Bosnia, oggi: una coppia alle prese con la di lui conversione all'islam wahabita e, più in generale, una riflessione sull'osservanza religiosa. Sapiente e morbida la regia, ottima fotografia e brava la protagonista. Non convince la prima parte, dai dialoghi troppo scolastici e abbastanza lenta anche se ci risparmia l'autoriale a tutti i costi. Degna di nota la raffigurazione della comunità religiosa, quasi una isoletta stile freak ma dove le donne rimangono pesantemente confinate in serie B. Un po' schematica la figura di lui post-conversione.
E’ una strada che si biforca sempre più quella intrapresa da Amar (volente) e da Luna (nolente). Il motivo è il fondamentalismo religioso (islamico) nelle cui spire cade l’uomo. Il tema è di quelli delicati, ma il regista ha il merito di cercare di trattarlo in modo sobrio, senza cadere negli stereotipi o in atteggiamenti di stampo razzista. Forse paga troppa “semplicità” ed una velocità eccessiva nella progressione del personaggio di Amar (ma ci può stare nei ristretti tempi di un film) ma non mancano gli spunti interessanti.
MEMORABILE: La nonna di Luna che, giustamente, riprende aspramente Amar che aveva criticato il suo modo di essere musulmana.
In una Bosnia pacificata, ma ancora percorsa da tensioni etniche, la storia di due musulmani il cui approccio alla religione è totalmente differente. E' proprio il sentiero percorso da uno dei due segnerà inevitabilmente il loro destino. Film dolente, che indaga in profondità i rapporti interpersonali alla luce delle credenze religiose. Una bella sceneggiatura, la suggestiva ambientazione e la buona interpretazione dei protagonisti, segnano positivamente un film che rimane impresso nella memoria.
Nella sua linearità narrativa e nella semplicità elementare dello sviluppo questo film riesce a essere deflagrante per come porta alla luce la profonda trasformazione che sta avvenendo nel cuore dell’Europa: il proselitismo islamico e i valori di una religione che rimette in discussione le conquiste della laicità sono una questione sottovalutata, che la regista riapre prendendo di petto in particolare la diversa visione della donna, ma con la sensibilità per inquadrare il tema nell’ancora doloroso dopoguerra bosniaco. Stimolante.
A Sarajevo. Luna e Amar sono unacoppia affiatata nonostante problemi personali e lavorativi. Le cose cambiano quando Amar si fa convincere da un ex commilitone ad aderire ad una comunità mussulmana integralista... Luna, pur continuando ad amarlo, si rifiuta di aderire al modello di vita che il marito cerca di imporgli, in cui le donne hanno il ruolo subordinato di fattrici di figli. La regista ha il merito di presentare la questione in modo sfaccettato (si parla di fede e non di terrorismo) anche se è chiara la sua posizione in merito. Epilogo aperto ma venato di pessimismo.
MEMORABILE: La tenda che separa uomini e donne; La scenata al bar con Luna ubriaca.
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