Delicata storia d’amicizia tra un ragazzo autistico che vuole imparare a volare e la sua vicina. Il regista mostra una certa sensibilità nello sviluppare un plot in cui non mancano bei momenti ma anche pause. I due giovani protagonisti sono bravi e alla fine il risultato è discreto.
Cammeo per John Carpenter.
Uno dei migliori drammi sentimentali americani degli anni 80, firmato da Nick Castle, un regista dal solido mestiere. Pellicola ricca di sequenze genuinamente strappalacrime e che tratta l'argomento-autismo con una sensibilità rara. Strepitoso il giovane Jay Underwood, quasi all'esordio, nell'interpretare il ragazzo autistico. Finale struggente. Cult da non perdere!
Un piccolo capolavoro che riesce nell’impresa di raccontare in modo garbato una delle tante storie incentrate sulla diversità e sull’incomunicabilità tra adolescenti e adulti. Possiede i crismi dei migliori film fantastici del periodo con uno stile che sembra ricordare alcuni lavori di Spielberg, da cui comunque si discosta strada facendo. Non scende nel dettaglio dell’autismo, riuscendo lo stesso a veicolare una sequela di messaggi dal nobile intento. Bellissima la colonna sonora, tra le migliori realizzate negli anni Ottanta. Toccante l’epilogo che chiude in crescendo.
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