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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Prima o poi ci cascan tutti i comici: indossare la tonaca è l'espediente classico per variare registro e cimentarsi in ruoli solitamente opposti a quelli abituali in cui la tentazione per l'amore e il sesso rappresenta la regola. In vena di apparire meno leggero del consueto, quindi, anche Pieraccioni si fa prete. Nella chiesa degli Angeli, a Firenze, alla guida di un risicatissimo gruppo di fedeli (in gran parte vecchine) e un sagrestano (Fonte) petulante. I soldi mancano, il soffitto crolla... La svolta si ha quando lo zio Waldemaro (Ceccherini) muore lasciandogli in eredità un bel po' di denaro e una bella villa a Lugano a patto che ne mantenga invariata la destinazione,...Leggi tutto avviata da tempo e remunerativa. Ottimo, pensa Don Simone. Che male c'è? Carica il sagrestano e parte col furgoncino in direzione Svizzera convinto che si tratti di un albergo, magari di un bar, un locale... Quando ad accoglierlo sono una bella donna (Ferilli) e alcune splendide ragazze in abiti succinti si convince siano le cameriere, ma la verità è che quella è una casa d'appuntamenti!

Un prete e un sagrestano alle prese con un gruppo di prostitute d'alto bordo: dovrebbe bastare per garantire le risate. Ed è quello che deve aver pensato Pieraccioni, dimenticando di guarnire l'idea con una sceneggiatura in grado di svilupparne le potenzialità. Le gag infatti sono davvero povere e il pur bravo Fonte come Peter Pan d'accompagnamento non pare la scelta giusta, forse poco incline al genere e comunque eccessivamente caricaturale (per quanto assai credibile nel ruolo). Il Pieraccioni attore si salva dimostrando maturità interpretativa, modulando bene la propria espressività attraverso sguardi, mosse e gesti da commediante consumato. Qualche sorriso lo strappa, ma non certo per quello che il copione gli mette in bocca. Simpaticamente bonario nei duetti con la Ferilli, che lo spalleggia con mestiere, poco sfrutta nella prima parte il gioco di equivoci, quando dapprima è lui a non capire dove sia capitato e in un secondo momento loro a non capire chi davvero sia lui. Una volta capita l'antifona Don Simone maschererà la propria vera identità a prostitute e clienti provando a chiudere un occhio pur di "stare al gioco". Intanto, attraverso buone riprese della cittadina svizzera sul lago che ne colgono bene caratteristiche e fascino, si ha se non altro la sensazione di stare in un luogo diverso dal solito, solare e accogliente, che la valida colonna sonora del fido Gianluca Sibaldi impreziosisce.

L'umanità che Pieraccioni riusciva a comunicare anche nelle commedie “in borghese” viene accentuata dalla scelta di un personaggio per sua natura comprensivo e di animo gentile; ma non può essere solo questa la forza del film, che infatti si rivela troppo debole in quasi tutte le altre componenti, puntellato da una comicità ingenua, flebile, poco brillante e di scarsa fantasia. Al punto che l'entrata in scena di Vincenzo Salemme, in partecipazione straordinaria nel finale davanti al notaio, fa scalare subito di marcia il film. Ma è troppo tardi e anche i due brevi interventi di Ceccherini nei panni del "fantasma" dello zio sporcaccione (con tanto di omaggio al Nuti delle "puppe a pera"), per quanto simpatici e irriverenti come da tradizione, aggiungono poco. Modesto l'apporto del provocante cast di belle giovani, così come quello delle vecchine in chiesa. In scena sembrano esserci solo Pieraccioni, un Fonte monotono il cui cantilenare rischia di stancare presto e una Ferilli ancora radiosa ma prigioniera di un personaggio stereotipatissimo. Nel mezzo una grintosa rilettura dell'indimenticata "Don't You Want Me" degli Human League, ripresa giustamente anche sui titoli di coda.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/04/22 DAL BENEMERITO RAMBO90 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 23/04/22
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Rambo90 22/04/22 00:01 - 7701 commenti

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Pieraccioni ritorna dopo una lunga parentesi e lo fa con una storia potenzialmente esplosiva. E di fatti la prima metà fa molto ridere, tra equivoci e la personalità candida del prete messa di fronte all'effervescenza delle "meretrici". Funzionano anche i discorsi seriosi, purtroppo lasciati andare in una seconda parte più rassicurante e in cui si butta a far finire tutto in tranquillità. Comunque scorrevole, con il protagonista in forma e perfettamente spalleggiato da Fonte, che si rivela adattissimo al suo cinema per tempi e spontaneità. Non male.

Markus 23/04/22 12:19 - 3690 commenti

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Stavolta Pieraccioni è un prete che eredita - a sua insaputa - un bordello a Lugano con bellissime escort. Il classico sacro e profano della commedia italiana che ancora, nel 2022, trova spazio per una basica comicità ormai fuori tempo massimo. Per il comico toscano pare davvero che gli Anni '90 non siano mai terminati: ci ritroviamo ancora una sceneggiatura fatta di equivoci del vecchio teatro leggero su uno sfondo sentimentale. Resta il professionista Pieraccioni che prevarica su tutti, ma la commedia è fiacca e povera d'idee. Fonte e Ferilli mal diretti a dire poco.

