Una delle tante commedie americane dominate dall’esuberante presenza del bravo (e prematuramente scomparso) John Candy. Quando ancora Macaulay Culkin era solo un bel bimbetto buono e tranquillo (prima cioè di MAMMA, HO PERSO L’AEREO) la sua presenza non era catalizzante e non era centrale. Qui il suo ruolo è assolutamente di secondo piano, è solo uno dei tre nipoti a cui lo sbadato Buck Russell (John Candy) deve badare per qualche giorno in attesa del ritorno dei genitori. I due figli più piccoli vanno d'accordo con lo zio, mentre la squisita (ma bisbetica) quindicenne non riesce proprio a sopportarlo a causa di un’invadenza...Leggi tutto non auspicata nella sua vita privata. Il loro rapporto è quello attorno al quale girano il film e la sua brava morale da due soldi (come in ogni commedia americana per famiglie). Le idee sono poche, la regia di John Hughes (che già aveva diretto Candy nel superiore UN BIGLIETTO PER DUE) le valorizza abbastanza, ma la sceneggiatura (opera di Hughes stesso) non è il massimo. Fortunatamente John Candy sa sempre rendersi simpatico, con quel suo modo cialtrone di essere cui comunque corrisponde un grande cuore. Se si riesce a passare sopra alle inevitabili banalità ci si può anche moderatamente divertire, perché in fondo si vede che dietro la macchina da presa c'è un regista che coi tempi comici ha una certa dimestichezza. Candy in ogni caso rende meglio quando ha una spalla (come ad esempio nel già citato UN BIGLIETTO IN DUE, dove con Steve Martin animava duetti a volte irresistibili) che non quando deve sopportare da solo il ruolo principale. Traspare una certa misoginia nel disegno delle figure femminili, tutte troppo prevenute e antipatiche.
Diciamo che il film sarebbe una commediola per famiglie e niente più, se non fosse per la presenza di John Candy, omone tanto simpatico quanto pesa (in questo film penso abbia raggiunto il suo personale record di massa corporea). E' lui il personaggio che tiene insieme le fila della storia interpretando uno zio (Uncle Buck) che non si decide a voler crescere. L'incontro e la coesistenza con i nipotini lo miglioreranno. Divertente la scena ambientata nella scuola con la perfida insegnante.
Bravo e simpatico John Candy nel ruolo dello zio senza arte né parte, che si ritrova a dover accudire per qualche giorno i nipoti. La sceneggiatura è di carta velina e la morale è dietro l’angolo, ma John, che era un rubicondo fuoriclasse della comicità, usando tutte le sue armi (la dialettica, le espressioni facciali e il linguaggio del corpo), riesce a strappare un buon numero di risate (la colazione, terrorizzare il ragazzo della nipote, a scuola per la piccola). Nel complesso, abbastanza divertente e consigliabile, ma con leggerezza.
MEMORABILE: Partita notturna a golf, dove il ragazzo della nipote è il bersaglio mobile.
A parte il simpatico e sempre rimpianto John Candy, il resto non è granché. A cominciare da una storia che fa acqua da tutte le parti passando per la piatta regia di Hughes e finendo con un ritmo che si abbassa notevolmente nella parte centrale per risollevarsi poi, parzialmente, nel finale. Si è visto di meglio.
Commedia americana diretta da John Hughes ed interamente basata sul gioco dei contrasti: la famiglia americana media alle prese con il parente politicamente scorretto (l'ottimo John Candy) che porterà scompiglio ma anche buoni sentimenti nel nucleo famigliare. Nonostante la scarsa originalità del tema, la presenza dietro la macchina da presa del bravo John Hughes (oltre naturalmente dello stesso Candy) garantisce un prodotto d'evasione non memorabile ma piuttosto divertente.
Macaulay fa perdere parecchi punti al film, inoltre la pellicola non è davvero nulla di che. Non mi è piaciuto troppo neanche il protagonista Candy. Film che va evitato, non vi perdete assolutamente nulla...
