) spargimenti di sangue sollevano dalla noia. Alla fine si resta col dubbio di non averlo capito o che non ci fosse niente da capire.
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