Paulaster 31/05/22 10:02 - 4425 commenti

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Prete fiorentino eredita da uno zio un immobile e un’attività a Lugano. Commedia che mischia il sacro e il profano con un classico equivoco iniziale, sparge qualche morale nel prosieguo e conclude bonariamente. Pieraccioni ha poche idee e rimane isolato dalla storia, in quanto Fonte è personaggio che va per conto suo e la Ferilli interviene in poche occasioni. Le volgarità, come previsto, sono bandite, mentre l'esibizione dei corpi e una leggerezza di fondo non si amalgamano. La lotta cui cuscini è inguardabile e l’unico che poteva contribuire (Ceccherini) fa solo un omaggio a Nuti.
MEMORABILE: Il risvolto al profilattico; Katrina l’albina.

Pinhead80 22/10/22 11:11 - 4765 commenti

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Un parroco toscano a capo di una parrocchia con forti problemi economici eredita da uno zio una grande somma di denaro e un'attività ben avviata. Si reca con un parrocchiano in Svizzera per capire la natura degli affari. Tremendo film di Pieraccioni che raschia il fondo del barile riproponendo al cinema l'ennesima storia del comico in abito talare. Il cast appare totalmente disorientato di fronte a una storia priva di interessae e incapace di esaltare le doti recitative del povero Fonte e la bellezza genuina della Ferilli. Mai una risata e Ceccherini è scarico e ripetitivo.

Nando 24/10/22 16:31 - 3816 commenti

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Solita commedia del comico toscano che mostra equivoci senza mai scadere nel volgare, anche se le risate latitano e lo sviluppo narrativo appare abbastanza scontato. Pieraccioni utilizza il suo cliché fatto di buonismo e dialoghi semplici, Fonte sembra capitato lì per caso e la Ferilli è una maîtresse abbastanza credibile. In conclusione nulla di nuovo, nella cinematografia di Leonardo...

Hearty76 18/12/22 22:38 - 259 commenti

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Commedia degli equivoci senza novità, dinamica ma fin troppo sbrigativa e solo in parte simpatica. Non dispiace vedere Pieraccioni più ammanierato, ma il ruolo del sacerdote che senza saperlo eredita un bordello non gli si addice granché. La Ferilli, nel fiore della sua iconica avvenenza, non è credibile nei maliziosi panni di maîtresse. Personaggi di contorno quasi tutti insipidi o al limite del tollerabile. Salvabili Ceccherini e la fotografia che regala gran bei paesaggi. Fuori luogo i riferimenti a eventi spiacevoli che han coinvolto l'intera società nei recenti anni. Evitabile.

Enzus79 13/01/23 22:55 - 2901 commenti

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Per eredità un prete riceve una casa di appuntamenti a Lugano. Commedia degli equivoci, almeno nella prima parte, che di frizzante ha davvero pochissimo. Si sorride qua e là ma niente di trascendentale o indimenticabile. Manca di verve. Personaggi poco riusciti o simpatici: nemmeno Marcello Fonte convince. Mediocre la colonna sonora. Completamente da dimenticare.

Giacomovie 2/02/23 16:08 - 1398 commenti

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Don Simone riceve un'inaspettata e misteriosa eredità con la quale pensa di poter ristrutturare la chiesa, ma non sarà ciò che si immagina. Pieraccioni ha studiato bene il mondo delle case d'appuntamento per rendere il film credibile, ma non ha messo lo stesso impegno per migliorare il basso standard qualitativo del lavoro. Tra gli attori, la più efficace si dimostra essere Sabrina Ferilli, mentre sia Ceccherini che Marcello Fonte risultano eccentrici.

Galbo 25/03/24 18:52 - 12399 commenti

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Leonardo Pieraccioni dirige una commedia "tra sacro e profano", ambientata tra Toscana e Svizzera. Uno spunto interessante, un prete eredita da un ricco zio una casa di appuntamenti a Lugano, gestita da una sempre avvenente Sabrina Ferilli. Purtroppo, alla realizzazione, la pellicola si rivela assai esile, incapace di andare oltre lo spunto e realizzata da una sceneggiatura esangue, nella quale i momenti divertenti si contano sulle dita di una mano. Né si concilia l'umorismo con quello del pur bravo Fonte, palesemente a disagio mentre è indovinato l'innesto di Vincenzo Salemme.

Redeyes 2/04/24 08:55 - 2449 commenti

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Se fossero state rose sarebbero fiorite, ma non lo erano e allora ecco questo anacronistico nuovo film. Pieraccioni pesca a piene mani nella commedia degli equivoci senza alcuno sforzo nell'attualizzarla e affindandosi a una sceneggiatura più che fiacca. Non lo aiutano di certo un Fonte fuori luogo e più petulante che incisivo e una Ferilli coll'autopilota. In un coacervo di tiratissime battute si fatica decisamente a giungere a un finale che riesce nell'intento di rendere ancora più patetico il tutto. Pellicola completamente da dimenticare!

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