Divertente e appassionante commedia americana la quale è un buon prodotto televisivo soprattutto per l'eccezionale interpretazione del mitico John Candy nella parte di uno zio molto stravagante, ma con buoni principi. Nel cast presente anche un Macaulay Culkin ancora bambino tutto casa e chiesa che non sembra un gran che in forma (in Mamma ho perso l'aereo regalerà un'ottima interpretazione). Simpatico.
In Italia venne recuperato dopo Mamma ho perso l'aereo solo per la presenza di Culkin, tuttavia la pellicola di Hughes (come le altre del regista statunitense) è una sincera carrellata di buoni sentimenti. Le smorfie di John Candy sono sempre simpatiche e piacevoli alla vista.
Negli anni '80 si creava comicità dal nulla: bastava che uno zio buffo dovesse fare da babysitter ai propri nipoti ed ecco il film! Del resto non c'è molto di più di un grasso – e per conseguenza ridicolo – Candy, il quale se la cavicchia nella parte ma non viene affatto aiutato dalla sceneggiatura, che si incanala sulla "protezione" della nipote maggiore (neanche fosse il padre!) e sulla figura inappropriata di Chanice. Scappano alcune risate, ma basta una sola mano per contarle. Comunque non una buona prova da parte del cast (Culkin odioso).
MEMORABILE: Il modo in cui vengono asciugati i panni.
La classica commedia intrisa di buoni sentimenti con l'antipatia iniziale che si trasforma, poi, in amicizia. Ne abbiamo visti tanti di film così eppure, nonostante tutto, quest'opera di John Hughes resta piacevole e simpatica grazie principalmente al grande e compianto John Candy. Il tipico film da famiglia per un pomeriggio o una serata tranquilla.
Non certo il miglior film di John Hughes, anzi decisamente inferiore alle sue prove migliori. Il soggetto, di sicuro non originale, si riscatta con qualche situazione divertente ma anche con qualche momento di noia. Qua e là si sente il tocco del regista, specie nei dialoghi, nella scena prefinale (quando la figlia maggiore rivede la madre) e nell'ottima scelta dell'accompagnamento musicale.
Commedia dei buon sentimenti divertente a tratti, soffre di qualche lungaggine in sceneggiatura che non rende sempre fluida la narrazione. Buona la prova dei protagonisti, storia abbastanza scontata, con qualche piacevole guizzo, ma il protagonista c'è e regge con il suo carisma (e la sua stazza) la trama del film. Attori di contorno all'altezza della situazione, non eccessivamente brillanti. Ben realizzata la fotografia e molto piacevoli le location.
Commedia per famiglie divertente, con una sceneggiatura semplice ma che sa tirar fuori gag divertenti da situazioni già viste o prevedibili. Hughes come autore sa come usare Candy nel migliore dei modi, e infatti il protagonista regge sulle sue spalle gran parte del film, con il suo carisma e la sua bravura. Il ritmo procede spedito e i bambini di cui lo zio Buck deve occuparsi non sono insopportabili (compreso Culkin ancora non divetto). Buono.
Commedia americana dall'impostazione abbastanza classica affidata alla verve di John Candy. La confezione è discreta, tuttavia mancano le trovate comiche necessarie per innalzare il livello della pellicola. Si sorride talvolta, ma si ride di cuore davvero raramente. Il finale è prevedibile e un po' troppo buonista. Nel complesso un film godibile ma spuntato.
Tipica commedia americana del periodo in salsa familiare, con qualche volgarità, un pizzico di buonismo e qualche momento divertente. Soggetto e sceneggiatura non hanno nulla di nuovo, ma non si può negare che il film compia l'unica missione che in fin dei conti gli è stata chiesta: divertire. Il tutto grazie alla regia di John Hughes, già autore di alcune piacevoli commedie, e alla grande simpatia del compianto John Candy. Il resto del cast se la cava egregiamente. Poche novità all'orizzonte insomma, ma il film una risata e una piccola riflessione le strappa. Sufficiente.
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E'il brano strumentale Wild Thing, del rapper Tone Loc a dare ritmo alla scena in cui Buck Russell (John Candy) si reca a scuola della nipotina Maizy (Gaby Hoffmann):